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Tennis, Puppo: “Sinner con Alcaraz se la gioca, con Djokovic no. Bertolucci in Coppa Davis potrebbe aiutare”

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Jannik Sinner

Il dominio di Nole Djokovic, le polemiche nei giorni che hanno anticipato l’inizio della Coppa Davis, le difficoltà di Musetti e il grande carattere di Arnaldi. Sono questi i principali argomenti sciorinati da Dario Puppo nel corso della trasmissione Sport&Go2u andata in onda sul canale ufficiale di OA Sport.

La mitica voce di Eurosport ha in primo luogo analizzato l’incredibile stagione di Nole, reduce dal successo agli US Open, fornendo diversi spunti di riflessione interessanti, come la rivalità con Alcaraz, al momento l’unico in grado ad impensierirlo malgrado l’enorme differenza di età: “Qualche giorno fa pensavo a quanto sarebbe stato bello vedere più di un match tra Federer e Pete Sampras. Non credo che ci possa essere oggi qualcuno diverso da Alcaraz per creare una situazione simile con Djokovic: non sappiamo quanti tornei potrà vincere Carlitos, ma effettivamente è un giocatore che sa imparare più in fretta, anche Jannik Sinner lo sa fare, ma Alcaraz è più vicino di chiunque altro. Forse Nole ci sta regalando proprio questa opportunità che capita raramente. Per arrivare a inserirti tra questi due, mai si erano visti due Campioni così forti e così distanti di età, devi fare davvero qualcosa di eccezionale”.

Puppo ha quindi proseguito lodando le caratteristiche emotive e comunicative del serbo: “Se il tabellone gira in un certo modo e ci sono possibilità favorevoli, Sinner è uno dei pochi a poter dare fastidio ad Alcaraz. Non a Djokovic. Lui è come un robot, non sbaglia mai. A volte dà di matto e perde il controllo. Ma è un aspetto bello perché deve vincere anche contro se stesso mentre gioca. Lui cerca quella situazione, quell’elemento che in ogni partita lo possa rasserenare. Se lui si tranquillizza come fai a batterlo? Vi ricordate inoltre la metafora sul vaso di fiori espressa dopo l’Australian Open? Il tennis può essere anche un esempio, attraverso questi giocatori e straordinari comunicatori si può dare qualcosa in più al pubblico. Non credo sia un male il suo dominio, ma è chiaro che a non tutti piace. Quando hai un campione del genere però non dipende niente da altri, ma da quello che succede in campo”.

Inoltre Dario Puppo ha fatto emergere un punto di vista molto particolare, considerando la stagione di Djokovic la migliore in assoluto: “Secondo me guardando i numeri la stagione migliore a livello di Slam è questa: è vero che nel 2021 ne ha vinte 27 di seguito, però ha subito più sconfitte insolite e imprevedibili. Ci sono state delle situazioni che gli hanno impedito di vincere di più. E se lui quest’anno è riuscito a vincere la quarta, a 36 anni, alla decima finale, perdendo l’unica partita al quinto, forse è davvero la stagione più grande dello Slam della storia, senza voler togliere nulla a Laver che le ha vinte 27 nel 1969. Esploriamo ancora su di lui, non fermiamoci al pregiudizio o ai suoi pensieri personali controversi“.

Una fame di vittorie che potrebbe ancora continuare quella di Nole, così come rimarcato dall’analista: “Lui ha detto che la fase più difficile della stagione è stata il passaggio dal cemento al rosso intorno a Pasqua a Montecarlo. Quando hai raggiunto un livello più alto tu vuoi andare ancora più in alto: a lui manca un Montecarlo per fare il giro completo dei Tornei tre volte, e gli manca un Roland Garros per fare un giro degli Slam per quattro volte. Credo sia interessante vedere le scelte che farà sulla terra”. Non è mancato poi un paragone con altri due assi dello sport, Cristiano Ronaldo e Lebron James: “Cristiano è un adone, lui ha il fisico edè bello: Lebron James ha il fisco dominante in una lega che è tra le più difficili tra tutte. Djokovic ha un fisico alle dipendenze della mentalità, sono tre cose diverse”.

