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Atletica, la storia di Roberto Rigali: “Io sono un dilettante che ha vinto l’argento ai Mondiali nella 4×100”

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Roberto Rigali, Lamont Marcell Jacobs, Filippo Tortu e Lorenzo Patta

Ferdinando Savarese, conduttore della trasmissione Sprint2U, appuntamento settimanale in onda sul canale Youtube di OA Sport, ha avuto come ospite Roberto Rigali, il primo frazionista della staffetta 4×100 maschile che ai Mondiali 2023 di atletica leggera a Budapest ha centrato la medaglia d’argento.

Ritorno trionfale in Italia tra Borno e Bergamo dopo la rassegna iridata: “Mi sono trasferito da qualche anno a Bergamo appunto per allenarmi e studiare, visto che a Bergamo c’è un impianto indoor, una bella struttura a disposizione. Poi c’è il mio allenatore che allena lì e ho deciso di trasferirmi. Però io il weekend torno volentieri al mio paesino, Borno, è una sorta di vacanza, riesco a staccare un po’ la testa dalla città, e poi ci sono tutti i miei amici storici ed è bello. L’accoglienza è stata una cosa incredibile, è stato molto divertente, perché c’era veramente un sacco di gente che mi tifava, mi applaudiva, mi diceva ‘Bravo, bravo, continua così, sei uno in gamba’, e quindi è stato veramente uno spettacolo e le emozioni adesso per fortuna riesco a gestirle. I primi tre giorni, quando abbiamo vinto l’argento, era un continuo piangere, ridere, non riuscire a capire bene quello che avevamo fatto. Ecco, adesso ho la mente un po’ più lucida ed è ancora più bello. C’era il sindaco, c’erano un sacco di persone, non so quante, c’era la piazza completamente piena, ma c’erano tanti ragazzini. Mi ricordo che un paio di ragazzi mi han detto di aver iniziato a fare atletica per questo motivo e mi ha fatto molto piacere. C’erano anche tante signore anziane che mi volevano dare un bacio, ed è stato molto divertente. Speriamo di rifarlo magari in futuro“.

Tante le presenze in azzurro per Rigali: “Ho fatto molte Nazionali, ho fatto Berlino nel 2018, poi Doha, i Mondiali di Yokohama, i Mondiali delle staffette in Silesia. Diciamo che ho sempre fatto la riserva, quindi riuscire ad arrivare qui a Budapest, essendo praticamente titolare, l’ho vissuta in maniera diversa. Ero molto più concentrato, siamo stati molto bene, non c’è stata nel nostro gruppo molta ansia pre-gara, siamo riusciti bene a gestirla, è stata molto tranquilla come trasferta“.

Titolarità acquisita coi risultati sul campo: “Me lo sentivo, perché dopo il Challenge di Modena, dove ho fatto 10″25, stavo bene, non ho toppato una gara quest’anno neanche nelle indoor, a parte gli Europei di Istanbul, dove sono stato male, ma è un altro discorso. E poi a Grosseto ho fatto una curva molto molto veloce, e quindi non poteva, tra virgolette, non mettermi. Però c’è sempre l’incognita, cioè non sai mai se stai bene fino in fondo, magari nel riscaldamento senti qualche piccolo acciacchino, oppure può capitare di tutto, come per esempio a Istanbul, quando sono stato male agli Europei. Magari prendi un’infezione intestinale e devi mettere per forza un altro, quindi c’è sempre il pallino del dire ‘Corro, non corro’. Però ero tranquillo, sapevo che se facevo le cose bene, togliendo un po’ la sfiga, potevo correre. E così è successo“.

Sui cambi nella staffetta: “Siamo stati bravi, considerando anche il fatto che non è che ne abbiamo provati tanti di cambi nei raduni scorsi, perché per esempio Marcell aveva i suoi problemi, Patta aveva degli acciacchini, quindi è stato tutto un po’, come si può dire, rimandato. Il cambio con Marcell lo rimandiamo a domani, però domani veniva e lo rimandavamo ad un altro giorno, però siamo stati bravi, poi Di Mulo penso sia il migliore sotto questo punto di vista, quindi è stato merito suo. Poi noi facciamo il nostro, però dobbiamo solo correre e basta. È semplice, tra virgolette, poi entri in un loop mentale e ti viene tutto naturale. Se stai lì a pensare quando chiamare, non è che escono molto veloci i cambi“.

