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Oscar 2023, lo sportivo dell’anno per OA Sport è Jannik Sinner! La classifica completa e l’albo d’oro

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Il 2023 è stato un anno ricco di successi per lo sport italiano. Abbiamo vissuto una stagione densa di momenti indimenticabili e caratterizzata da risultati sbalorditivi. Abbiamo goduto di una serie di imprese e gesta memorabili che hanno scaldato il cuore di tutti gli appassionati. La redazione di OA Sport conferisce i premi e gli onori ai migliori sportivi italiani di questa stagione.  

Per l’occasione abbiamo stilato una top-15, premiando chi si è maggiormente messo in luce tra tante eccellenze. Specifichiamo chiaramente che si tratta di singole individualità (o massimo di coppie che gareggiano insieme), mentre per le squadre abbiamo pensato a una classifica apposita. Di seguito l’Oscar OA Sport per il miglior sportivo italiano e la nostra classifica riguardante il 2023. 

OSCAR OA SPORT 2023, MIGLIOR SPORTIVO ITALIANO

SPORTIVO ITALIANO DELL’ANNO: JANNIK SINNER 

Messianico. L’Italia inseguiva la Coppa Davis da 47 anni e l’altoatesino ha indossato i panni del supereroe in una settimana da sogno, già consegnata all’antologia dello sport tricolore. Nel giro di poche ore è riuscito nell’impresa surreale e leggendaria di battere Novak Djokovic per ben due volte: prima in un singolare al cardiopalma, annullando addirittura tre set-point consecutivi al numero 1 del mondo; poi gli impartisce una lezione sonora di tennis nel doppio disputato accanto al coriaceo Lorenzo Sonego. Jannik Sinner alzerà poi al cielo l’Insalatiera insieme ai compagni battendo l’Australia nell’atto conclusivo ed entrando per sempre nel mito. 

Il tennis è definitivamente esploso alle nostre latitudini e il 22enne rappresenta l’apice indiscusso di un movimento in auge. Se il sigillo nella massima competizione per Nazionali può essere visto come l’acme di una stagione da incorniciare, non va dimenticato che Jannik Sinner ha chiuso l’anno da numero 4 al mondo, impresa mai riuscita a un tennista italiana in era Open (da quando le classifiche ATP sono elaborate dai computer in maniera oggettiva).  

Con grande disinvoltura ha vinto il Masters 1000 di Toronto, ma anche gli ATP 500 di Vienna e Pechino, battendo Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Ha raggiunto anche la semifinale a Wimbledon ed è diventato il primo italiano a disputare le ATP Finals, dove ha tra l’altro battuto Djokovic nella fase a gironi (salvo essere sconfitto nell’atto conclusivo). L’azzurro è ormai entrato in una nuova dimensione e sta facendo sognare il Bel Paese, che ora spera di festeggiare uno Slam a quasi mezzo secolo di distanza dalle ultime gioie. 

SECONDO POSTO: GIANMARCO TAMBERI 

Ha vinto tutto. Campione imperituro, fuoriclasse orgoglioso, talento cristallino, gladiatore con la corazza immarcescibile. Il ribattezzato Gimbo ha completato il glorioso Grande Slam, impresa riservata a pochissimi eletti nell’universo dell’atletica leggera. Il fuoriclasse marchigiano si è laureato Campione del Mondo di salto in alto disputando una gara da padrone assoluto in occasione della finale della rassegna iridata, dopo aver rischiato una clamorosa eliminazione in qualifica, e ha così completato il filotto che lo consegna di diritto alla storia dello sport italiano. 

Campione Olimpico a Tokyo 2020, Campione del Mondo a Budapest 2022, Campione d’Europa nel 2016 e nel 2022, Campione del Mondo indoor nel 2016, Campione d’Europa indoor nel 2019. Il 31enne detiene attualmente e contemporaneamente le tre corone principali: siamo indiscutibilmente di fronte a uno dei volti simbolo del Bel Paese, non soltanto per le sue doti atletiche ma anche per il carisma, l’estro, l’originalità, il carattere fuori dagli schemi che caratterizzano un personaggio genuino, mai banale e così vicino al grande pubblico.  

