Golf, PGA Championship 2023: i favoriti. Scheffler contro Rahm, impazza la sfida per il numero 1

Il PGA Championship che si trasforma nella lotta a due per il numero 1 del mondo? Sì, se questo è ciò che sta regalando sostanzialmente tutto il 2023 quasi di torneo in torneo. Scottie Scheffler e Jon Rahm, con Rory McIlroy pronto ad approfittare (ma non questa settimana) di eventuali scivoloni, sono i protagonisti annunciati a Oak Hill. E dire che, poche settimane fa, l’uno aveva passato la Green Jacket all’altro.

Difficile spezzare l’attuale regno dello spagnolo, che ha dalla sua una serie straordinaria di successi nel 2023 culminata con la vittoria al Masters. Se, però, c’è qualcuno che lo può fermare questo è proprio l’americano, e tutti e due sembrano essere in quel tipo di stagione che rende questo come lo scenario perfetto per uno showdown all’ultima buca. Quella della domenica, s’intende.

Golf: Francesco Molinari verso il PGA Championship 2023 in un anno difficile per l’Italia

Ci sono alcuni uomini che, però, hanno piene possibilità di mettere i bastoni tra le ruote ai due duellanti. Brooks Koepka, Xander Schauffele, Tony Finau, Patrick Cantlay: sono tutti lì, anche in virtù della loro forma recente e del fatto che, ad ogni modo, per loro parla il passato in questo torneo. Quanto a McIlroy, per una volta il nordirlandese parte un po’ “coperto”, nel senso che sono in pochi a sapere realmente come sta dopo che ha avuto bisogno di uno stop, soprattutto a livello mentale, dopo il Masters.

Degli uomini che terminarono in top ten nel 2013, sono in due ad avere ancora delle chance concrete di piazzare un colpo a sorpresa: l’australiano Jason Day da una parte, Dustin Johnson dall’altra. C’è poi tutto un controscenario legato ai facenti parte della LIV Golf, che hanno subito un altro colpo pesante dal DP World Tour e che entrano nei Major, di fatto, da separati in casa. L’unico che può piazzare un colpo importante in fatto di ranking è Cameron Smith: l’aussie può issarsi fino al numero 4 del mondo in caso di successo (con tutte le eventuali controversie).

Foto: LaPresse