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Ciclismo

Damiano Caruso e una seconda longevità: quarto posto di spessore dopo il podio del 2020. E ora l’Italia cerca una linea verde

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Damiano Caruso

Siamo al momento di tirare le somme al Giro d’Italia 2023. Primoz Roglic sarà al centro del podio domani a Roma, affiancato da Geraint Thomas e Joao Almeida. A guardarli un po’ da lontano, ma con la consapevolezza di aver intrapreso un percorso di spessore in queste tre settimane, ci sarà Damiano Caruso. 

Diciamocelo bene: nessuno, nemmeno il siciliano, aveva il ritmo in salita dei primi tre. Ma alla fine il quarto posto del trentacinquenne della Bahrain-Victorious è un risultato di grandissimo spessore. Magari non sarà stato mai o quasi in lizza per un successo di tappa, ma la sua condizione è andata in crescendo, chiudendo alle spalle di Almeida ieri sulle Tre Cime di Lavaredo e quarto quest’oggi, sopravanzando così Eddie Dunbar (Jayco-AlUla).

Un risultato che fa il paio con il secondo posto assoluto del 2021, quello alle spalle di Egan Bernal. Ma se quello fu visto, almeno inizialmente, come un risultato sì di rilievo ma frutto soltanto di qualche coincidenza, questa volta la quarta piazza è la conferma che il telaio di Damiano è di quelli ottimi per le corse di tre settimane, di quelli che può ambire alle posizioni migliori nella generale.

Unico peccato è che la carriera sia comunque agli sgoccioli o quasi. Caruso compirà 36 anni il prossimo 12 ottobre e non crediamo che possa essere il futuro italiano delle corse a tappe nei prossimi dieci anni, per usare un eufemismo. Ha avuto tardi l’opportunità di raccogliere lo scettro di Vincenzo Nibali, e ci è riuscito ottimamente. Ma per raccogliere la sua eredità, forse il ciclismo azzurro non è messo così male. E questo Giro lo ha dimostrato.

Due nomi su tutti, Filippo Zana e Marco Frigo. Il campione italiano si porta a casa un piazzamento in top 20 nonostante abbia lavorato per almeno due settimane agli ordini di Dunbar e si è tolto anche la soddisfazione del successo in Val di Zoldo. Il secondo, nome meno conosciuto, ha avuto le proprie possibilità di mettersi in luce in fuga cogliendo un terzo posto a Bergamo. Caratteristica principale, in salita vanno parecchio. Oltretutto, nonostante abbia deluso in questo Giro, Lorenzo Fortunato si era discretamente distinto in precedenza, con il quinto posto al Tour of the Alps ed il successo alla Vuelta Asturias. Insomma, qualche margine per poter rivedere un po’ di Italia protagonista esiste.

Foto: LaPresse