La magia nella capitale ungherese è degna delle grandi storie, dopo i brividi provati nel turno preliminare. Errore in entrata a 2.25, poi rimane in scia a JuVaughn Harrison e Mutaz Essa Barshim fino a 2.33 e a quel punto piazza la stoccata risolutiva: 2.36 al primo assalto, mentre lo statunitense ci riesce soltanto alla seconda prova e il qatarino esce di scena. Basterà quella quota, visto che l’asticella cadrà a 2.38, per fare festa come nei migliori romanzi: corre dalla moglie Chiara sugli spalti e la bacia, poi vola sul materasso e porta in braccio il figlio dell’animo Barshim (con cui ha condiviso l’oro olimpico a Tokyo), poi si tuffa addirittura nella riviera delle siepi.  

Miglior prestazione mondiale stagionale, oro ai Giochi Europei (visto che mancava al palmares…) e l’orgoglio di avere alzato al cielo la cara, vecchia, mitica, prestigiosa Coppa Europa (ora Campionato Europeo a squadre) da capitano di un’Italia sempre più ai vertici in campo internazionale. 

TERZO POSTO: FRANCESCO BAGNAIA 

Campione del Mondo di MotoGP per la seconda volta consecutiva, come in passato avevano fatto soltanto due miti come Giacomo Agostini e Valentino Rossi (considerando soltanto il panorama italiano). Il ribattezzato Pecco si è reso protagonista di una superlativa prima parte di stagione, caratterizzata dalle doppiette in Portogallo, al Mugello e in Austria.  

A quel punto il titolo iridato sembrava davvero a portata di mano, ma il terribile incidente occorso al centauro della Ducati in quel di Barcellona (dove ha seriamente rischiato un bruttissimo infortunio e non solo) ha permesso a Jorge Martin di rientrare in corsa. Si è così aperta una lotta serratissima con lo spagnolo per la vittoria nel Mondiale. 

L’iberico ha infilato sei successi su sette appuntamenti e ha sognato il ribaltone, ma poi il piemontese ha saputo rintuzzare l’attacco e si è laureato Campione del Mondo in maniera garibaldina, tra l’altro togliendosi la soddisfazione di vincere la gara conclusiva a Valencia. Il prossimo anno si andrà a caccia del tris, con una concorrenza sempre più spietata. 

QUARTO POSTO: DAVIDE GHIOTTO 

Espugnatore di uno dei templi per eccellenza dello sport internazionale. Profanatore di una cattedrale iconica nell’universo invernale. Trionfatore nella Patria del pattinaggio velocità. Autore della più classica apoteosi in trasferta che schianta un Paese intero in quella che è diventata una disciplina nazional popolare a quelle latitudini. 

Il Thialf di Heerenveen rappresenta la Mecca per le stelle dello speed skating, a maggiore ragione se l’impianto olandese ospita i Mondiali. In un palazzetto ornato di drappi arancioni per sostenere i beniamini di casa, ci pensa un fuoriclasse del panorama tricolore a zittire gli astanti, che dall’alto di una sportività enorme e di una competenza sopraffina, tributano il nostro eroe del massimo onore con uno standing ovation da pelle d’oca. 

Davide Ghiotto si è laureato Campione del Mondo dei 10.000 metri con l’eccezionale tempo di 12:41.35, infliggendo 14 secondi abbondanti di distacco al mostro sacro Jorit Bergsma, capitolato di fronte al proprio pubblico. A oltre 20 secondi il canadese Ted-Jan Bloemen e l’altro padrone di casa Patrick Roest.  

Uno show assoluto da parte dell’azzurro, capace di mettersi in mostra con una pattinata perfetta ed encomiabile, tenendo un passo magistrale e insostenibile nella specialità più lunga sull’ovale. Già bronzo sulla distanza alle Olimpiadi di Pechino 2022, il nostro portacolori si è messo al collo anche l’argento iridato sui 5.000 metri. 

QUINTO POSTO: FEDERICA BRIGNONE 

Una ragazzina senza tempo e senza età, perfetta raffigurazione umana del noto adagio sul vino. Una fuoriclasse che non ha smesso di divertirsi in pista e che trova quotidianamente l’ardore, la grinta, la voglia, la sagacia di perseguire grandi risultati sulla neve, senza mai spegnere la sacra fiammella del fuoco sportivo che arde in lei. La valdostana riesce a unire la freschezza tecnica con la prestanza atletica e l’intelligenza agonistica, generando una combinazione perfetta che permette di essere competitiva ai massimi livelli a 33 anni.  

