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Tennis, Italia verso il pieno di qualificati alle Olimpiadi di Parigi 2024? La situazione dei doppi

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Jannik Sinner

Nel 2024 ci sarà un ulteriore tipo di occhi puntato sul tennis. Riguarderà le Olimpiadi, in una duplice veste. Da una parte si guarderà la classifica per capire chi potrà godere della qualificazione al torneo a cinque cerchi. Dall’altra, invece, rimane da rilevare come esista la concreta possibilità di vedere un numero importante di rinunce. Forse il palcoscenico del Roland Garros renderà più difficile un fuggi fuggi di giocatori come si è verificato nel 2016 e ancor più 2021.

Innanzitutto, il regolamento del singolare, che vale sia in chiave ATP che WTA: per prima cosa, entrano le prime 56 posizioni dei due ranking mondiali secondo la classifica che emergerà dopo il già citato secondo Slam dell’anno, cioè quella di lunedì 10 giugno. C’è però una clausola: non ci possono essere più di 4 rappresentanti per Paese. Se ce ne fossero di più nei 56, allora i posti verrebbero presi dai tennisti in posizione immediatamente successiva fino al riempimento dei posti lasciati vacanti dalla situazione. Ulteriori posti sono disponibili tramite i Giochi Panamericani 2023 (due), i Giochi Asiatici 2022 rinviati al 2023 (uno) e i Giochi Africani 2023 rimandati al 2024 (uno). Vi sono poi due posti riservati a ex medaglie d’oro o campioni Slam fuori dai criteri e uno per universalità (quello riservato alla Francia come Paese organizzatore verrà riallocato con certezza assoluta nella classifica normale).

Passiamo alla situazione dell’Italia. A livello ATP, al momento la situazione vede Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego tutti dentro i primi 56 posti, il che vuol dire che tra gli uomini c’è il massimo dei posti consentiti. Resta ovviamente da scoprire come ritornerà Matteo Berrettini, che mancasse uno dei sopracitati sarebbe oggi appena al limite che passa tra l’esserci e il non esserci dato che è 92°. A livello WTA, parimenti, sono quattro le giocatrici al momento qualificate: Jasmine Paolini, Martina Trevisan, Elisabetta Cocciaretto e Camila Giorgi, con Lucia Bronzetti che, pur essendo al 62° posto, non potrebbe disputare il singolare. Vale per le donne il discorso fatto per gli uomini.

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Il capitolo dei doppi è più articolato. Questo perché le regole stabiliscono che dal ranking mondiale si qualificano i primi dieci presi singolarmente. Ciascuno di essi può scegliere un partner posto all’interno dei primi 300 in singolo o in doppio. Ad esempio, in quota USA, l’attuale numero 1, Austin Krajicek, potrà scegliere di giocare con Rajeev Ram, numero 6 (che non fa coppia fissa con lui), o alternativamente con qualunque dei big del singolare a stelle e strisce che già ha il pass da quel lato. Gli spot dall’11° al 24° vengono occupati dalle coppie con la miglior classifica combinata tra singolare e doppio. Dal 25° al 31° (ma, per il discorso Francia, ci sarà anche una riallocazione), invece, sarà data la priorità al piazzamento in singolare. Va annotato che, fatti salvi i posti dei quattro singolaristi, di ulteriori rappresentanti ne possono essere portati due, per un totale di massimo sei tennisti e sei tenniste e, dunque, un complessivo di 12. Chiaramente, questo obbliga a fare delle scelte, che possono essere: coppie con i singolaristi, una coppia di singolaristi e una di doppisti, un ibrido con due coppie singolarista-doppista.

