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Nuoto, l’Italia ha reso speciale l’Europeo con un’ultima giornata surreale: tra conferme e gradite novità

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Nicolò Martinenghi

La pazienza è la virtù dei forti e in un paio di occasioni ha anche rischiato di saltare la pazienza in casa Italia nei primi cinque giorni di gare quando gli ori latitavano e si percepiva un certo nervosismo, tra una squalifica e qualche prestazione al di sotto delle aspettative. Chi conosce bene le cose del nuoto, però, ha capito da subito che la giornata gusta per la spedizione azzurra sarebbe stata l’ultima e proprio per questo non si è avventurato in bilanci prima che Jasmine Nocentini toccasse la piastra dell’ultima gara dell’Europeo, conquistando tra l’altro il settimo oro per l’Italia.

Gli azzurri, ormai, ad ogni evento alzano l’asticella. Mai avevano conquistato più di quattro ori nello stesso giorno in una grande manifestazione internazionale e a Otopeni si sono spinti fino a sei per rimettere a posto un bilancio che rischiava di essere negativo o comunque inferiore alle attese anche se con tutte le attenuanti del caso visto che praticamente per nessuno degli italiani questi Europei erano un obiettivo sensibile.

L’Italia del nuoto esce da Otopeni addirittura rafforzata nel morale e nel bottino di vittorie. Quella di ieri entra di diritto nelle giornate da storia dello sport italiano e il nuoto, ultimamente, è sempre più spesso presente in queste giornate magiche (basti ricordare Budapest nel 2017 con gli ori di Pellegrini e Detti e il bronzo di Paltrinieri nel giro di pochi minuti), Copenaghen 2017 con il tris d’oro nell’ultima giornata (Orsi, Scozzoli, Dotto), oppure Roma 2022 con giornate da quattro ori.

Quella di domenica è la fotografia di un nuoto italiano che abbraccia diverse generazioni, da quella dei veterani alla Silvia Di Pietro, a quella di mezzo con gli affermati Martinenghi, Quadarella, Razzetti, Mora, Miressi, a quella dei giovani e giovanissimi Pilato, Cerasuolo, Nocentini, D’Innocenzo e Morini. Un’Italia che sa rigenerarsi, che non ha paura dei ricambi generazionali e che sa aspettare i suoi campioni, pronti ad entrare in scena al momento giusto anche se prima è arrivata qualche delusione, spesso inevitabile perché fa parte della crescita del campione.

I sopracitati meritano un voto molto alto all’Europeo, perché hanno lottato, spesso contro condizioni fisiche non ottimali, con la voglia di riposare dopo due settimane intensissime dove la pressione si è fatta sentire, forse più a Riccione che a Otopeni, con la voglia di scaricare l’adrenalina che invece inondava il corpo ogni volta che c’era una finale in arrivo.

Non è stato l’Europeo di Thomas Ceccon che ha puntato tutto sui misti, salvo scoprire suo malgrado che ci sono regole ferree sulla nuotata e sulle fasi di transizione sulle quali la giuria è inflessibile. Sono arrivate due squalifiche in semifinale che fanno arrabbiare perché hanno privato pubblico e tifosi dello spettacolo di Ceccon in finale. Lui avrà sicuramente un po’ di rabbia in corpo di più e questo non potrà che fargli bene in vista dei prossimi appuntamenti.

E’ un’Italia a diverse punte che scopre volti nuovi ed è pronta a lanciarli alla rincorsa di gloria a Parigi ma non solo. Una è Jasmine Nocentini, azzurra d’America che rappresenta molto più di una speranza a tal punto che se ne va da Otopeni con un oro e due argenti in staffetta e un bronzo individuale. Se il buongiorno si vede dal mattino.

Otopeni è stata rigenerante anche per i due delusi più delusi di tutti dagli Assoluti di Riccione, Nicolò Martinenghi e Simona Quadarella, che ai Campionati Italiani avevano fallito la qualificazione per Parigi e avevano bisogno, dopo un avvio stentato della rassegna continentale, di prendersi una soddisfazione individuale che è arrivata a pochi minuti di distanza domenica pomeriggio. Alberto Razzetti, Benedetta Pilato, Alessandro Miressi e Lorenzo Mora avevano bisogno di conferme dopo un Campionato Italiano di grande livello e queste conferme sono arrivate alla grande, con qualche oro ma soprattutto con riscontri cronometrici soddisfacenti.

Non mancano le note stonate, dall’infortunio a Matteo Rivolta, con l’Italia che rischia di perdere il suo farfallista veloce più forte degli ultimi dieci anni in prospettiva Parigi, al ritardo di condizione di alcuni elementi (Marco De Tullio, Poggio, Carraro, Panziera), fino agli acciacchi di Angiolini e Franceschi che non sono proprio scese in vasca (la seconda non era nemmeno ad Otopeni) nella speranza di recuperare al più presto.

Foto: LaPresse