L’ultima stagione invernale è stata indimenticabile per Federica Brignone, capace di laurearsi Campionessa del Mondo di combinata a Courchevel/Meribel e coronando così il sogno di fare suonare l’Inno di Mameli in un contesto iridato. Le due manche confezionate in terra transalpina hanno ribadito le sue doti poliedriche, con la capacità innata di fare la differenza sia nella velocità che nelle discipline tecniche. Un dono coltivato giorno dopo giorno, un talento fatto sbocciare grazie al duro lavoro. 

Ai Mondiali è emersa in maniera nitida la sua longevità, visto che ha conquistato l’argento in gigante a dodici anni di distanza dalla prima gioia a Garmisch nel 2011. Una longevità che è esplosa anche in avvio della stagione che sta per entrare nel vivo, con la doppietta in gigante a Tremblant e il sigillo nel superG della Val d’Isere. La continua lotta con Sofia Goggia per la palma di italiana più vincente della storia in Coppa del Mondo continua a tenere banco. 

SESTO POSTO: PIETRO SIGHEL 

Un italiano non vinceva ai Mondiali di short track addirittura da 24 anni, ovvero dal sigillo di Fabio Carta sui 1500 metri a Sòfia nel 1999. Da quel momento il settore maschile non aveva più prodotto apoteosi iridate, fino alla magia iperuranica di Pietro Sighel, capace di pennellare un 500 metri semplicemente stellare nel catino di Seoul e di firmare l’impresa epica con un guizzo da autentico fuoriclasse assoluto.  

All’ultima curva l’azzurro si è inventato un doppio sorpasso semplicemente da brividi, superando il canadese Steven Dubois e il cinese Lin Xiajoun con una zampata che andrà mostrata in continuità nelle grandi scuole di short track. I Mondiali nella capitale sudcoreana sono stati roboanti per il 24enne, che si è messo al collo anche la medaglia d’argento sui 1500 metri e in staffetta maschile e il bronzo nella staffetta mista. 

Pietro Sighel ha confezionato la sempre prestigiosa doppietta Europei-Mondiali, visto che in precedenza aveva esultato in campo continentale a Danzica sempre sui 500 metri. Il trentino è ormai entrato in una nuova dimensione assoluta ed è tra i grandi dello sport tricolore. 

SETTIMO POSTO: MARTA BASSINO 

Per la seconda edizione consecutiva riesce a conquistare una medaglia d’oro ai Mondiali, tra l’altro in due eventi differenti. Impresa per poche elette, a dimostrazione di un talento eclettico e a tutto tondo che da sempre contraddistingue la fuoriclasse piemontese. La rassegna iridata a Courchevel/Meribel si apre proprio all’insegna della mattatrice azzurra, che sulla Roc de Fer pennella un superG da urlo e riesce a battere sua maestà Mikaela Shiffrin per undici centesimi, lasciando alle spalle anche grandi fenomeni della specialità come Cornelia Huetter, Kajsa Vickhoff Lie, Ragnhild Mowinckel e Lara Gut.  

Una gara in cui ha fatto la differenza dall’alto di una tecnica sopraffina, riuscendo a fare velocità anche nei tratti più complessi e impartendo una sonora lezione di sci alpino a tutte le rivali. La 27enne ha fatto risuonare l’Inno di Mameli dopo il sigillo in slalom parallelo a Cortina d’Ampezzo nel 2021 ed è salita sul podio iridata per la terza volta consecutiva, visto che nel 2019 si tinse di bronzo nella gara a squadre di Are.  

In Coppa del Mondo ha collezionato sette podi, tra cui la vittoria a Sestriere (ma era ancora 2022). L’annata agonistica appena incominciata per gli sport invernali non prevede il grande evento, la nostra portacolori sogna il ritorno al successo nel massimo circuito internazionale itinerante e sta pian piano lanciando la volata verso le Olimpiadi di Parigi 2024. 

OTTAVO POSTO: IRMA TESTA 

Una Farfalla ha spiccato il volo verso la cima del mondo. La ribattezzata Butterfly, emblema del pugilato italiano femminile e prima donna del Bel Paese a qualificarsi alle Olimpiadi, ha completato la scalata ostica, complessa e irta di ostacoli verso l’apoteosi iridata. Una vetta non toccata lo scorso anno, soltanto per un inciampo all’ultimo metro, quando il verdetto dell’atto conclusivo lasciò qualche dubbio.  

