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LA LEGGENDA DEGLI UOMINI STRAORDINARI! Sinner-Sonego trafiggono Djokovic-Kecmanovic e portano l’Italia in finale di Coppa Davis!

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Jannik Sinner e Lorenzo Sonego

Nessuno è imbattibile a questo mondo, neanche Novak Djokovic. E’ la serata dell’Italia e di Jannik Sinner a Malaga, nella semifinale di Coppa Davis tra la selezione del Bel Paese e la Serbia. L’altoatesino, dopo aver compiuto l’impresa di battere Nole in singolare, ha replicato nel doppio. Insieme all’amico Lorenzo Sonego, Jannik si è preso lo scalpo serbo. Il duo composto da Djokovic e da Miomir Kecmanovic è stato piegato sullo score di 6-3 6-4 e per il nostro Paese è un ritorno 25 anni dopo nella Finale per giocare domani l’Insalatiera contro l’Australia.

Nel primo set si comprende da subito che le bordate di Sinner siano un fattore. L’altoatesino martella da tutte le posizione e proprio sul servizio di Djokovic c’è il break (sesto game). Sonego, trascinato dal n.4 del mondo, si esalta e dà un contributo fondamentale al 6-3 della prima frazione.

Nel secondo set si segue il medesimo canovaccio fino al terzo game, quando gli azzurri con alcune risposte micidiali di Jannik piegano la resistenza di Kecmanovic. Nel turno al servizio successivo c’è la reazione di Nole che con alcune risposte delle sue mette in difficoltà gli azzurri. Il contro-break si materializza. Il sesto gioco è quello della svolta perché Sinner e Sonego sono costretti a fronteggiare uno 0-40 pesantissimo, ma Jannik fa vedere cose strepitose al servizio e Sonny è ben presente. Salvando ben quattro palle break c’è il 3-3 e nel gioco successivo, con uno smash di rabbia il torinese crea lo strappo decisivo. Nel decimo gioco c’è un doppio fallo per Sinner, ma il braccio non trema quando deve andare e con una seconda di servizio molto robusta il braccio di Djokovic si piega ed è Finale sullo score di 6-4.

Leggendo le statistiche, i due azzurri hanno concluso con 8 ace, 29 vincenti e 22 errori non forzati, a testimonianza di una partita all’attacco. A ciò si aggiungono il 75% dei punti vinti con la prima di servizio e il 58% con la seconda.

Foto: LaPresse