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MotoGP, i piloti contro il nuovo calendario da 22 appuntamenti: “44 gare complessive con le Sprint: è troppo”

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La MotoGP si trova davanti ad un bivio di capitale importanza: continuare a inseguire lo spettacolo (in stile F1) o tornare al passato ascoltando i propri protagonisti? Da qualche tempo la classe regina ha provato a dare una svolta ai suoi format ed alla sua immagine, con un 2023 che ha sancito una vera e propria rivoluzione. L’introduzione delle Sprint Race (in ogni weekend di gara) ha segnato un punto focale del rapporto tra Dorna ed i piloti.

La sensazione è che questo cambiamento (sostanzialmente imposto dall’alto) non sia piaciuto al 100% a tutti i centauri della top class e la consapevolezza che nella prossima stagione porterà addirittura a 22 appuntamenti (per cui 44 corse complessive tra Sprint e domenicali) fa alzare qualche sopracciglio all’interno dello schieramento di partenza. Più gare, uguale più rischi. Più rischi, uguale più cadute. Più cadute, uguale più infortuni. Lo stiamo vedendo in maniera notevole in questo 2023. Nessun pilota è stato esente da infortuni (più o meno gravi) e quasi nessun Gran Premio ha visto la griglia di partenza al proprio completo. Aspetti che non possono essere sottostimati.

Chi ha voluto dire la sua è Fabio Quartararo, campione del mondo 2021, che ha un’opinione chiara sul nuovo calendario: “Secondo me siamo al limite. Il problema è che non si tratta solo di 22 gare, ma anche di 22 sprint. Dal punto di vista mentale e fisico il fine settimana è completamente diverso. Si vede quanti infortuni ci sono stati quest’anno. Dal venerdì mattina devi essere al limite. L’anno scorso riuscivi ad avvicinarti più comodamente alle FP1, poi andavi a caccia della top10 nella FP2 e FP3. Ora, invece, siamo sempre al limite. Questo è il problema. Non sono possibili più di 22 Gran Premi. Dal punto di vista fisico è completamente diverso dalla Formula 1”. (Fonte: Speedweek).

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Gli fa eco Marc Marquez che incalza: “È vero che veniamo pagati per questo, ma è anche vero che non ci sono 22 ma 44 gare. Se si guarda quanti infortuni abbiamo avuto quest’anno, molti di essi si verificano nei primi giri dello sprint o della gara principale, ovvero i momenti in cui rischiamo di più e spingiamo al massimo. 22 weekend di gara sono tanti, anzi sono troppi con il nuovo format. Dobbiamo adattarci. È vero però che dal punto di vista fisico è piuttosto impegnativo. Quando sei stanco la concentrazione diminuisce, quando la concentrazione diminuisce è più probabile che tu commetta un errore e cada. Dovremo gestire bene tutte queste cose”.

Foto: LaPresse