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Formula 1

F1, Max Verstappen sbeffeggia tutti. Bastonata morale per Perez: il miglior pilota su una macchina che sembra un aereo

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Max Verstappen, Sergio Perez

Uno dei film meglio riusciti di Bud Spencer e Terence Hill è ambientato a Miami. Parliamo de “I due superpiedi quasi piatti”, uscito nel 1977. La pellicola è di grande attualità, perché una delle scene più divertenti è stata girata all’interno dell’Orange Bowl, ovvero il predecessore dell’Hard Rock Stadium, attorno al quale la Formula 1 ha appena mandato in scena la seconda edizione del Gran Premio di Miami.

Una curiosa connessione, che ci porta a un’altra sequenza entrata nella storia del cinema nostrano. Quella della scazzottata all’interno del bar. Wilbur e Matt, i personaggi interpretati da Spencer e Hill, si fingono disabili per far abbassare la guardia alla banda di sbandati che terrorizza il gestore del locale (disabile per davvero). Dopodiché, scoprono le carte e riempiono di botte gli improvvisati malviventi.

Ebbene, ci sembra di vederlo Max Verstappen vestito dell’iconico giubbotto azzurro con la scritta “Jumbo” sulle spalle. Imperterrito, ignora un teppistello nonostante questo stia inutilmente tentando di metterlo K.O. con una sedia. “Hey, ma quello ti sta prendendo a sgabellate!” esclama sorpreso Terence Hill, per l’occasione interpretato da Christian Horner. “Sì, ma non è un cattivo ragazzo… Beh, adesso basta eh” replica Verstappen-Spencer più infastidito che dolorante. Il teppista, Sergio Perez, sorride imbarazzato e se ne va accondiscendente, capendo di essere stato graziato prima di ricevere una gragnola di cazzotti.

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Più o meno è andata così l’edizione 2023 del GP di Miami, così come andrà così il proseguo del Mondiale. In diciannove provano ad abbattere il granitico protagonista, senza però essere mai in grado di scalfirne la scorza. Neppure dotandosi di armi improprie, siano esse sgabelli o griglie di partenza rimescolate dalle circostanze, come accaduto in Florida. L’olandese parte nono e vince comunque, rimontando con facilità per poi domare la vettura gemella.

D’altronde, se il pilota migliore guida l’auto migliore e il compagno di squadra non è alla sua altezza, cosa può accadere? È capitato con Michael Schumacher e, prima di lui, con Jim Clark e Juan Manuel Fangio. Giusto per citare tre precedenti eclatanti diluiti nel tempo. Adesso è il turno di Max Spencer, pardon Bud Verstappen, pard… Vabè, si è capito. Ogni tanto prenderà qualche sgabellata (come a Baku), ma alla fine è talmente forte da scivolargli via come una goccia di pioggia sul giubbotto azzurro “Jumbo”.

Foto: La Presse

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