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Rugby: Benetton Treviso, una stagione storica, ma manca ancora qualcosa

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Tomas Albornoz

Si è conclusa la stagione 2022/23 della Benetton Treviso e per i veneti sicuramente un anno da ricordare, ma anche con tanti rimpianti. È stato, infatti, l’anno dove per la prima volta una squadra italiana ha conquistato una semifinale europea (la Challenge Cup), ma anche quello dove si sono solo sfiorati i playoff dell’United Rugby Championship.

Il risultato di Challenge Cup, seppur la seconda coppa europea, è di assoluto livello e ha mostrato come Lamaro e compagni siano ormai maturi. Non solo per affrontare e battere avversari blasonati come lo Stade Français o il Bayonne (anche in trasferta), ma vincere gli scontri a eliminazione diretta contro Connacht e Cardiff dimostra come la Benetton Treviso non abbia alcuna paura reverenziale e possa giocarsela sempre (quasi) con tutte. Il ko netto con Tolone fa male, ma non è certo una debacle che può oscurare l’ottima stagione europea.

Nell’URC, invece, le cose sono andate diversamente. L’undicesimo posto finale non può soddisfare e l’aver lottato quasi fino all’ultimo per i playoff non può bastare a una squadra che punta a conquistare ben altri obiettivi. A costare cara è stata l’incapacità di fare punti lontano da Monigo. Due sole vittorie in trasferta, una sola fuori dall’Italia e un solo bonus difensivo conquistato sono troppo poche per puntare ai playoff. Se a ciò si aggiungono un paio di risultati buttati via a Monigo e la frittata è stata fatta.

In definitiva, quel che si può dire è che la Benetton Treviso è sicuramente una squadra bella da veder giocare. Molte individualità si sono confermate ad altissimo livello o hanno saputo fare il salto di qualità, da Lamaro a Ruzza, da un imprescindibile Albornoz a Brex, passando per l’esplosione di Lorenzo Cannone o a stranieri che possono fare la differenza, come Smith o Umaga, la rosa è di livello e si può solo migliorare. Se aggiungiamo i giovani Menoncello, Zuliani o Garbisi, tra i giovanissimi azzurri, il futuro fa ben sperare. Marco Bortolami dovrà migliorare alcune fasi di gioco e, come coach, probabilmente gestire meglio i turnover e i piani B se una partita si mette male. Ma il voto per la stagione non può non essere un 7.

Foto: Alfio Guarise – LPS

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