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Coppa Davis, Italia-Australia 1-0: un superlativo Arnaldi lotta come un leone e piega Popyrin al terzo

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Matteo Arnaldi

Matteo Arnaldi vince il primo singolare della finale di Coppa Davis 2023. Il sanremese classe 2001 batte con il punteggio di 7-5 2-6 6-4 Alexei Popyrin e porta l’Italia sull’1-0 nei confronti dell’Australia. Si tratta della sua seconda vittoria personale in tre confronti contro di lui. Sarà Jannik Sinner tra pochi minuti, contro Alex de Minaur, a cercare di siglare il secondo e decisivo punto a favore degli azzurri, mai così vicini all’Insalatiera da 47 anni a questa parte.

Arnaldi deve subito uscire da una situazione complicata nell’1-1, quando una gran risposta di rovescio manda Popyrin sul 15-30. I successivi tre punti, però, il sanremese li gestisce bene. E, subito dopo, s’inventa tanta, tanta pressione in risposta per guadagnarsi le prime tre palle break dell’incontro. E il 3-1 arriva, facendo esultare il tifo di parte italiana. Il problema è che la reazione dell’aussie arriva pronta, e di forza: controbreak a zero. Sul 4-3 per Arnaldi si va di nuovo in lotta, Popyrin sbaglia un dritto facilissimo e regala una chance di 5-3, che però salva con merito. Anche il 4-4 vede in scena un game lottato, ma l’italiano se ne tira fuori, sul 5-4 gioca una volée straordinaria per lo 0-30 e sfrutta l’erratico dritto di Popyrin per andare sui tre set point. Tutti, però, se ne vanno, e l’azzurro sui primi due può recriminare.

Sullo slancio l’aussie sale 15-40 sul 5-5, ma prima di rovescio e poi con la prima centrale le cose ritornano nel loro elemento. La tensione aumenta: sul 6-5 30-30 Arnaldi viene tradito dal nastro che gli allunga un bel dritto, ma costringe Popyrin a sbagliare una difficile volée. Si torna a lottare, e stavolta il set point per l’azzurro è quello buono, perché su un magnifico recupero incrociato di dritto l’australiano non arriva. Esultano tutti, è 7-5.

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Qualche problema di precisione e, forse, un piccolo calo di Arnaldi consentono a Popyrin di trovare subito il break nel secondo set. Il rischio di veder fuggire l’australiano c’è ed è concreto sullo 0-2 e palla break ai vantaggi, ma un dritto sulla riga consente al ligure di cancellare (per il momento) i pensieri. Il problema è che lo 0-3 arriva comunque, nel giro di altri due punti: il calo tricolore è evidente, mentre Down Under c’è un momento di maggiore esaltazione. Il parziale, a quel punto, prende decisamente la direzione australiana, anche perché il livello di Popyrin rimane più alto. Sull’1-5 giungono due set point a suo favore, ma vengono annullati. Il set in casa Australia arriva comunque qualche minuto dopo: 6-2, si va al terzo.

Subito Popyrin ha tre palle break, di cui due consecutive. Con personalità Arnaldi va a prendersi i punti per annullarle, poi l’australiano combina un disastro di dritto sulla palla che l’avrebbe portato alla quarta chance. Il numero 3 azzurro ringrazia e vince il game. Per Matteo arriva anche il punto della partita, con difese impressionanti (anche in spaccata) e poi un lungolinea che fa saltare tutti in piedi. Un suo doppio fallo, però, regala altre due chance a Popyrin per allungare. L’italiano ha personalità, quella vera, e non lascia spiragli perché questo si realizzi, risalendo poi da 2-2 15-30. Ancora sul 3-3, però, il classe ’99 trova un passante incrociato stretto di dritto clamoroso per il 15-40.

La prima chance la spreca lui, la seconda se ne va in formato prima vincente. Improvvisamente, sul 4-3, tra una gran volée di Arnaldi e un doppio fallo, la palla break ce l’ha l’italiano, ma la prima vincente non consente di fare nulla. Rinfrancato, Popyrin spinge ancora e torna sul 15-30. Palla corta di Arnaldi, risposta vincente dell’aussie ed è ottava palla break, cancellata dall’ace. Sul 5-4, il nastro colpito dall’azzurro sul 30 pari tradisce l’oceanico che spara lungo il dritto: match point. E la conclusione arriva sul passante di rovescio dell’azzurro che trafigge il suo avversario lanciato a rete.

Il paradosso dell’incontro è che Popyrin chiude con cinque punti vinti in più rispetto ad Arnaldi (109-104); la matematica, del resto, non è scienza applicabile al tennis. A parità di vincenti, 35 ciascuno, c’è qualche errore gratuito in meno per l’italiano (22-28), e soprattutto un 13/16 nelle palle break salvate che parla da solo, specie quando si realizza che è un 8/8 nel terzo set.

Foto: LiveMedia/Andrea Rosito – LivePhotoSport.it