In seconda battuta Puppo ha espresso la sua opinione circa la disastrosa strategia comunicativa in casa Italia in vista della Coppa Davis: “A me ha ricordato la scena di Fantozzi davanti al distributore della Coca Cola. Io trovo che che molti snobbino un po’ la Coppa Davis, tranne Fognini che invece ci tiene. Lui è un po’ un calciatore mancato, tiene molto allo spirito di gruppo. Jannik aveva detto di prepararsi per la Coppa Davis, in base alle parole di Arnaldi pare si sapesse di una sua convocazione. Volandri aveva parlato di gruppo allargato, forse già c’era l’idea di gestire la Coppa Davis con più tennisti. Credo che lo staff di Sinner si stia concentrando per far arrivare il giocatore competitivo agli ATP Finals. Lì ci sono degli sponsor ed è una grande occasione. Gli altri avversari saranno più stanchi. Lo staff avrà deciso di non complicarsi la vita a Bologna. Vorrei che Jannik fosse più asciutto e concreto non solo quando si tratta di ragionare sugli obiettivi. L’importante in situazioni come queste è che le cose non escano fuori, ma se escono non devono creare dei dubbi negli appassionati. Io penso che uno come Sinner, anche se ancora non ha la padronanza perfetta dell’italiano, col tempo possa essere più comunicativo”.

L’obiettivo per gli azzurri sarà poi quello di centrare la top2 del girone, altrimenti si tratterebbe a tutti gli effetti di un fallimento: “Se non dovessero centrare questo obiettivo sarebbe qualcosa di brutto. Il calcio sta facendo brutte figure, così come altri sport di squadra. Speriamo non succeda questo perché questa squadra e questo gruppo può regalare una vittoria che non accade da diverso tempo. C’è l’influenza che arriva dal calcio per la Coppa Davis. Le generazioni precedenti riuscivano a dare il massimo proprio lì, ma era un’altra Coppa Davis proprio come formula in quanto si andava gli uni a casa degli altri. Per l’Italia ha del valore, ora ha tolto un po’ di interesse anche se ci sono due network, Sky e Rai, che seguono la Coppa. E’ un’occasione mancata quindi anche per una serie di stimoli”.

In ultimo Dario Puppo ha parlato di Musetti e Arnaldi, due talenti contrassegnati da una personalità molto diverse: “Si spaventa molto e va in crisi. Musetti deve lavorare su questo. A me piace vederlo sulla terra rossa, penso possa esserci per lui una persona che possa sostenerlo. L’esempio di Coco Gauff dovrebbe farci capire che se è scattata quella cosa per lei, potrebbe scattare anche per Lorenzo. Bisogna capire se c’è disponibile una figura capace di suscitare in lui empatia, capacità di ascolto e di mettere in pratica le cose, il che non è banale. Per me è lui è l’hombre del partido. Ha quella roba di chi è legato alla mentalità, alla passione del calcio. Fognini e Musetti in questo sono molto simili. Arrivano dalla mentalità calciocentrica. Questa è una piccola formuletta che può aiutare Musetti per incanalare le sue cose migliori a disposizione della sua carriera. Lui deve essere più positivo, è troppo negativo, si sminuisce molto, ci fa vedere di non avere la forza di essere più forte di così. E invece io sono sicuro che ce l’abbia. Spero che da questa Davis, anche se i contenuti tecnici sono da piano inferiore, possa riconfermarsi“.

Diverso invece il discorso su Arnaldi: “Credo che stia seguendo un po’ la mentalità alla Djokovic. Lui non ragiona sulla singola partita, ma su ciò che deve fare emotivamente, tecnicamente e delle scelte in campo per testarsi e per arrivare a degli obiettivi molto ambiziosi. Per me Arnaldi sarà uno stimolo anche dagli altri giocatori italiani, è diverso. Tecnicamente non è Sinner, non è Musetti, non è Berettini. Ma ha grande convinzione”.

In ultimo Dario Puppo ha pensato al nome di Paolo Bertolucci in prospettiva della Coppa Davis. A suo giudizio infatti in questo momento serve una figura in grado di tranquillizzare gli animi: “Io penso a Paolo Bertolucci, vedo in lui una sorta di consigliere e una persona che sa rasserenare, perché non coinvolgerlo in un ruolo nella Coppa Davis, per aiutare anche Volandri? Al momento giusto occorre alleggerire la tensione. Ci vuole qualcuno che stia lì a dare una mano, all’atmosfera del gruppo. Passeremo nel girone! Sonego e Musetti molti Paesi sarebbero contenti di averli, per non parlare di Berettini. Non passare sarebbe un dramma tecnicamente e sportivamente, la Coppa Davis. anche se è cambiata la formula. avvicina molto i valori, è un’emozione diversa”.

DARIO PUPPO A SPORT&GO2U: INTERVISTA COMPLETA

Foto: LaPresse