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Basket, l’Italia e il pensiero stupendo di giocarsela con gli USA: le chiavi per coltivare il sogno

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Gigi Datome, Gianmarco Pozzecco

Cresce l’attesa per una sfida che probabilmente ad inizio Mondiale nessuno avrebbe mai previsto: alle 14:40 italiane, infatti, gli Azzurri di Gianmarco Pozzecco affrontano nella Mall of Asia di Manila (Filippine) gli Stati Uniti nel quarto di finale del torneo iridato che mette in palio un posto tra le magnifiche quattro.

L’Italbasket vuole continuare a sognare, dopo aver reagito nel migliore dei modi al passo falso rimediato nella prima fase contro la Repubblica Dominicana piazzando tre vittorie in fila contro le Filippine – senza farsi intimorire dal pubblico dell’Araneta Coliseum che ha spinto i padroni di casa – e nella seconda parte contro la temibile Serbia (decisiva per il primo posto nel girone) ed infine il completamento dell’opera contro la coriacea Porto Rico. Ora però arrivare forse l’ostacolo più grande, la vetta più alta da scalare: gli Stati Uniti. Proprio coloro che hanno inventato ‘The Game’ (‘ il gioco’, ndr) e che vogliono respirare nuovamente il sapore della vittoria dopo aver fallito l’ultimo Mondiale nel 2019, presentandosi al meglio alle Olimpiadi di Parigi 2024 dove dovranno difendere l’oro conquistato a Tokyo. Il roster a disposizione di coach Steve Kerr non ha bisogno di particolari presentazioni, perché basta citare due nomi: Anthony Edwards e Paolo Banchero. Il primo sta viaggiando a medie elevatissime – 35 punti nel ko di domenica contro la Lituania, mentre il secondo ha scelto di difendere i colori americani dopo aver ‘ventilato’ per diversi mesi la possibilità di sposare la causa azzurra.

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I ragazzi di Gianmarco Pozzecco cercheranno sicuramente di mettere in difficoltà la Nazionale a ‘stelle e strisce’, nonostante i pronostici della vigilia siano tutti a favore degli USA. La rappresentativa del Bel Paese ha però dimostrato che l’orgoglio e la compattezza del gruppo possono compensare la mancanza di stelle o dei nomi altisonanti che scorrono leggendo il roster americano. Quali sono quindi le chiavi per provare a coltivare il sogno di una semifinale iridata mai centrata nel Terzo Millennio? La prima sarà sicuramente la difesa. Bisogna cercare di limitare il più possibile lo strapotere offensivo delle bocche da fuoco di coach Kerr, capaci di attaccare il ferro con ferocia ma al tempo stesso spietati da qualsiasi posizione. Anthony Edwards è sicuramente il cecchino da tenere maggiormente sotto osservazione, ma non andranno trascurati gli altri compagni come lo stesso Banchero (21 punti al debutto contro la Nuova Zelanda) oppure la guardia dei Los Angeles Lakers Austin Reaves (46.2% dall’arco). Sul fronte rimbalzi Nicolò Melli ha giganteggiato contro Porto Rico, contribuendo largamente ai 48 rimbalzi totali raccolti: questo dato sta a significare che se si tratta di fare a sportellate sotto il ferro siamo pronti. La seconda chiave è la precisione al tiro: al Commissario Tecnico piace giocare soprattutto in transizione sfruttando la velocità degli esterni (Tonut su tutti) e tirando molto dalla lunga distanza, ma in diverse circostanze il pallone fatica ad andare in fondo alla retina quindi bisogna cercare altre soluzioni per finalizzare. Infine, bisognerà cercare di evitare i black-out che hanno caratterizzato il terzo quarto delle partite fin qui disputate dalla compagine tricolore: Datome e compagni sono sempre stati bravi a reagire ricucendo lo strappo, ma contro gli States il margine di errore è sottilissimo perché potrebbero punirci in qualsiasi modo portando l’inerzia del match in proprio favore.

In conclusione possiamo quindi riassumere la sfida tra Italia e Stati Uniti come un classico ‘Davide contro Golia’. Gli Azzurri sanno di partire da underdogs (‘sfavoriti’ in inglese, ndr) con una Nazionale che punta dritta alla vittoria finale, ma hanno già dimostrato di saper mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Il CT Pozzecco ha difatti presentato così la partita, attraverso il sito della FIP: “Ci meritiamo questa partita. I ragazzi si meritano questo palcoscenico perché fin dal primo giorno hanno sudato per essere qui”. D’altra parte lui era in campo – e Carlo ‘Charlie’ Recalcati in panchina – in Germania nel 2004, quando in amichevole l’Italia riuscì a prevalere sul Dream Team in cui giocavano pezzi grossi del calibro di Carmelo Anthony o di Allen Iverson…Forza Azzurri: sognare non costa nulla!

Foto: fiba.basketball