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Scherma, Olga Kharlan si sfoga: “Questa Federazione sta uccidendo tutti. Smirnova il mio nemico, l’arbitro ha pianto”

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Olga Kharlan

Un pomeriggio assurdo quello che si è vissuto ai Mondiali di scherma in corso di svolgimento a Milano. Nella sciabola al femminile l’ucraina Olga Kharlan, una delle favorite per il titolo, è stata squalificata, privata anche di partecipare alla prova a squadre.

La questione è più politica che sportiva: l’ucraina ha gareggiato contro la russa Anna Smirnova dominando l’assalto e non chiudendolo però con la stretta di mano (una tradizione obbligatoria in questo sport), porgendo solo l’arma come gesto di saluto. Successivamente la russa è rimasta in pedana per 45 minuti, protestando per la mancata stretta di mano e presentando ricorso alla Federazione. Un atto di protesta alla fine accolto dopo molte ore dalla FIE, che ha portato all’esclusione di Kharlan, ma non al ripescaggio di Smirnova, visto che il cartellino nero è arrivato alla fine dell’incontro.

Il commento dell’ucraina, in lacrime, come riportato da Pianeta Scherma: “Penso che abbiate visto tutto, l’unica cosa che non ho voluto fare era stringerle mano, e sapevo di avere questa possibilità. Le ho proposto di fare il saluto con la lama, ma lei non voleva, e l’arbitro insieme a qualcuno della direzione torneo, mi hanno detto di andare via. Mi ero già scaldata per il match successivo ed ero al controllo armi in camera di chiamata  quando qualcuno è venuto da me e mi ha detto: ‘ti dobbiamo parlare’. C’era il direttore del torneo e un arbitro, e mi hanno detto: ‘ti daranno un cartellino nero’. Non è stata una scelta dell’arbitro, non credo, non è accaduto durante l’assalto. L’arbitro era molto turbato. È molto crudele anche verso di lui, è molto crudele per tutti. Il sistema, questa federazione, sta uccidendo tutti, anche gli arbitri. Lo conosco, è italiano, non è un amico ma lo rispetto come arbitro, non mi ha dato un cartellino nero sulla pedana, mi ha detto: ‘tutto ok’, e io mi sono detta: ‘vado al prossimo assalto’, l’arbitro ha pianto quando mi ha dato il cartellino nero”.

E ancora: “La nostra federazione sta protestando perché hanno cambiato la decisione dell’arbitro. In tutti questi mesi non abbiamo avuto notizie se potessimo gareggiare o no, e questa competizione vale per le Olimpiadi. Non vedevo l’ora di gareggiare, e  ieri sera ho saputo che potevo farlo. Ero felice ma allo stesso tempo ho iniziato a sentire molta pressione, ho dormito tre ore, stavo cercando di capire le mie emozioni”.

Sulla questione della guerra: “È stato molto difficile perché mi dicevo che non avrei dovuto gareggiare, perché la Russia è uno stato terrorista, ma poi mi sono detta che non avevo scelta. I nostri militari devono proteggerci e loro affrontano i nemici faccia a faccia, e quindi mi sono detta: ‘questo è il mio nemico, questa è la mia guerra, e devo dimostrare come dovrebbe andare’, l’ho fatto ma è stato un assalto molto difficile a livello emotivo”.

Foto: Lapresse