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MotoGP, Bagnaia in gara risponde presente. Ma qualifiche e Sprint sono l’asso nella manica di Martin

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Si era capito come il settimo posto della Sprint non fosse aderente al reale valore di Francesco Bagnaia sulla pista di Buriram. La balbettante partenza dalla sesta casella e le dinamiche della tiratissima gara dimezzata hanno tarpato le ali a qualsiasi velleità di rimonta di Pecco. Viceversa, la piazza d’onore nel Gran Premio di Thailandia vero e proprio, è affine al potenziale del piemontese.

Certo è che il Campione del Mondo in carica sta gareggiando a handicap, quello rappresentato da un calo di incisività in qualifica. Nessun riferimento nascosto all’incidente del Montmelò, sia chiaro. Si prende atto di come, dopo le 5 pole position artigliate nei 7 weekend tra la Francia e la Catalogna, non ne sia arrivata più nessuna. Si constata, tuttavia, come anche nel finale del 2022 si fosse verificata la medesima dinamica. Dopo l’Aragona, Bagnaia non era più stato il migliore in qualifica, senza alcun highside traditore di mezzo.

Come e perché questa situazione abbia preso corpo è materia di studio per Pecco stesso e per gli ingegneri a cui lui fa riferimento. È il peccato originale della qualifica ad avere ripercussioni a cascata sul resto del weekend. La situazione si sta protraendo da diverse gare e rappresenta un vulnus da cicatrizzare, poiché porta a un’emorragia di punti. La Thailandia, in tal senso, è stata emblematica. Se ci si trova imbrigliati in dispersive bagarre si perde troppo tempo.

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Martin, la differenza, la sta facendo al sabato. In tutti i sensi. Deposita un piccolo capitale in qualifica, riscuotendo gli interessi nella Sprint per poi reinvestire tutto nel Gran Premio domenicale. A volte gli va male, ma se si regala prestazioni maiuscole come quella odierna e non commette errori strategici, batterlo diventa difficile, per non dire impossibile.

Qualifiche e sprint sono il grimaldello con cui Jorge sta scardinando la porta della camera di sicurezza dove il bis iridato di Bagnaia era stato apparentemente riposto. Da qui a Sepang, il compito del piemontese sarà trovare un modo per blindare di nuovo un luogo ora apertamente esposto a chi si vuole appropriare del Mondiale 2023.

Foto: Valerio Origo