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Coppa Davis 2023, il Cile si aggiudica il primo punto: ‘cappotto’ rifilato alla Svezia

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Il Cile mette a segno il primo graffio in Coppa Davis. La selezione guidata da Nicolaas Massu ha vinto il confronto con la Svezia e firma il primo successo nel gruppo A in corso di svolgimento all’Unipol Arena di Bologna. I sudamericani se la sono cavata già con i singolari e attendono di sapere chi li affiancherà in classifica tra Italia e Canada, che si affronteranno domani.

La prima partita ha lasciato presagire un inaspettato equilibrio: lotta all’ultimo sangue tra Cristian Garin, caduto in disgrazia dopo aver raggiunto il diciassettesimo posto delle classifiche mondiali, e Leo Borg, il figlio del grande Bjorn che al momento non ha raggiunto un minimo dei risultati del papà. Una sfida imprevedibile, infarcita di errori da una parte e dall’altra, in cui ne esce vincitrice la maggiore esperienza del cileno, che nel dodicesimo game del terzo set mette pressione al giovane avversario: ha bisogno però di cinque match point, sfruttato solo con un errore avversario, per avere la meglio sul 7-6 3-6 7-5.

Ma nella seconda partita, Nicolas Jarry fa valere il suo stato di quasi top 20 nel ranking ATP e fa a fette Elias Ymer, diventato il numero 1 svedese dopo la squalifica per doping del fratello Mikael. Una partita condotta con sicurezza e tranquillità dal sudamericano, che allunga in entrambi i casi in apertura di frazione per poi arrivare agevolmente alla chiusura. Solo un momento di tensione nel secondo gioco del secondo set, quando è costretto a salvarsi da 0-40 per evitare di perdere il break a favore, per poi mettere fine alla partita con il punteggio di 6-2 6-4 in nemmeno settanta minuti. 

Diventa così ininfluente, almeno per il risultato finale, il doppio che vede in campo Filip Bergevi ed Andre Goransson da una parte e Tomas Barrios Vela ed Alejandro Tabilo dall’altra. I sudamericani non sono clementi e firmano il cappotto con un buon 6-4 7-5, mettendo così i loro avversari in una posizione scomoda per l’economia del girone.

Foto: LaPresse