Roberto Rigali è un atleta dilettante, non arruolato in alcun corpo militare: “Io devo tutto tutto a Dante Acerbis, il presidente della mia società, che mi fa fare questa cosa come un atleta professionista pur non essendolo. Ed infatti, ad ogni intervista che faccio, ringrazio lui perché è merito suo. Io avrei già smesso da qualche anno se non avessi conosciuto lui. Perché non puoi fare questa cosa qua a questo livello non prendendo uno stipendio, perché è impossibile, e quindi sono molto fortunato sotto questo punto di vista, ed infatti lo ringrazio sempre. Ovvio, sarebbe più comodo riuscire ad entrare in una forza armata, però è andata così, e la cosa dà ancora più gusto. Devo dirla tutta, perché non so quanti atleti hanno preso una medaglia d’argento ad un Mondiale da dilettanti, e questa cosa mi dà proprio un orgoglio incredibile. Se arrivasse l’arruolamento, però, lo accetterei molto volentieri“.

Grandi risultati in stagione per l’azzurro: “Per tutta la stagione, in questo 2023, sono andato come una bomba, tra le indoor, dove ho fatto 6″62, poi ho avuto la sfiga di ammalarmi prima degli Europei, poi 10″25, cioè scendere sotto i 10″30 per tot volte, poi il terzo posto alle indoor dopo il campione europeo ed il vicecampione europeo ed arrivare a 0″04 da Ceccarelli a Molfetta. Sono tutte cose che mi rendono orgoglioso di quello che ho fatto insieme al mio allenatore, Alberto Barbera, che ha allenato anche la  Pavese, che è arrivata quarta nella staffetta, quindi è un super allenatore sotto questo punto di vista, perché allenare due atleti totalmente diversi e portarli a questi livelli non è facile“.

Difficile coniugare la vita da studente ed atleta non professionista: “Diciamo che non potevo permettermi di andar via magari per dei weekend, perché se dovevo studiare oppure dovevo fare tirocinio, perché prima ho fatto Massofisioterapia e l’ho finita, era durata due anni, poi dovevo fare Scienze Motorie, dove sono al terzo anno, quindi ero sempre in ballo con lo studio, non potevo permettermi di andar via tre o quattro giorni per fare un Meeting. È un po’ più difficile, non lo faccio a tempo pieno, quindi mi sarebbe piaciuto. Magari quest’anno si aprono un po’ di strade e vediamo“.

Sulla programmazione della prossima stagione: “La stagione indoor l’abbiamo sempre fatta, con l’allenatore la reputiamo un buon allenamento per le outdoor. Poi non so se cambia idea l’allenatore, io mi affido a lui e da fine settembre iniziamo la preparazione. Io subisco molto, per esempio, i viaggi, ho bisogno di stabilità per allenarmi appieno, anche il cambiare pista repentinamente lo subisco molto, anche quando facciamo i raduni, per esempio a Roma, io faccio fatica, sento che i polpacci si inchiodano, passami il termine“.

In futuro c’è la volontà di dedicarsi a tempo pieno all’atletica: “Per fortuna all’Università di Bergamo c’è la doppia carriera, che è una borsa di studio che ti agevola, Studente-Atleta. Diciamo che non l’ho subita tanto, però c’è sempre lo stress degli esami, dei tirocini vari, e quindi nonostante fossi agevolato, e ringrazio anche l’Università di Bergamo che mette a disposizione queste borse di studio, non è da tutte le Università, per esempio a Milano non c’è così bella. Per adesso non mi è pesata tantissimo devo dire, Massofisioterapia mi è pesata molto di più, quella sì che è stata tosta. A Scienze Motorie mi manca qualche esame, quindi teoricamente mi laureo a breve, e se trovo l’andazzo giusto vediamo di fare questo di lavoro ed impegnarmi al 100% nell’atletica. Sarebbe bello, sarebbe molto, come si dice, stressante da un punto di vista, ma stimolante dall’altro, perché devi mettere a disposizione il 100% della giornata, cosa che praticamente faccio anche adesso, però c’è sempre il pensiero, e quindi non sono libero di testa“.

L’INTERVISTA VIDEO A ROBERTO RIGALI

https://www.youtube.com/watch?v=mDSvuBPCDH4

Foto: LaPresse