Questa volta la campana troneggia a Nuova Delhi e si laurea Campionessa del Mondo nella categoria fino a 57 kg. Un’italiana non trionfava nella massima competizione da ben sette anni (Alessia Mesiano nel 2016, tra l’altro nella stessa categoria). Il peso piuma migliora l’argento di Istanbul e rimpingua un sontuoso palmares, in cui spicca il bronzo ai Giochi di Tokyo 2020, da migliorare a Parigi 2024. Irma Testa si è infatti già qualificata alle prossime Olimpiadi grazie al bronzo ottenuto agli European Games di Cracovia. 

NONO POSTO: SIMONE DEROMEDIS 

Il sapore, il fascino e la magia della prima volta. Il Conquistatore del Caucaso ha scritto una vera e propria pagina di storia dello sport tricolore, visto che prima di quest’anno un azzurro non aveva mai conquistato una medaglia d’oro ai Mondiali di sci freestyle. Il trentino ha firmato l’apoteosi della carriera a Bakuriani, regalando un momento antologico per quanto concerne le discipline invernali alle nostre latitudini. 

Simone Deromedis si è laureato Campione del Mondo di skicross giganteggiando sulle nevi georgiane, tra l’altro a un solo mese di distanza dall’operazione resasi necessaria per curare la frattura di una clavicola. Il recupero lampo, delle qualifiche eccellente, un cammino strabiliante nel tabellone a eliminazione diretta e poi il sensazionale doppio sorpasso sul tedesco Florian Wilmsmann e sullo svedese Erik Mobaerg nell’atto conclusivo, con una sciata da brividi e una linea interna che ha messo in ginocchio gli avversari in un colpo solo.  

Simone Deromedis, già quinto alle Olimpiadi di Pechino 2022, si è consacrato nell’occasione che conta, tra l’altro senza avere mai vinto in Coppa del Mondo prima di quel momento ed essere salito sul podio in due occasioni. A 23 anni il futuro sembra poter essere tuo e ci sono degli sconfinati margini di miglioramento. 

DECIMO POSTO: RUGGERO TITA e CATERINA BANTI 

Una delle coppie più sbalorditive e vincenti del panorama sportivo attuale e non solo. Un duo capace di timbrare sempre il cartellino ai vertici con una frequenza disarmante. Un tandem in grado di solcare le acque con piglio, disinvoltura, sagacia tecnica e un’intesa impeccabile in barca.  

Dopo l’apoteosi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, Ruggero Tita e Caterina Banti si sono confermati Campioni del Mondo difendendo il titolo conquistato l’anno scorso e portando a casa il titolo iridato per la terza volta in carriera considerando anche il sigillo del 2018.  

Il Nacra 17 è sempre più un affare italiano e nel frattempo Ruggero Tita ha debuttato anche come timoniere di Luna Rossa nelle regate preliminari di Jeddah, giungendo alla finale contro Team New Zealand: il prossimo anno la America’s Cup arriverà subito dopo le Olimpiadi di Parigi… 

UNDICESIMO POSTO: ELENA MICHELI 

Regina d’Egitto prima, Regina d’Inghilterra poi. Elena Micheli firma uno spettacolare back-to-back nel pentathlon, confermandosi Campionessa del Mondo: dopo l’apoteosi di Alessandria in terra africana, la romana si sposta in terra d’Albione per irradiare Bath con il suo sconfinato talento. 

La 24enne, che nel mentre ha anche vinto le Finali di Coppa del Mondo staccando il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024 (dove sarà inevitabilmente tra le grandi favorite della vigilia), ha preso il comando delle operazioni dopo il nuoto e ha giganteggiato nel laser run conclusivo, precedendo Alice Sotero per una magistrale doppietta azzurra che ha permesso anche di vincere il titolo a squadre (con Alessandra Frezza). 

DODICESIMO POSTO: SIMONE ALESSIO 

Tornato in maniera titanica, da vero combattente mai domo e inscalfibile anche di fronte alle difficoltà. Nel 2019 si era laureato Campione del Mondo tra i 74 kg, nel 2023 è salito sul tetto del Pianeta tra gli 80 kg. In un’altra categoria di peso, da Budapest a Baku, ha saputo dettare legge confermando davvero di essere il numero uno in circolazione.  

