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MotoGP, tre personaggi in cerca del Mondiale. Francesco Bagnaia resta il favorito, ma l’Oriente sarà davvero Estremo!

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Il Gran Premio di San Marino ha alterato i rapporti di forza al pinnacolo della MotoGP. La sostanza non cambia, i pretendenti al titolo iridato sono sempre gli stessi. Si modifica, però, la forma. I ruoli all’interno del trio composto da Francesco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi sono mutati. Non in maniera definitiva, perché come abbiamo visto al Montmelò gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma il terzetto esce da Misano con connotati ben differenti rispetto a quelli che aveva all’entrata di Silverstone.

Francesco Bagnaia resta il favorito per la conquista del titolo. Cionondimeno, ha perso i crismi di “Campione in pectore” guadagnati dopo aver sbaragliato il campo a Spielberg. La colpa è, soprattutto, dell’incidente patito in Catalogna, costatogli il terzo “zero” stagionale in un GP e il fatto di dover affrontare il weekend romagnolo lontano dalla miglior condizione fisica. Gli infortuni fanno, purtroppo, parte del gioco. Evitarli può essere una questione di fortuna, come di merito. Il vero Pecco rimane, sulla carta, superiore a chicchessia. Però bisogna prendere atto di come si sia giocato almeno un jolly, se non due; e di jolly, nel mazzo di ognuno, ce ne sono solo quattro. Non sono infiniti.

Jorge Martin è invece passato dall’essere “uno sfidante” all’essere “lo sfidante”, quello con l’articolo determinativo.  Ha saputo graffiare quando poteva farlo e ha avuto la solidità di difendersi al meglio delle proprie possibilità quando si è viceversa trovato in difficoltà. In questo modo è rimasto nella scia di Bagnaia (36 punti di ritardo quando ne restano 296 sul piatto lo mantengono pienamente in corsa per il Mondiale) e ha staccato Marco Bezzecchi.

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Il romagnolo è scivolato dal rango di “sfidante” a quello di “terzo incomodo”. Non potrebbe essere altrimenti, poiché si ritrova a -65 dal battistrada iridato e a -29 dal più immediato inseguitore che, peraltro, di riffa o di raffa non ha ceduto terreno al riminese in nessuno degli ultimi quattro weekend. Per il Bez pesa come un macigno la caduta di Silverstone. Senza l’errore britannico i connotati della sua stagione e il suo status attuale sarebbero completamente diversi. Inutile piangere sul latte versato. Quanto è stato, è stato. Si cresce anche sbagliando, Bagnaia docet. L’importante è fare tesoro dei propri errori.

Dunque lo scenario è ben definito, i battistrada si sono sgranati e si presenteranno in Oriente scritturati per tre parti ben diverse l’una dall’altra. Si vedrà quale sarà l’evoluzione della fase cruciale del Mondiale, con 7 gare in 9 settimane, alcune delle quali in contesti sconosciuti (India) o quasi (Indonesia) e praticamente tutte potenzialmente soggette a tifoni. Nell’ambito della MotoGP, il concetto di “Estremo Oriente” si appreseta ad assumere, quindi, un significato differente rispetto a quello prettamente geografico!

Foto: Valerio Origo