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Ciclismo

Alessandro Petacchi: “Tiberi al Giro deve provarci, Bagioli fa ben sperare, Ciccone è un generoso”

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Alessandro Petacchi

Alessandro Petacchi, professionista dal 1996 al 2015, sprinter puro, soprannominato AleJet, che vanta un palmares, tra le altre, di 27 vittorie di tappa al Giro d’Italia, 6 al Tour de France e 20 alla Vuelta a España. Opinionista Rai dal 2017, lo abbiamo raggiunto telefonicamente a ridosso dell’inizio della nuova stagione: “Quest’anno qualcosa abbiamo rivisto, anche se manca per ora il corridore da Grandi Classiche. Chi può avvicinarsi è Filippo Ganna, per le corse a tappe invece siamo messi male. Speriamo che ci possa essere qualche giovane che possa crescere bene come ad esempio Tiberi. Non sarà facile, si dovrà misurare e capire fin dove può spingersi. Mi è piaciuto molto Bagioli soprattutto nel finale di stagione e da lì può prendere spunto. Bagioli non è un corridore da pavé, ma può pensare ad una Liegi o al Lombardia, è un corridore che fa sicuramente ben sperare. Credo che Andrea debba puntare a fare delle belle Classiche e se farà il Giro non puntare alla classifica, ma alle tappe come quelle di media montagna. Ganna nella testa ha qualche Classica, una Roubaix o una Sanremo sono alla sua portata, ma gli avversari sono tosti“.

Cosa ti aspetti dal cambio squadra di Bagioli?

“Sinceramente non me l’aspettavo, pensavo rimanesse alla Soudal. Anche la Trek è una grande squadra e per il tipo di corse che piacciono a lui può andare bene la formazione americana”. 

Cosa ti aspetti da Antonio Tiberi al Giro d’Italia, che avrà carta bianca per la classifica e potrà contare sulla chioccia Damiano Caruso?

“Damiano credo che sia una garanzia e Antonio può solo che imparare. Tiberi non sa cosa può fare al Giro, lo scoprirà lì in quelle tre settimane, ma deve provarci. È un corridore che a crono si difende bene, così come in salita. Tiberi deve arrivare al Giro molto preparato perché già il secondo giorno con l’arrivo a Oropa e con una salita così esplosiva può fare la differenza. Non puoi permetterti di arrivare al 90% e quindi capirà subito come starà e quali saranno le sensazioni. L’avvicinamento al Giro qualcosa dirà. Potrebbe essere un errore grave non correre prima del Giro con un arrivo così duro nelle prime frazioni, quindi secondo me correre il Tour of the Alps può dare un’ottima mano in vista della Corsa Rosa”.

Secondo te, per la cronometro delle Olimpiadi, sarà meglio fare una preparazione specifica come Ganna o partecipare al Tour come Evenepoel?

“È chiaro che la resistenza e preparazione che ti dà il Tour è importante, ma è una prova per specialisti e credo che Ganna preparerà questo appuntamento al meglio, e quindi credo che da questo punto di vista non cambi niente”. 

Dopo le volate al Giro, si è creata una discussione su Milan. C’è chi dice che è un corridore da Classiche, non uno sprinter. Tu, da ex grande velocista, come lo vedi?

“Può provare a puntare a qualche Classica, dipende quale. Lo vedo bene ad una Gand o ad una Roubaix. Milan è un corridore pesante che vince anche le volate. È talmente giovane che anche lui dovrà capire dove può esprimersi al meglio. Mi piacerebbe vederlo provare a giocarsi le volate al Tour con i migliori velocisti al mondo, bisognerà vedere quali saranno i suoi programmi per la prossima stagione. Ci sarà anche da capire se la squadra (la Lidl Trek) gli affiancherà qualcuno per poterlo nella miglior posizione possibile, ci sono tante cosa da capire”.

Il ritorno dello sponsor Polti nella squadra di Basso e Contador può portare qualcosa in più al ciclismo italiano?

“Quando ho letto questa notizia mi ha fatto molto piacere perché mi ha ricordato la Polti di Gianni Bugno. È bello veder tornare uno sponsor nel ciclismo e spero che possa essere un traino per altre aziende”. 

Da Pellizzari e Piganzoli cosa possiamo aspettarci nel 2024?

“Pellizzari è uno scalatore interessante, è molto giovane e serve tempo. Se dovesse fare il Giro il prossimo anno sarebbe una grande occasione di crescita sia personale che fisica. Un Grande Giro ti da una maturità fisica che nessun’altra corsa ti dà, soprattutto per gli sforzi che ti trovi a dover recuperare nell’ultima settimana. Anche Piganzoli è un ragazzo giovane e ha bisogno di crescere. I segnali da parte di questi due ragazzi ci sono”. 

Secondo te Pogacar può riprendersi lo scettro al Tour de France o Vingegaard è superiore?

“È possibile che Pogacar ci riesca. Vingegaard è un avversario molto tosto, ma credo che Pogacar, se deve lavorare da qualche parte, lo deve fare a cronometro che è dove cede leggermente rispetto all’avversario. Ho visto un video recentemente e mi sembra che ci stia lavorando parecchio soprattutto a livello di posizione, che mi sembrata più performante. Tadej ha sempre corso in funzione della cronometro e quindi vuol dire che mentalmente sai già di essere più debole”. 

Il Giro 2024 può essere un’occasione per Ciccone? 

“Sì, secondo me sì. Peccato che quest’anno si sia ammalato poco prima della partenza, poi ha rimediato un Tour non programmato. Se posso fare una critica, a fin di bene, vorrei dire che Ciccone è generoso. Lui in fuga pensava magari solo ai GPM, ma con le gambe che aveva poteva tranquillamente vincere una tappa gestendo meglio le energie. Al Giro se farà classifica correrà in maniera diversa, ma in caso contrario non avrà problemi a centrare qualche successo di tappa. Quest’anno abbiamo ritrovato un Ciccone che negli ultimi anni non abbiamo visto”.