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MotoGP, la crisi infinita di Yamaha. Ora c’è lo spettro di incassare la peggior stagione dal 1976

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Fabio Quartararo

Nel weekend del Gran Premio di Gran Bretagna di MotoGP, Maverick Viñales ha raccolto 18 punti (7 sabato e 11 domenica). Grazie a questo bottino, il ventottenne iberico ha scavalcato Fabio Quartararo nella classifica del Mondiale. El Diablo ha difatti racimolato 1 punticino, figlio della quindicesima posizione domenicale. Perché questo confronto tra i due ex compagni di squadra?

Semplice. Come detto, lo spagnolo ha sorpassato il francese nella graduatoria iridata, spingendo il transalpino fuori dalla top-ten. Il che solleva un tema di riflessione. Quando mai è capitato che Yamaha abbia concluso una stagione senza neppure un proprio centauro nelle prime 10 posizioni del Mondiale? Ebbene, andando a scartabellare i dati del passato, si ottiene una risposta sorprendente.

Il pensiero corre subito al disgraziatissimo 2003. Però, vent’anni fa, Carlos Checa, pur senza salire sul podio in alcun GP, tenne un rendimento tale da permettergli di chiudere comunque la classifica generale al posto. Tornando ancora più indietro nel tempo, ci si renderà conto di come nel 1997 ai tempi del “Cappotto Honda”, la Casa di Iwata abbia quantomeno visto Luca Cadalora attestarsi in sesta posizione assoluta.

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La memoria non basta, allora. Bisogna aprire gli archivi e impegnarsi per trovare una stagione in cui il marchio dei Tre Diapason abbia completamente “bucato” la top-ten iridata. Il responso è impressionante. Si deve risalire addirittura al 1976, anno successivo all’ultimo titolo di Giacomo Agostini (tornato alla MV Agusta) e nel quale Yamaha venne annichilita dalla superiorità della Suzuki RG500, tanto da indurre Johnny Cecotto, pilota di punta dell’epoca, a concentrarsi sulla 350cc (senza riuscire neppure a vincere quel titolo, andato a Walter Villa su Harley Davidson).

È dunque passato quasi mezzo secolo dall’ultimo Mondiale senza centauri di Iwata nella top-ten. Il 2023 è ancora lungo e Quartararo potrebbe risalire la china quanto basta per evitare una debacle totale al marchio a cui è legato anche per il 2024. Cionondimeno, questo è l’ennesimo sintomo della tremenda crisi nella quale sono sprofondate le aziende giapponesi, attualmente incapaci di tenere il passo di quelle europee.

Foto: MotoGPpress.com