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Biathlon, l’Italia pronta a chiamare l’Esorcista? La sprint femminile iridata assume i contorni della “gara stregata”

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Lisa Vittozzi
Vittozzi - La Presse

C’è un vulnus per l’Italia del biathlon femminile nell’ambito dei Mondiali. Verrà affrontato subito, nell’imminente weekend. Parliamo di un contesto in cui le azzurre non sono mai state in grado di fregiarsi di una medaglia iridata, nonostante una pletora di piazzamenti nelle posizioni di vertice.

Parliamo della sprint femminile, il cui caso si sta facendo clamoroso. In tale campo, il movimento tricolore fa partita patta con quello del Burundi e della Repubblica Centrafricana. Se vi state ponendo il dubbio relativamente all’esistenza di questi Paesi nella geografia del biathlon, sappiate che il tema è irrilevante. L’Italia, nel terreno del format succitato, sta a zero.

Eppure le azzurre orbitano attorno a quel benedetto “Pianeta medaglia” da tempo. La loro astronave non è però mai riuscita a toccare terra. In particolare, il caso del LEM (Lunar Excursion Module) Lisa Vittozzi è eclatante. La ventinovenne di scuola friulana è arrivata quarta a Hochfilzen 2017, sesta ad Anterselva 2020, quinta  sia a Pokljuka 2021 che a Oberhof 2023! Dinamiche degne del “Supplizio di Tantalo”, peraltro acuito dalla sua sesta piazza ai Giochi olimpici di Pyeongchang 2018!

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A rendere davvero stregata la sprint femminile dei Mondiali c’è proprio il bronzo a Cinque cerchi acciuffato da Dorothea Wierer a Zhangjiakou, nel 2022. La matematica non è un’opinione, in ogni quadriennio il biathlon fornisce il triplo delle opportunità di salire sul podio iridato rispetto a quelle di issarsi sul piedistallo d’Olimpia. L’altoatesina ha quindi centrato un bersaglio statisticamente molto più difficile da colpire rispetto a quello che nessuna italiana ha ancora saputo chiudere.

La domanda è se venerdì 9 febbraio assisteremo a un avvenimento epocale, leggasi la prima medaglia tricolore di sempre nella sprint femminile. Oppure se, per l’ennesima volta, l’evolvere degli eventi rappresenterà il doloroso giro del dito del destino in una piaga destinata a restare aperta almeno sino al 2025. Comunque vada, si farà la storia. In un senso, o nell’altro.