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Chi è Leonardo Fabbri: il gigante buono d’argento ai Mondiali. E quel nullo da 23 metri…

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Leonardo Fabbri

Leonardo Fabbri ha fatto sognare l’Italia intera ai Mondiali di atletica leggera, rendendosi protagonista di una delle gare più iconiche della specialità, quel getto del peso che affonda le sue radici nell’antichità e che è l’emblema degli uomini più forti del Pianeta. Il giovane fuoriclasse toscano si era presentato a Budapest da autentico outsider, dopo che in stagione aveva raggiunto una serie di risultati di assoluto spessore tecnico: aveva vinto il Golden Gala nella sua Firenze, imponendosi per la prima volta in carriera in una tappa della Diamond League, il massimo circuito internazionale itinerante; poi aveva timbrato 21.80 ai Campionati Italiani Assoluti di Molfetta, un 21.81 a Pergine Valsugana e un 21.84 a Vicenza una decina di giorni fa.

Leonardi Fabbri aveva rischiato l’eliminazione in mattinata, qualificandosi all’atto conclusivo con il dodicesimo e ultimo posto utile, salvandosi per appena sei centimetri. In serata, però, il 26enne si è completamente trasformato e al terzo tentativo ha spedito l’attrezzo ad addirittura 22.34 metri: migliorato di ben 35 centimetri il proprio personale vecchio di tre anni, secondo italiano di tutti i tempi, alle spalle soltanto dell’icona Alessandro Andrei (Campione Olimpico a Los Angeles 1984 ed ex primatista mondiale), terzo azzurro a valicare la fatidica barriera (Zane Weir aveva timbrato 22.15 una decina di giorni fa).

Si tratta di un’impresa strepitosa da parte di un gigante titanico e meritatamente medaglia d’argento alle spalle dell’inarrivabile statunitense Ryan Crouser (addirittura 23.51, a cinque centimetri dal suo record del mondo). Anche perché in occasione del quinto tentativo l’azzurro ha toccato la fettuccia dei 23 metri con il peso, ma purtroppo è uscito di pedana e si è alzata la bandiera rossa del nullo: quelle misure sono nelle sue braccia, agli Assoluti aveva infatti dichiarato di avere un metro in più rispetto al 21.80 valso la vittoria.

L’allievo di Paolo Dal Soglio, quarto alle Olimpiadi di Atlanta 1996, è un colosso di 2 metri per 136 kg, è nato a Bagno a Ripoli (in provincia di Firenze) il 15 aprile 1997. Il nostro gigante buono ha incominciato a praticare atletica all’età di sei anni e fin da subito è stato indirizzato ai lanci in virtù della sua maestosa struttura fisica, iniziando a praticare l’attività sotto la guida di Stefania Sassi. Il primo podio internazionale arrivò nel 2013 con il bronzo agli EYOF, poi fu anche finalista ai Giochi Olimpici Giovanili nel 2014.

Diplomato all’istituto alberghiero, è seguito a Bologna da Dal Soglio dal 2018. Tifosissimo della Fiorentina e appassionato della musica italiana, vanta otto titoli italiani assoluti e quella odierna era la sua prima finale ai Mondiali dopo il tredicesimo posto del 2019 e la 22ma piazza del 2022. Agli Europei, invece, fu settimo nel 2022 all’aperto e a livello indoor, cinque mesi fa, commise sei nulli nell’atto conclusivo di Istanbul. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 venne eliminato in qualifica con il 14mo posto, ma ora si andrà a Parigi 2024 con ben altre ambizioni: ormai Leo è entrato in una nuova dimensione e non deve più fermarsi.

Foto: Colombo/FIDAL