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WTA Linz 2024, Lucia Bronzetti non riesce in un’altra impresa: ai quarti ci va Elise Mertens

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Lucia Bronzetti

La corsa di Lucia Bronzetti si ferma al secondo turno nel WTA 500 di Linz: la romagnola, dopo il bel successo al primo turno contro Angelique Kerber, non è riuscita a ripetersi contro la testa di serie numero 4 Elise Mertens, perdendo con il punteggio di 6-1 6-3 in un’ora e 17 minuti di gioco. La belga non ha accusato di alcuna fatica dopo la vittoria in doppio agli Australian Open, mettendo in campo una prestazione convincente.

Il primo set è a senso unico: Mertens non accusa minimamente le fatiche del doppio australiano e parte forte, servendo bene, variando, muovendosi bene e giocando alla grande anche nei pressi della rete. La belga mostra una grande solidità, che sembra inscalfibile per Bronzetti: la riminese non riesce a trovare un’arma per farle il punto. Parziale che termina con il netto punteggio di 6-1, con ben tre break subiti dall’azzurra.

In apertura di secondo set Bronzetti prova a rimanere agganciata al match almeno nel punteggio, riesce a vincere un paio di scambi prolungati e tiene senza troppi affanni i suoi primi due turni di servizio. Mertens alza la spinta sul 3-2, imponendo il ritmo sulla diagonale di sinistra: l’italiana si ritrova soffocata e cede la battuta. L’attuale numero 58 del mondo non si arrende, gioca il miglior game in risposta del suo match e riesce a piazzare il contro-break con due bellissime accelerazioni di dritto. Dopo la reazione però è Mertens a mettere in fila altri due game e a chiudere per 6-3 il secondo set e il match al termine di un nono gioco combattuto: un rendimento al servizio impressionante per la numero 26 del mondo che ha servito 10 ace. Male invece l’azzurra alla battuta avendo vinto meno della metà dei punti.

Per Mertens ai quarti di finale ci sarà la russa Anastasia Pavlyuchenkova che si è sbarazzata della britannica Katie Boulter con il punteggio di 7-6(2) 6-4 in una parte alta di tabellone che vede presiedere la testa di serie numero 1 Jelena Ostapenko.

Foto: Lapresse