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Formula 1

F1, perché la Ferrari è rinata in un mese? Cosa è cambiato, aggiornamenti non rivoluzionari

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Ferrari Baku

Charles Leclerc partirà dalla pole position nel Gran Premio d’Azerbaigian di domenica. Quello che succederà sabato tra shootout e sprint è tutto da vedere, ma al momento importa relativamente. Domani sarà una giornata a sé stante, mentre quanto accaduto oggi ha determinato la griglia di partenza della gara vera e propria, nella quale per il terzo anno di fila il monegasco scatterà dalla casella privilegiata.

Viene da chiedersi quanta farina provenga dal sacco del venticinquenne del Principato e quanta, viceversa, arrivi dalle novità presentate sulla SF23. La sensazione è che sia stato soprattutto il pilota a fare la differenza, poiché Leclerc ha rifilato la bellezza di otto decimi a Carlos Sainz, decisamente meno a proprio agio per le stradine della capitale azera. Al contrario, Charles si esprime al meglio in questo contesto, fatto testimoniato dalla magica pole del 2021, ottenuta con una monoposto tutt’altro che competitiva.

Comunque sia, a Baku la Ferrari è tornata almeno al livello di Sakhir (se non meglio). Dinamica inattesa, soprattutto perché la vettura non è cambiata in maniera significativa. Dunque, quali possono essere le ragioni di questa improvvisa crescita di competitività? Una l’abbiamo già esposta, è la classe del monegasco, che nelle giuste condizioni, sul giro secco non ha rivali.

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In secondo luogo, data l’assenza di aggiornamenti corposi, viene da pensare che la SF23 sia stata compresa maggiormente da chi la deve guidare e assettare. In altre parole, è verosimile come ingegneri e piloti abbiano capito (o stiano capendo) il modo migliore per far fruttare la monoposto. Insomma, cosa è cambiato tra Melbourne e Baku?

Forse siamo interamente nel campo del fattore umano, nel senso che Leclerc sguazza a piacimento sullo spigoloso tracciato dell’Azerbaigian e il processo di trial and error in cui Maranello è incappata nei primi 3 GP con la sua ultima creatura abbia insegnato qualcosa. Si attendono conferme, ma l’inizio di weekend è incoraggiante. Per la prima volta nel 2023.

Foto: Lapresse