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F1, è già ultima spiaggia per impedire altri 2 anni di dominio Red Bull? Non si può aspettare la rivoluzione regolamentare 2026

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In questi giorni si sta facendo un gran parlare della rivoluzione regolamentare che interesserà la Formula Uno del 2026. Le novità saranno importanti soprattutto dal punto di vista ingegneristico, poiché le power unit andranno totalmente riprogettate. In particolare, verrà accantonata la MGU-H, ovvero la componente che recupera l’energia cinetica in eccesso prodotta dalla turbina e la immagazzina nelle batterie.

Tuttavia, la potenza dei motori dovrà rimanere invariata e il peso specifico della parte elettrica è destinato ad aumentare. Dunque, bisognerà far crescere esponenzialmente l’efficienza della MGU-K, la componente atta a riciclare l’energia cinetica generata dalle frenate. Cambierà inoltre la composizione del carburante, il quale non potrà più basarsi in alcun modo sul fossile. Insomma, una svolta “green”, se così vogliamo definirla. Una direzione che però sta preoccupando gli ingegneri, i quali si trovano di fronte a un’importante sfida. Costruire power unit da 1000 cavalli seguendo una strada più impervia sul piano prestazionale rispetto a quella attuale.

Il compito, evidentemente, affascina i motoristi. Oltre a chi c’è già (Ferrari, Mercedes, Honda, Renault) si aggiungeranno alla compagnia anche Ford e Audi. Cionondimeno, alcuni piloti e team manager stanno storcendo il naso di fronte alle novità. Le critiche più aspre provengono dalla Red Bull. Christian Horner e Max Verstappen paentano il rischio di vedere una F1 “spompata”, in cui si dovrà scalare di marcia prima della fine dei rettilinei perché non vi sarà energia a sufficienza per garantire piena potenza. La Fia, dal canto suo, ha derubricato tali perplessità. Non a caso è proprio il Drink Team a lamentarsi. D’altronde, chi è in una posizione egemone mira a mantenere il proprio status quo.

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Il discorso apre però un cruciale tema di riflessione. In queste settimane si stanno intavolando le monoposto del 2024. Tutte le squadre hanno la consapevolezza di dover colmare un importante gap prestazionale proprio da Red Bull, che ha vinto 27 delle 32 gare disputate con l’attuale regolamento tecnico in vigore (comprese 20 delle ultime 21). Qualcuno riuscirà quantomeno a produrre una vettura in grado di sfidare ad armi pari quella concepita a Milton Keynes, come aveva fatto Ferrari nella prima metà di 2022?

Non è una questione da poco, perché se l’attuale egemonia pressoché assoluta dovesse riproporsi anche nel 2024, ci sarebbe l’eventualità concreta di vederla proseguire per un’ulteriore stagione. D’altronde, fra dodici mesi, chi si impegnerebbe allo spasimo in determinati progetti, sapendo che questi sono destinati a durare un solo anno? Se Red Bull rimarrà imprendibile, qualcuno potrebbe già ragionare in ottica 2026, impostando il lavoro in maniera tale da usare il 2025 come banco di prova verso l’annata seguente, lasciando campo libero al Drink Team.

Ricapitolando, quelle correnti si annunciano come settimane cruciali per il futuro a medio termine. Per ogni struttura diversa da quella di base a Milton Keynes, ‘toppare’ l’auto del 2024 significherebbe generare l’ipotesi di dover sacrificare anche il 2025. Al contempo, se Adrian Newey e soci fossero in grado di partorire una RB20 capace di prolungare l’attuale supremazia, avrebbero modo di ipotecare in un colpo solo due titoli iridati, scoraggiando la concorrenza dal dannarsi l’anima per il 2025, concentrandosi già verso il 2026.

Sembra di ritrovare gli stessi discorsi fatti qualche anno fa, relativi alla dominazione Mercedes e alla rivoluzione annunciata per il 2021 (poi posticipata al 2022 dalla pandemia).  All’epoca si vedeva l’arrivo dell’effetto suolo come il Sacro Graal in grado di cambiare le carte in tavola e ridare interesse a una F1 anestetizzata dalla superiorità argentata. In un certo senso, tale scenario si è verificato. Peccato sia semplicemente cambiata la potenza egemone. “Meet the new boss. Same as the old boss” cantavano gli Who in questi casi.

Intanto c’è chi aspetta e spera. Per esempio la Ferrari e, soprattutto, i suoi tifosi. La grande domanda che in molti si pongono è se i nati nell’anno del titolo di Kimi Räikkönen diventeranno maggiorenni prima del ritorno del Mondiale a Maranello, come capitato alla classe 1979… Però, a furia di aspettare, il tempo passa inesorabile; e non si può vivere solo di speranze. Tenente Lo Russo del film “Mediterraneo” docet.

Foto: La Presse