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Formula 1

F1, Max Verstappen vince un GP d’Australia nel quale succede di tutto, le Ferrari chiudono a mani vuote

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Max Verstappen

Inesorabile. Impressionante. Dominante. L’aggettivo sceglietelo voi. Il fatto importante è che Max Verstappen ha vinto anche il Gran Premio d’Australia, terzo appuntamento del Mondiale di Formula Uno 2023, con una dimostrazione di forza notevole. Sul tracciato dell’Albert Park di Melbourne (davanti a 150.000 spettatori, 444.000 complessivi nel weekend) l’olandese ha centrato il suo secondo successo stagionale, il 37° in assoluto, al termine di un GP nella quale è successo di tutto con due bandiere rosse, diverse Safety Car e un finale davvero all’insegna del caos non gestito nel migliore dei modi dalla direzione gara.

L’olandese taglia il traguardo alle spalle della Safety Car precedendo Lewis Hamilton (Mercedes) mentre centra il terzo podio in altrettante gare Fernando Alonso (Aston Martin) che, in teoria, non ha concluso la gara dopo un contatto con Carlos Sainz nell’ultima ripartenza, ma viene classificato lo stesso. Una decisione particolare, dato che le due Alpine hanno avuto lo stesso destino dell’asturiano, ma sono state comunque depennate dalla graduatoria, scatenando non poche polemiche. A proposito di penalizzazioni, allo spagnolo della Ferrari vengono comminati 5 secondi, ma con la ripartenza dietro la Safety Car lo retrocedono nel fondo del gruppo ed è 12°. Giornata nera per la scuderia di Maranello, che avevano perso Charles Leclerc già in curva 3 nel primo giro.

A questo punto in quarta posizione troviamo il canadese Lance Stroll (Aston Martin) quinto Sergio Perez (Red Bull) che partiva dalla pit-lane, quindi sesto il britannico Lando Norris (McLaren). Settimo il tedesco Nico Hulkenberg (Haas), ottavo il padrone di casa Oscar Piastri (McLaren) nono il cinese Guanyu Zhou (Alfa Romeo) mentre completa la top10 il giapponese Yuki Tsunoda (AlphaTauri).

In classifica generale Max Verstappen comanda con 69 punti contro i 52 di Sergio Perez ed i 45 di Fernando Alonso. Quarto Lewis Hamilton con 38, quinto Carlos Sainz con 32. Decimo Charles Leclerc con 6.

LA GARA

Allo spegnimento dei semafori lo scatto migliore porta la firma delle due Mercedes con George Russell che infila subito Max Verstappen, mentre Lewis Hamilton passa l’olandese in curva 3 con un attacco durissimo. Contemporaneamente finisce subito la gara di Charles Leclerc. Il monegasco tenta un attacco un po’ troppo azzardato su Lance Stroll all’esterno ma, in frenata, il canadese perde leggermente il controllo della sua Aston Martin e colpisce nel posteriore la SF-23 che finisce nella ghiaia in maniera definitiva. Entra in scena subito la Safety Car, con le due Mercedes che, non senza sorpresa, comandano il gruppo.

Alla ripartenza Russell mantiene il comando davanti a Hamilton con Verstappen che inizia a braccare le due Frecce Nere curva dopo curva. Si arriva al settimo giro ed è di nuovo Safety Car. Albon perde malamente la sua Williams e va a muro nella curva 6-7. Il thailandese rimane fermo nella sede stradale rischiando davvero grosso. Russell ne approfitta e rientra subito ai box per passare da gomma media a hard (ora è 7°), imitato da Sainz (11°). Hamilton prende il comando davanti a “Super Max” e alle due Aston Martin. Passano pochi secondi e viene data addirittura la bandiera rossa per ripulire la zona dell’incidente tra detriti e ghiaia. Gara completamente stravolta per chi ha optato per il pit-stop.

La ripartenza viene data nuovamente dallo schieramento con Hamilton che tiene la posizione davanti a Verstappen e Alonso, quarto Gasly, quindi Russell e Stroll, mentre Sainz è decimo (quindi ottavo dopo pochi giri). Il campione del mondo si mette subito alla caccia del “Re Nero” e lo passa all’esterno di curva 8-9 con estrema facilità, confermando come sia impossibile difendersi dalla Red Bull quando può disporre del DRS. Nel frattempo Sainz supera anche Hulkenberg e Stroll e sale in sesta posizione.

Le emozioni non finiscono. 18° giro, e il motore di Russell va a fuoco. L’inglese parcheggia la sua W14 all’uscita della pit-lane ed è Virtual Safety Car. La gara riparte dopo una manciata di minuti con Sainz che inizia a pressare Gasly (e lo passa di forza in curva 3), mentre nelle retrovie Perez salta gli avversari come birilli e si ritrova già in 9a posizione dopo 24 giri. Davanti, intanto, Verstappen guida con ampio margine su Hamilton, dando la sensazione di non spingere nemmeno al proprio massimo per gestire le gomme. Tutti i piloti iniziano a lamentarsi del degrado, con oltre 20 giri ancora da completare.

Si arriva a 10 tornate dalla conclusione con la situazione che appare congelata. Il campione del mondo (autore di una escursione in curva 12) comanda comunque con oltre 8 secondi su Hamilton che vede Alonso negli specchietti, quindi Sainz ormai distante che si difende da Gasly. I colpi di scena, tuttavia, non sono ancora conclusi. Magnussen colpisce il muro in uscita di curva 2 e perde una gomma che rimane in traiettoria. Entra subito la Safety Car al giro 55 dei 58 previsti, prima che arrivi la seconda bandiera rossa della giornata.

La partenza viene data nuovamente dallo schieramento per una mini-gara di 2 giri. Come prevedibile succede di tutto. Verstappen brucia Hamilton al via, ma alle loro spalle è il caos. Alonso e Sainz si toccano e il primo ha la peggio, quindi vanno a muro le due Alpine, Stroll finisce nella ghiaia come Sargeant ed è subito bandiera rossa. A questo punto parte una ridda di ipotesi su quale dev’essere la classifica finale. La decisione conclusiva vede i piloti tornare in pista per un giro alle spalle della Safety Car, con la graduatoria che rimane quella del giro prima, con Alonso ma senza le Alpine, e con Sainz penalizzato di 5″ per l’incidente con il connazionale.

Foto: LaPresse