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MotoGP, GP India 2023. La storia insegna che le “prime volte” esotiche non sono mai banali!

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Marco Bezzecchi

Nel weekend del 22-24 settembre, il Motomondiale andrà alla scoperta dell’India, dove si correrà per la prima volta nella storia. La massima categoria motociclistica sta difatti ampliando sempre più i propri orizzonti, con un occhio di riguardo al continente asiatico. Lo testimonia il fatto che negli ultimi anni si sia visto nascere il GP di Thailandia e risorgere quello d’Indonesia.

Il Giappone e la Malesia sono invece da tempo punti fermi dell’Estremo Oriente, essendo entrati in calendario già tra fine anni ’80 e inizio anni ’90. Entrambe le nazioni hanno cambiato il luogo del loro appuntamento (Suzuka, Shah Alam e Johor sono uscite di scena per questioni di sicurezza), ma Motegi e Sepang fanno perennemente da palcoscenico agli eventi del Paese del Sol Levante e di quello malaysiano.

In vista del nascituro Gran Premio d’India, per puro spirito di curiosità, si è controllato come sono andate le “prime volte” in ogni nazione dell’Estremo Oriente entrata nel giro iridato. D’altronde, i contesti esotici hanno sempre un fascino particolare…

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GIAPPONE (Suzuka, marzo 1987) – Il meteo decide di ergersi a protagonista. Piove a dirotto. Ne approfitta Randy Mamola, che domina la scena, tirando uno schiaffo alla Honda proprietaria dell’autodromo. Il californiano, infatti, conduce al successo una Yamaha!

MALESIA (Shah Alam, settembre 1991) – Una settimana prima del GP viene organizzata una sessione di test collettivi, durante la quale si infortunano sia Wayne Rainey che Kevin Schwantz, ovvero due dei tre protagonisti della stagione! Per fortuna di Rainey, ha già vinto matematicamente il Mondiale. Il giorno della gara, poi, si verifica un imprevisto più unico che raro. La termocoperta di Mick Doohan si guasta e gli brucia la gomma posteriore prima della partenza. L’australiano, anziché vincere sul velluto, deve lottare arrivare terzo. Approfitta al meglio di tutte le circostanze John Kocinski, che artiglia il suo primo successo nel Motomondiale.

INDONESIA (Sentul, aprile 1996) – Niente da segnalare. Doohan gioca “al gatto col topo” nei confronti di Alex Barros, sorpassandolo e seminandolo quando serve.

CINA (Shanghai, maggio 2005) – Si corre sotto l’acqua e Valentino Rossi spadroneggia. È una mezza sorpresa, perchè il Dottore veniva da un periodo in cui, quando si correva sul bagnato, doveva sovente accontentarsi di piazzamenti. Da segnalare la clamorosa seconda posizione di Olivier Jacque con la sterile Kawasaki, un risultato assolutamente a sorpresa e, chiaramente, propiziato dalle condizioni meteo.

THAILANDIA (Buriram, ottobre 2018) – Si assiste a una gara strepitosa. Marc Marquez, Andrea Dovizioso, Maverick Viñales e Valentino Rossi si azzuffano per il successo. In particolare, i primi due citati inscenano un duello sensazionale, che si conclude con la vittoria dell’iberico. Sul traguardo, i primi tre sono racchiusi in 270 millesimi. Si tratta di uno degli arrivi più “tirati” nella storia della classe regina!

INDONESIA II (Mandalika, marzo 2022) – Se la “prima” indonesiana era filata liscia come l’olio, la resurrezione in altro contesto è un pandemonio. Si scatena un diluvio e la partenza viene ritardata. Si ammira la scena surreale della sciamana, che danza in pit-lane a piedi nudi sotto i fulmini! Com’è, come non è, il rito propiziatorio funziona. L’acquazzone si placa e si può partire. La spunta Miguel Oliveira, che va in fuga nelle prime fasi e poi gestisce il ritorno degli avversari.

Dunque, quali conclusioni possiamo trarre da tutto ciò? Che ben 5 volte 6 non si è avuta una gara banale, anzi si sono talvolta verificate situazioni inaspettate. Inoltre, in 3 casi su 6 ha piovuto. Cosa succederà nell’esotica India, al suo esordio iridato nel 2023?

Foto: MotoGPpress.com