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Biathlon

Biathlon, gli Usa respingeranno ancora gli italiani? Risultati magrissimi per gli azzurri sulle nevi statunitensi!

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Lisa Vittozzi
Vittozzi / FISI Pentaphoto

La Coppa del Mondo di biathlon è pronta a far tappa negli Stati Uniti d’America. La situazione non si verifica molto spesso, ma ha comunque una discreta tradizione diluita nel tempo. Considerando Giochi olimpici e Mondiali antecedenti alla nascita del massimo circuito, questo è il dodicesimo inverno in cui si tengono competizioni di primo livello negli States.

Dando uno sguardo al passato si nota una dinamica inquietante. L’Italia fatica tremendamente a ottenere risultati di rilievo negli Usa. Sinora, in the land of the free and the home of the brave si sono disputate 52 gare individuali tra settore maschile e femminile. Vittorie azzurre? Nessuna. Il piatto piange anche in tema di podi. Se ne conta uno solo, il secondo posto artigliato da René Cattarinussi nella sprint di Lake Placid del febbraio 1999.

Insomma, 1 solo piazzamento nelle prime tre posizioni a fronte di 106 possibilità! Fatto raggelante, se si pensa a come la storia delle competizioni negli Stati Uniti cominci nel 1960 e comprenda la bellezza di quattro località, situate sia sulle Montagne Rocciose (Soldier Hollow) che sulla East Coast (Lake Placid, Presque Isle, Fort Kent). Non è un Paese per italiani, verrebbe da dire.

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La situazione non cambia granché se aggiungiamo le prove a squadre. Nove staffette mono-sesso, nessun podio. L’unico lampo è rappresentato dall’affermazione del tandem Dorothea Wierer/Lukas Hofer nella single mixed disputatasi nel febbraio 2019. Il gran totale di tutte le gare racconta, dunque, di 2 podi su 64 appuntamenti.

Pertanto, se nei prossimi giorni dovessimo ammirare qualche azzurro sul piedistallo più ambito del mondo sportivo, si sappia che è stato in grado di realizzare una piccola-grande impresa.