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Editoriali

Jannik Sinner trasfigurato contro Alcaraz: fa diventare lo spagnolo umano

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Sinner e Alcaraz

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, a dispetto della giovane età, si sono già affrontati sette volte nel circuito ATP: in quattro circostanze si è imposto l’italiano, in tre lo spagnolo. Ormai non è più un caso: il fuoriclasse iberico soffre, e non poco, il gioco dell’altoatesino. Va detto che Sinner diventa proprio un altro giocatore quando affronta quello che, probabilmente, sarà il grande rivale della sua carriera: sembra Clark Kent che veste i panni di Superman o Peter Parker che assume le sembianze dell’Uomo Ragno. Di colpo i dubbi, le paure ed anche i problemi fisici spariscono come d’incanto per far posto ad una vera e propria macchina da tennis.

Contro Alcaraz abbiamo sempre ammirato la miglior versione in assoluto di Sinner, anche nelle tre circostanze in cui ha perso. Per un insieme di fattori: la velocità di palla dello spagnolo non gli crea particolari difficoltà, anzi più il ritmo aumenta e più prende il sopravvento; chiaramente gli stimoli nell’affrontare un avversario del genere sono smisurati e l’italiano sembra voler dimostrare al mondo, ma forse prima di tutto a se stesso, di poter recitare da primattóre sui palcoscenici massimi a cui ambisce sin da ragazzino. Non è un caso, dunque, se Sinner abbia espresso sinora in carriera l’apice del suo tennis contro Alcaraz e, in parte e ad un livello comunque inferiore, contro Novak Djokovic. Ed è tutta qui la chiave di volta della suo futuro. Da oggi è il nuovo numero 4 del mondo, dunque scalare posizioni nel ranking sarà sempre più complicato. Per farlo, dovrà regalare prestazioni di questo tipo con maggiore costanza, senza riservarle alle sole serate di gala con Alcaraz. Sovente Sinner tende ad adattarsi al livello di gioco degli avversari, sia verso l’alto sia verso il basso. Quando riuscirà ad imporre con costanza il proprio tennis, gli scenari potranno mutare, soprattutto negli Slam, dove risparmiare energie nei primi turni rappresenta una condizione fondamentale per arrivare freschi nelle fasi decisive. Ad ogni modo, il classe 2001 sinora ha dimostrato a sprazzi di possedere il gioco per vincere uno Slam, tuttavia nei fatti si è rivelato non ancora pronto, vuoi per una maturazione fisica non completa, vuoi perché attualmente i primi tre che lo precedono in classifica, oggettivamente, hanno ancora qualcosa in più. Per intenderci: oggi Sinner non sarebbe ancora pronto per vincere uno Slam sconfiggendo nell’ordine Alcaraz, Medvedev e Djokovic (come avrebbe dovuto fare agli ultimi US Open, dove si arrese però agli ottavi contro Alexander Zverev). Il suo fisico non è ancora temprato per affrontare tre battaglie così dispendiose per il corpo ed anche (o soprattutto?) per la mente nell’arco di pochi giorni. L’obiettivo è arrivarci nei prossimi anni.

Se Sinner veste i panni del supereroe contro Alcaraz, esprimendo un tennis da stropicciarsi gli occhi e commettendo pochissimi errori gratuiti (appena 6 questa sera), al contrario proprio lo spagnolo sembra diventare un giocatore ‘normale’ contro l’italiano. Quel senso di onnipotenza che trasuda quando affronta qualsiasi avversario, Djokovic escluso, contro Sinner non viene percepito. Il classe 2003 sa di possedere doti fuori dal comune, non a caso a 20 anni vanta già due Slam in bacheca. Eppure, quando si trova di fronte l’italiano, diventa improvvisamente umano, non più invincibile, ma assalito dai dubbi che si insinuano subdoli all’interno di un castello di certezze che sembrava inscalfibile. La frustrazione dello spagnolo è parsa evidente, come peraltro era già accaduto in altri precedenti. Se si eccettua Djokovic, Alcaraz domina contro qualunque avversario ed è superiore anche allo stesso Medvedev, malgrado la recente sconfitta agli US Open. Contro Sinner, però, si accorge di non riuscire a dominare come vorrebbe. Capisce anzi che non solo non riesce a fare la partita, ma la subisce per lunghi tratti. Non è lui a tenere le redini: questo lo percepisce e gli fa male, malissimo. Il crollo nel secondo set si spiega anche in questo modo, così come i tanti gesti di stizza. Ad ogni modo, la saga tra Sinner ed Alcaraz è solo agli albori e promette dei colpi di scena che neanche osiamo immaginare da qui ai prossimi anni. L’auspicio è che prima o poi il confronto italo-iberico metta in palio un trofeo dello Slam. Ma intanto il nostro portacolori dovrà provare domani ad esorcizzare la bestia nera Daniil Medvedev: sarebbe un primo passetto per iniziare la nuova, difficilissima ma affascinante scalata alla top3.

Foto: Lapresse