Ad appena 23 anni ha ribadito di essere un autentico predestinato, ma il sigillo di questa stagione assume ben altro prestigio rispetto a quello di quattro anni fa poiché è stato conquistato in una categoria che sarà presente alle Olimpiadi di Parigi 2024. 

Il suo cammino nell’appuntamento più importante dell’anno è stato magistrale: non ha perso nemmeno un round nell’intero torneo, surclassando Hao Tang, Matej Nikolic, Park Woo-hyeok (iridato uscente), Miguel Trejos Sals e Carl Alan Nickolas. Una cavalcata strepitosa per un ragazzo dal talento cristallino, già Campione d’Europa nel 2022 e desideroso di presentarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024 per completare il Grande Slam. 

TREDICESIMO POSTO: TOMMASO MARINI 

Il Cavaliere d’Oro ha inscenato una straripante cavalcata regala sulle pedane di Milano, laureandosi Campione del Mondo di fioretto in un tripudio tricolore. Il 23enne ha firmato l’impresa nonostante una spalla non in perfette condizioni, mettendo a sedere due avversari di rango nelle fasi più calde della rassegna iridata.  

In semifinale ha avuto la rivincita sul francese Enzo Lefort che lo aveva battuto nell’atto conclusivo dell’anno scorso, dando vita a un assalto estremamente fisico e culminato con il cartellino rosso impartito al transalpino sul 14-13 per avere abbassato la testa coprendo il bersaglio. In finale ha avuto la meglio sullo statunitense Nick Itkin per 15-13, facendo risuonare l’Inno di Mameli come Alice Volpi aveva fatto il giorno prima.  

QUATTORDICESIMO POSTO: ALICE VOLPI 

La fiorettista più forte del Pianeta è italiana. La 31enne ha confermato la storica tradizione del Bel Paese nell’arma dolce, illuminando la pedana di Milano con la doppietta tipica delle grandi leggende: Campionessa del Mondo nell’individuale prima, Campionessa del Mondo a squadre poi insieme al resto del Dream Team formato da Arianna Errigo, Martina Favaretto e Francesca Palumbo.  

Un micidiale uno-due che consegna l’azzurra alle grandi dello sport tricolore in questa splendida stagione, accompagnato tra l’altro dall’oro a squadre agli Europei e dal bronzo continentale a livello individuale, quando completò un podio tutto italiano (oro a Martina Batini, argento a Martina Favaretto, l’altro bronzo a Francesca Palumbo). 

QUINDICESIMO POSTO: MATTEO ZURLONI 

Un nome nuovo si è affacciato sul grande palcoscenico e ha prontamente saputo mettersi in mostra, in maniera fragorosa e dirompente, fagocitando avversari più blasonati, mostrando la giusta scaltrezza e quella spensieratezza necessari per la differenza nell’evento più importante dell’anno, quando sei praticamente una matricola con un palmares ancora tutto da costruire e con un nome magari sottovalutato dai rivali. 

Matteo Zurloni si è laureato Campione del Mondo di speed, la disciplina veloce dell’arrampicata sportiva che alle Olimpiadi di Parigi 2024 assegnerà medaglie. L’azzurro ha primeggiato in maniera perentoria nella rassegna iridata, firmando tra l’altro il record europeo in finale (5.023). Il 21enne ha illuminato Berna e ha anche staccato il biglietto per i Giochi Olimpici: la prossima estate ci si presenterà nella capitale francese con il sogno di fare saltare il banco. 

ALBO D’ORO SPORTIVO DELL’ANNO OA SPORT 

2013 – Vincenzo Nibali (ciclismo) per il settore maschile / Jessica Rossi (tiro a volo) per il settore femminile 

2014 – Vincenzo Nibali (ciclismo) 

2015 – Flavia Pennetta (tennis) 

2016 – Gregorio Paltrinieri (nuoto) 

2017 – Federica Pellegrini (nuoto) 

2018 – Francesco Molinari (golf) 

2019 – Dorothea Wierer (biathlon) 

2020 – Filippo Ganna (ciclismo) 

2021 – Marcell Jacobs (atletica leggera) 

2022 – Francesco Bagnaia (motoGP) 

2023 – Jannik Sinner (tennis) 

Foto: Lapresse