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ATP Finals, Nargiso prudente su Sinner: “Non è il secondo favorito. C’è una cosa che deve dimostrare”

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Jannik Sinner

La sfida è lanciata. La stagione del tennis volge al termine e ci si prepara agli ultimi fuochi: ATP Finals a Torino e Finali di Coppa Davis a Malaga. Sarà un mese di novembre, per questo, decisamente interessante perché il tema sarà il seguente: chi riuscirà a porre un freno all’incedere di Novak Djokovic? Il campione serbo, reduce dalla quarantesima vittoria in un Masters1000 in carriera (Parigi-Bercy), non ha alcuna intenzione di arrestare la propria corsa.

Il suo obiettivo è quello di terminare il 2023 da n.1 e di vincere la Coppa Davis. In un anno in cui il serbo ha vinto tre Slam e perso in Finale a Wimbledon da Carlos Alcaraz, le idee sono molto chiare e vedremo chi riuscirà a ostacolarlo.

Jannik Sinner si presenta a Torino con ambizioni: l’altoatesino è salito al n.4 del mondo e al Pala Alpitour vorrà stupire. Domani ci sarà il sorteggio e scopriremo come i due gironi saranno composti per dare il via alla rassegna da domenica 12 novembre. Per valutare i vari argomenti ci siamo rivolti a Diego Nargiso, ex tennista di ottimo livello e impegnato nell’attività di tecnico a livello federale.

La prima domanda riguarda le ambizioni di Jannik Sinner a Torino. Alcuni addetti ai lavori ritengono che il giocatore italiano sia il secondo favorito, sulla base dei recenti risultati. Lei è d’accordo?

Sinceramente no. A mio parere Sinner non può essere il secondo favorito perché è un esordiente, essendo la prima volta che partecipa alle ATP Finals, dal momento che nel 2021 subentrò a Berrettini da riserva ed è molto diverso”.

Crede che quindi non sia pronto per centrare questo obiettivo?

No, il suo livello di gioco è molto alto e può ambire al massimo traguardo, ma a mio avviso ci sono giocatori che hanno maggior esperienza e hanno già dimostrato di fare molto bene in questa competizione. Al di là di Djokovic, tennisti come Medvedev, Zverev e Tsitsipas non si possono non considerare, vista la loro storia in questo torneo e la loro capacità di affrontare avversari di alto livello in rapida successione. Jannik ha compiuto dei grandi miglioramenti nel 2023, non ci sono dubbi su questo e indoor è molto forte, però è da vedere se sarà in grado di fronteggiare tutta una serie di incontri molto complicati in breve tempo. Parliamoci chiaro, nel Masters1000 che ha vinto a Toronto non ha battuto neanche un top-10, qui ci sono i migliori otto del mondo senza se e senza ma”.

Le vittorie di Pechino e Vienna come le valuta, quindi, legate a questo discorso? In Cina ha sconfitto Alcaraz e Medvedev in semifinale e finale e in Austria il russo nell’atto conclusivo, battendolo un po’ sul suo terreno: scambi lunghi ed estenuanti.

Sono successi molto pesanti che confermano come lui, soprattutto sul duro, abbia delle possibilità di vittoria nei grandi tornei. Tuttavia, a mio avviso, pensare che quei risultati possano tradursi in un ruolo di secondo favorito a Torino non mi trova d’accordo”.

Allargando il discorso e guardando in prospettiva, si è spesso parlato di quello che manca all’altoatesino per vincere uno Slam. C’è chi parla di completezza tecnica e chi di crescita fisica. Lei che da parte sta?

Da nessuna delle due. Secondo me, Jannik è pronto per vincere un Major, ma deve appunto dimostrare di giocare a un certo livello nel corso di due settimane, quando dalla semifinale in avanti ci saranno i migliori del mondo. Affrontare con successo nel giro di pochi giorni chi è davanti in classifica è una cosa che Sinner non ha ancora dimostrato negli Slam, ma sono certo che lo farà per il suo talento e l’attitudine al lavoro”.

Anche perché poi a livello Slam si deve fare i conti con questo Djokovic che non molla un colpo. Impressionato da quanto fatto dal serbo?

Sinceramente è anche difficile definire ciò che Nole sta facendo. Tutti pensavano, dopo la sconfitta nella finale di Wimbledon contro Alcaraz, che lo spagnolo era pronto per prendere il testimone e invece da quella partita non ne ha persa una. Parliamo del miglior tennista di tutti i tempi, non ci sono dubbi su questo, e lo ribadisce ogni volta che gioca. Rendiamoci conto: sta fuori più di un mese, rientra e vince a Parigi-Bercy, giocando anche male. Sì, è davvero incredibile”.

Secondo lei fino a quando lo troveremo sul circuito?

Dipenderà dalle sue motivazioni che sono il vero segreto. La sua fame di vittoria è infinita e l’ha anche detto: punta a far propri tutti i record. Probabilmente ambisce anche al primato di tornei vinti da Connors (109, ndr), vedremo. Ciò non toglie che tutti i discorsi che si fanno per i Major non possono non considerare Djokovic il favorito numero uno senza ombra di dubbio”.

E anche in Coppa Davis pare abbia mire ambiziose. Serbia favorita?

Con Djokovic chiaramente sì, anche perché lui con la sua presenza può trascinare anche i propri compagni. Sarà una Davis molto equilibrata in cui può accadere di tutto”.

E l’Italia?

La squadra di Volandri ha un confronto con l’Olanda molto difficile perché sono solidi tra i singolaristi e hanno un doppio assai competitivo. Certo, anche la nostra formazione è di qualità elevata, ma dipenderà anche dalla condizione fisica. Sarà uno scontro da 50 a 50, come un po’ tutti della Final Eight”.

Foto: © e-motion/Bildagentur Zolles KG/Christian Hofer