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Tennis, Binaghi chiude il caso Sinner: “Per vincere degli Slam serve fare delle rinunce nel breve periodo”

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Angelo Binaghi

Messa in archivio la settimana di Coppa Davis a Bologna. All’Unipol Arena, la Nazionale italiana di tennis ha rischiato non poco una clamorosa eliminazione, nel Gruppo A con Canada, Cile e Svezia. La netta sconfitta all’esordio contro la formazione canadese, priva di Felix Auger-Aliassime e di Denis Shapovalov, aveva messo in allarme tutti.

Bravi gli azzurri a reagire e a imporsi nei restanti incontri, guadagnandosi l’accesso ai quarti di finale di Davis a Malaga (Spagna) sul finire di novembre. A commentare il tutto, ai microfoni dei media presenti, è stato il presidente della FITP, Angelo Binaghi.

In linguaggio calcistico potremmo dire che l’abbiamo ribaltata. Abbiamo fatto una remuntada. Abbiamo subito il primo giorno una sconfitta bruciante, inattesa, in casa, e l’avremmo complessivamente subita se non avessimo completato questa grande impresa contro il Cile. Non ricordo precedenti simili, solo contro la Finlandia nel 2000 a Reggio Calabria: c’erano in campo Sanguinetti e Galimberti. Fu una grandissima delusione dalla quale partì la ricostruzione del nostro tennis“, ha dichiarato Binaghi. “La sconfitta non avrebbe cambiato una virgola. Ora che abbiamo passato il girone, credo che non cambi nulla se non per il fatto che da qui a fine anno avremo un’occasione in più per cercare di ottenere i grandi risultati che ci aspettiamo e che i nostri giocatori hanno iniziato a farci assaporare“, la sottolineatura del n.1 della Federtennis.

Inevitabile non risponde a uno dei tempi della settimana, l’assenza di Jannik Sinner. Il massimo dirigente della FITP è stato molto chiaro sulla questione: “Aspettavo la fine degli incontri per parlare di Sinner, a cui faccio i complimenti perché è riuscito in questi giorni a non rispondere e a non farsi trascinare dalle polemiche, a far sì che la squadra riuscisse a esprimere il meglio anche nelle difficoltà. Sono atteggiamenti di grande maturità che confermano quello che ho sempre pensato di lui. Ero presente a New York quando ha giocato tre set e mezzo con i crampi contro Zverev, in una situazione molto difficile: c’era molto caldo, era molto umido. Ho seguito le dichiarazioni anche alla nostra televisione in cui ha sostanzialmente detto che era pronto a venire in Davis. Siamo stati informati che il suo staff immediatamente dopo aveva impostato con lui una riflessione seria che ci sembra ragionevole. Gli hanno detto: ‘Houston, abbiamo un problema. Se vuoi vincere gli Slam, un obiettivo suo e di tutto lo sport italiano, i dati ci dicono che abbiamo problemi fisici. A Miami dopo la semifinale contro Alcaraz non ci reggiamo in piedi in finale contro Medvedev. A Cincinnati abbiamo avuto difficoltà fisiche contro Lajovic due giorni dopo aver vinto Toronto. Allo US Open dopo tre incontri non proprio devastanti abbiamo problemi. Se l’obiettivo continua a essere, e deve essere, diventare un giocatore che ogni anno lotta per gli Slam come Federer, Djokovic e Nadal, allora bisogna fermarsi, fare un programma fisico pluriennale come già stiamo facendo, e intensificarlo. Il calendario da qui a fine anno prevede tre, quattro settimane vuote, perciò dobbiamo sfruttare queste settimane per intensificare la preparazione fisica e darti tutte le armi per poterti mettere in condizione di competere per vincere gli Slam’. Condivido, e l’ho condiviso fin dal primo momento con grande sofferenza, l’obiettivo che Sinner e il suo team si sono dati. Oggi succede questo perché Sinner ha 22 anni, è numero 4 nella Race e rappresenta per noi un’occasione che nel tennis italiano non c’è mai stata. Nemmeno Panatta e Nicola Pietrangeli, credo, sono arrivati numero 4 del mondo a 22 anni. Penso che si possano, si debbano sacrificare obiettivi di breve termine per vincere la battaglia di medio e lungo periodo, perché se vinciamo questa scommessa cambiamo la storia del tennis. Arriverà comunque anche per Sinner il momento in cui alla Nazionale bisognerà dare la priorità rispetto ad altro, ci saranno situazioni in cui i ragionamenti potranno e dovranno essere diversi. Sono sicuro che Sinner non rinuncerà a venire a Malaga. Credo che abbia detto, e l’ha dimostrato quando è venuto a giocare in Coppa Davis, di provare orgoglio, voglia, passione nell’indossare la maglia della nazionale. Credo sia stato giusto sacrificare questo girone di Coppa Davis, dove l’Italia partiva favorita anche senza Sinner e Berrettini, rispetto a obiettivi di lungo periodo che, se raggiunti, di Davis ce ne potrebbe portare tre o quattro come successo con le ragazze in Billie Jean King Cup negli anni 2000″.

Binaghi ha detto la sua anche sulla polemica che c’è stata tra Fabio Fognini e il capitano non giocatore, Filippo Volandri, dopo l’esclusione del ligure dall’elenco dei convocati: “Non pongo nessun nesso di relazione tra quello che è successo in campo il primo giorno, e che stava per succedere nella seconda partita, e le problematiche che ci sono state tra Fabio Fognini e Filippo Volandri. Problematiche che ho seguito: ho parlato con Fabio come sapete, e con Volandri. Sono degli equivoci che affronteremo con loro nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, per superare questo problema che si è creato, ma che non ha alcun nesso con il risultato della prima giornata e con quello che si sarebbe potuto verificare nella seconda contro il Cile. Anche perché, al contrario, quello che è successo contro il Canada si sarebbe ripetuto nella seconda e magari anche nella terza giornata, se avessimo avuto una ripercussione forte di tenuta della squadra e del gruppo di tipo emozionale. A conferma del fatto che abbiamo una squadra di giocatori e ragazzi straordinari, in campo e fuori“.

A conclusione, una battuta su Matteo Berrettini, presente a supporto dei compagni a Bologna: “Matteo Berrettini ha avuto un comportamento straordinario, da leader. I leader fanno così, vengono e trascinano. Credo sia logico che Matteo non ci fosse alla prima partita. È significativo che sia arrivato nel momento di necessità, a inizio settimana non sembrava che dovessimo averne bisogno. Il leader arriva nel momento del bisogno, e il momento del bisogno è arrivato con la seconda e con questa terza partita“.

Foto: LaPresse