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Formula 1

F1, Mario Isola: “A Las Vegas temperature inusuali, sarà complicato il riscaldamento delle gomme”

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Mario Isola

Per la prima volta dal 1982, la Formula Uno torna questo weekend a Las Vegas per il penultimo round stagionale del Mondiale 2023. A differenza degli anni ’80, il circus sarà di scena su un inedito circuito cittadino che si snoda proprio per le strade principali della città del Nevada (inclusa la celebre Strip). Sul piano sportivo ci sono tante incognite, anche e soprattutto per quanto riguarda il comportamento degli pneumatici con temperature basse su una pista composta da lunghi rettilinei.

La F1 torna negli Stati Uniti per la terza volta in questa stagione dopo gli appuntamenti di Miami e Austin. E lo fa con uno dei Gran Premi più attesi dell’anno, quello di Las Vegas, dove la massima competizione automobilistica non si esibiva dal 1982. Sarà un Gran Premio affascinante perché si svolgerà in una città che fa dello spettacolo la sua caratteristica principale e tutti noi che lavoriamo in questo sport vogliamo offrire agli spettatori qualcosa di unico e all’altezza della sua fama“, dichiara Mario Isola a pochi giorni dal weekend di gara americano.

Sia per le squadre che per noi, sarà anche una sfida tecnica particolare che affronteremo senza alcun punto di riferimento, ad eccezione delle simulazioni. Nessuno, infatti, ha mai corso sul Las Vegas Strip Circuit, un tracciato lungo 6,12 chilometri – secondo soltanto a Spa-Francorchamps nel calendario iridato di quest’anno – e caratterizzato da tre rettilinei e 17 curve“, prosegue il responsabile motorsport di Pirelli.

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L’asfalto sarà un mix fra il manto stradale cittadino, in particolare sulla Strip, e parti totalmente riasfaltate per l’occasione, aggiungendo così un’ulteriore incognita. Va tenuto presente, inoltre, che non ci saranno gare di contorno al Gran Premio e che il tracciato sarà riaperto al traffico stradale per buona parte della giornata, il che non dovrebbe permettere il consueto livello di gommatura dell’asfalto e il conseguente miglioramento delle condizioni di aderenza“, spiega Isola.

Ci aspettiamo vetture con un livello di carico aerodinamico piuttosto basso, simile a quelli utilizzati su tracciati come Baku o, ancor più verosimilmente, Monza: la velocità di punta sarà infatti un aspetto molto importante da tenere in considerazione per essere competitivi. Inoltre, tutte le sessioni si svolgeranno in notturna, con temperature dell’aria e dell’asfalto decisamente inusuali per un weekend di gara, più simili a quelle che s’incontravano quando i test di inizio stagione si svolgevano in Europa. Le lunghe percorrenze in rettilineo renderanno ancor più complicata la fase di riscaldamento dei pneumatici in qualifica ma anche il mantenimento di una temperatura adeguata in gara, riproponendo – in maniera probabilmente più esasperata – una condizione che si verifica di solito a Baku“, aggiunge il responsabile Pirelli in F1.

Tutto ciò considerato, abbiamo scelto per Las Vegas il tris di mescole più morbido fra quelle disponibili: C3, C4 e C5 dovrebbero garantire un buon livello di grip. Le prescrizioni per la pressione delle gomme indicano un minimo di 27 psi per l’asse anteriore e 24,5 psi per il posteriore. Sono valori la cui definizione è dovuta sia alle basse temperature attese durante le sessioni sia alla configurazione del tracciato. Va tenuto presente, infatti, che il freddo riduce la differenza tra la pressione delle gomme a vettura ferma e quella stabilizzata, quando la vettura gira in pista: in movimento, quindi, la pressione crescerà meno che su altri circuiti a causa delle basse temperature dell’asfalto. A regime, pertanto, stimiamo che la pressione in pista rimanga inferiore ai valori registrati su altri tracciati particolarmente impegnativi per i pneumatici come, ad esempio, la stessa Baku“, conclude il manager milanese.

Foto: LPS/Alessio De Marco