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Volley femminile, come cambia l’Italia senza Egonu? Potenzialità ridotte, servirà compattare la squadra

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Paola Egonu

Paola Egonu ha deciso di non prendere parte al torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, che andrà in scena a Lodz (Polonia) dal 16 al 24 settembre. L’opposto ha preferito prendersi un periodo di pausa, in accordo con il Commissario Tecnico e con il Presidente federale. Questa è la versione ufficiale, ma è innegabile che ci sia del malessere da parte dell’attaccante, che ha ricoperto soltanto il ruolo di riserva di lusso durante i recenti Europei conclusi malamente al quarto posto da parte della nostra Nazionale, crollata in semifinale contro la Turchia (dove era in vantaggio per 2-1 e 18-14) e nell’atto conclusivo per il terzo posto contro l’Olanda.

Il malumore era già emerso in occasione dei Mondiali 2022, conclusi con la medaglia di bronzo e con le note dichiarazioni della bomber veneta, la quale aveva affermato di volersi prendere una pausa dalla Nazionale in seguito a dichiarati attacchi a sfondo razziale. Il CT Davide Mazzanti ha affermato, dopo la debacle dello scorso weekend, di non aver più avuto la squadra in pugno e così si è arrivati a una rifondazione: il libero Monica De Gennaro, la centrale Cristina Chirichella e la schiacciatrice Caterina Bosetti sono rimaste a casa, mentre Egonu è stata convocata ma è entrato in gioco soltanto con il doppio cambio. Tranne in semifinale, dove è diventata titolare a partire dalla metà del secondo set per cercare di tenere testa alle anatoliche (e l’obiettivo stava per essere centrato…).

Ekaterina Antropova è stata schierata come opposto titolare, ma al momento non è sembrata ancora così performante per certe partite: la giocatrice di Scandicci deve acquisire esperienza in determinati contesti per essere ancora più competitiva. Paola Egonu non sarà a disposizione per il preolimpico e dunque toccherà alla giocatrice di origini russe trascinare la squadra in attacco insieme ai martelli Miryam Sylla ed Elena Pietrini, con Alessia Orro in cabina di regia, Anna Danesi e Marina Lubian al centro, Eleonora Fersino il libero. Bisognerà però cercare di ricompattare la squadra, perché le crepe sono evidenti e i problemi in seno a questo gruppo sembrano essere più psicologici ed emotivi che tecnici.

Il tempo però è minimo, visto che mancano soltanto una decina di giorni al torneo di qualificazione. Non c’è tempo per ulteriori rivoluzioni, Davide Mazzanti sarà ancora il CT e le giocatrici a disposizione sono quelle viste agli Europei (Egonu a parte ovviamente). Bisognerà fare i conti con USA e Polonia in un round robin che metterà in palio due posti per i Giochi, senza però sottovalutare Thailandia, Corea del Sud e Germania, mentre Slovenia e Colombia sono due gradini sotto. A questo punto, con questa squadra, non sarà facile restare nelle prime due posizioni: le americane hanno grande caratura, le biancorosse giocheranno in casa, le asiatiche hanno un ottimo approccio difensivo. La missione sarà davvero complicata e, se si fallirà, bisognerà sperare nel ranking.

Il discorso va però esteso anche in ottica Olimpiadi 2024 (sperando di non avere sorprese lungo il cammino di qualificazione). Se resterà Mazzanti rimarranno a casa De Gennaro, Egonu, Chirichella, Bosetti? Se cambierà allenatore saranno tutte a disposizione insieme o ci sono crepe insanabili? Potrebbero tornare soltanto alcuni elementi? Quale sarebbe la linea tecnica da seguire e soprattutto quali sono i nomi che possono subentrare alla guida di questa Nazionale? Domande a cui la Federvolley sarà chiamata a dare risposte, ma che al momento sembrano essere inevase.

Foto: Photo LiveMedia/Lisa Guglielmi