Per esempio, se Sinner dovesse giocare il doppio a Parigi, è chiaro che non avrebbe nessun reale tipo di preclusione. Senza mettersi a discutere di coppie possibili o eventuali, sarà interessante verificare l’evoluzione di Andrea Vavassori, Simone Bolelli e Andrea Pellegrino, che sono tutti attualmente tra i primi 100 del doppio per quanto riguarda l’ATP. In chiave WTA, sono da tenere d’occhio tre situazioni (fatta salva, ovviamente, quella di Paolini): Angelica Moratelli e Camilla Rosatello sono ai numeri 82 e 88, Sara Errani è al 127. Per la maggior parte dei nomi citati le porte si potrebbero aprire perché, come vedremo, pur mancando le sufficienti convocazioni in Coppa Davis o Billie Jean King Cup nel ciclo olimpico, sarebbe fatto salvo il fatto che non avrebbero potuto essere chiamati precedentemente perché con classifica troppo bassa o simili evenienze (che, soprattutto in doppio, incidono e non poco).

Quanto al doppio misto, è un caso molto più particolare: giocandosi solo in sei competizioni (Slam, United Cup e rediviva Hopman Cup), non c’è ovviamente ranking ed è difficile stabilire qualsiasi tipo di valore. In pratica, qui vale solo il ranking combinato tra singolare e doppio di chi si troverà già nella capitale francese. Un fatto, questo, che potrebbe portare a situazioni perlomeno particolari (ad esempio, a Tokyo erano alternate Giorgi e Sonego, con la prima che nella sua carriera WTA ha giocato appena quattro doppi, perdendoli tutti). Si tratta del campo meno prevedibile e molto dipenderà dalle intenzioni di chi si troverà in loco. Particolare da ricordare: a differenza di singolari e doppio normali, nel misto si può schierare un’unica coppia (e il tabellone è a 16, a differenza dei 64 senza bye del singolare e dei 32 del doppio).

Dicevamo del caso di Sara Errani. L’ex finalista del Roland Garros, nonché vincitrice di cinque Slam in doppio, è appunto numero 127 in doppio (e 105 in singolare). Qualora dovesse riuscire, in qualche maniera, a rientrare in un range che le permetta di essere all’interno delle scelte per le Olimpiadi, un osservatore attento delle regole d’ingaggio per essere chiamati a rappresentare l’Italia farebbe notare un capitolo del regolamento. In sostanza, bisogna aver risposto a un minimo di due convocazioni in Billie Jean King Cup (intese come assolute: per fare un esempio, quella per le Finals vale come singola chiamata a prescindere dai tie giocati). Non è il caso della protagonista in questione, perché pur essendo stata sempre disponibile, come lei stessa ha chiarito, non è più stata presa in considerazione dal 2019 in avanti. Nella sua situazione si potrebbe attivare, però, un’altra clausola regolamentare: la regola 2d, che premia gli obiettivi raggiunti da un giocatore o una giocatrice in Coppa Davis o Billie Jean King Cup per numero di partecipazioni o, sostanzialmente, vittorie portate a casa. Il cognome Errani riporta immediatamente a non meno di tre allora Fed Cup vinte, di cui una da protagonista assoluta.

Tralasciando ulteriori spiegazioni del regolamento ufficiale legato alle Olimpiadi, che potrebbero interessare anche ulteriori italiani, giova ricordare come in singolare alcuni qualificati ci siano già in virtù delle quote assegnate agli eventi di cui si è parlato. Dai Giochi Panamericani, in particolare, sono già a Parigi l’argentino Facundo Diaz Acosta, il cileno Tomas Barrios Vera, la brasiliana Laura Pigossi e l’argentina Maria Carlé. Dai Giochi Asiatici, invece, troviamo solo Cina: Zhizhen Zhang tra gli uomini e Qinwen Zheng tra le donne. Attenzione, però: Diaz Acosta è il sesto argentino nel ranking ATP, il che significa che sarebbe fuori anche con l’aver vinto i Panamericani. In questo caso il suo posto verrebbe preso dal brasiliano Thiago Monteiro, terzo classificato e secondo del suo Paese in classifica.

Foto: LaPresse