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Golf: via al Masters 2024. Ad Augusta è Scottie Scheffler il superfavorito, McIlroy a caccia dell’unico Major che gli manca

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Scheffler / LaPresse
Scheffler / LaPresse

Ancora poco più di un giorno e il Masters 2024, all’Augusta National, prenderà il via. Non si tratta solo del torneo iniziale in tema di Major, ma anche di una tradizione, una specie di culto che si ripete a ogni aprile. E c’è dell’ottima ragione, perché in nessun altro Major si gareggia sempre sullo stesso percorso e, inoltre, è qui che è rimasta la formale tradizione degli inviti. Non per caso qui c’è il field più piccolo nei quattro tornei maggiori (quest’anno sono 89): o si incontrano determinati criteri o si è fuori.

Il concetto di quest’edizione è molto semplice: tutti contro Scottie Scheffler. L’americano numero 1 del mondo non è fisicamente scalfibile in questa fase della stagione, e l’ultimo mese sul PGA Tour lo ha visto dominare, con il tedesco Stephan Jaeger unico in grado di superarlo (col brivido finale, peraltro). Nel 2022 Scheffler aveva già conquistato la Green Jacket, a pochissime settimane dal suo primo insediamento quale numero 1 mondiale, e dopo due anni è di nuovo lì, sul trono e con tanta voglia di concedere nuove soddisfazioni alla propria persona.

I due principali avversari arrivano dal lato meno gradito, quello di chi è ormai separatista in chiave LIV Golf: Jon Rahm e Brooks Koepka, l’uno vincitore nel 2023 (quando lo spagnolo non era ancora passato) e l’altro primo della Superlega araba a prendersi un Major, sempre lo scorso anno. Ma sono tantissimi i temi che ricorrono in quest’edizione, primo fra tutti il tentativo di completare, finalmente, il Grande Slam da parte di Rory McIlroy. E va detto che il nordirlandese parte da buone premesse, se non altro dal lato scaramantico. Questo perché, nelle ultime stagioni, ha alternato eccellenti risultati (tra cui il suo migliore ad Augusta, il secondo posto del 2022) con tagli mancati. Se il 2024 sarà l’anno buono sarà solo da scoprire.

Ma gli occhi sono puntati anche su Tiger Woods, e sulla sua partecipazione numero 26 al Masters. Curiosamente, i suoi due successi coincidono anche coi migliori risultati ottenuti dagli italiani (quest’anno nessuno in gara, c’è Lorenzo Gagli da caddie di José Maria Olazabal), i quinti posti di Costantino Rocca e Francesco Molinari nel 1997 e 2019, giunti da ben differenti premesse. Quanto a Tiger, ciò che fa parlare parecchio è il suo possibile ruolo di capitano di Ryder Cup nel 2025. Un ruolo, questo, da lui mai ricoperto nella carriera. Per sua stessa ammissione è previsto un incontro in tal senso con il CEO della PGA of America, Seth Vaugh, nel corso della prossima settimana.

Sono 20 i debuttanti ad Augusta, e tra di essi ne spiccano due. Uno è Wyndham Clark: l’americano mai era entrato al Masters, e ora lo fa da numero 4 del mondo nonché campione in carica dello US Open (il che gli garantirà l’esenzione almeno fino al 2028). L’altro è Ludvig Aberg: lo svedese sta facendo passi da gigante, ed è già entrato in top ten dopo neanche un anno da professionista. Una scalata rarissima, degna (appunto) di Tiger Woods. 13, invece, i giocatori facenti parte della LIV Golf che parteciperanno. Il tutto di fronte a Jack Nicklaus, Gary Player e Tom Watson, che saranno honorary starters di quest’edizione numero 88.