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Biathlon, Lukas Hofer racconta il suo calvario: “Infiammazioni continue, ma non voglio ritirarmi”

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Lukas Hofer

La domanda è: quando tornare a gareggiare? Il quesito ha in sé una notizia perché il dubbio non deriva dal ritrovarsi con sci stretti e carabina, ma in quale momento tornare a usarli per fare qualcosa che si ama. Lukas Hofer ne ha parlato nell’ultima puntata di WinterMania, trasmissione su Sport2U in collaborazione di OA Sport, condotta da Dario Puppo.

Un’annata molto difficile per il biathleta altoatesino, costretto a fare i conti con una serie di infiammazioni, che da quest’estate si sono presentate alle ginocchia, evolvendo nello specifico al tendine tibiale prima, della gamba sinistra e poi di quella destra. Un dolore che ha costretto Hofer a star fermo, non potendo prendere parte all’annata di Coppa del Mondo e potendosi permettere una “irruzione” nei Mondiali di Oberhof, in Germania.

Un peccato perché, come gli appassionati di questa disciplina sanno, a marzo l’azzurro ha dato spesso il meglio di sé e quindi il rammarico per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato c’è. Tuttavia, per il bronzo iridato della mass start 2011, il vero obiettivo è quello di tornare in piena salute e quindi gareggiare senza dover ripiombare nuovamente nel baratro.

In primis, Lukas ha fatto il punto della situazione: “Nel complesso non sto male, abbiamo deciso di concludere qui l’annata perché la priorità è quella di trovare una soluzione a questo problema. Con l’esperienza a Oberhof ho concluso e sinceramente sono riuscito a fare cose che non mi aspettavo, dal momento che ero reduce da mesi nei quali non potevo allenarmi con grande intensità“.

Un’infiammazione tibiale emersa in un momento preciso: “Tutto è cominciato dal raduno estivo, dove abbiamo affrontato condizioni di neve molto differenti. Questo, a nostro avviso, può aver causato il problema. Non appena mi allenavo sugli sci stretti, questa criticità riemergeva e per questo a dicembre mi hanno messo un tipo di gesso sulla gamba sinistra per fissarla completamente. Sembrava tutto ok, ma poi la stessa situazione è venuta fuori anche sulla gamba destra nel corso degli allenamenti ad Anterselva. Infiammazioni continue non appena aumentavo i carichi della preparazione. Per fortuna, pare che finalmente abbiamo compreso che strada seguire. Riesco a camminare senza problemi, certo sarà da verificare quando farò gli allenamenti veri e propri. La mia speranza è che tutto sia sparito perché ho vissuto mesi molto difficili e in questa fase mi sono allenato per lo più con un macchinario specifico per gli arti superiori, terminando anche le serie su Netfix per distrarmi un po’ (sorride, ndr)“.

Non c’è, comunque, intenzione da parte dell’altoatesino di alzare bandiera bianca perché le motivazioni per competere nel biathlon ad alto livello ci sono: “Quando si affronta una situazione del genere e se ne esce, inevitabilmente ciò ti spinge ad andare oltre. Chiaramente, la scelta di proseguire nella mia attività agonistica va ponderata perché è necessario stare bene. Chi mi conosce, sa che non sono uno che si arrende tanto facilmente e la voglia è sempre alta. Voglio stare in salute per lottare contro i migliori“.

Hofer ha poi analizzato la situazione del movimento tricolore del biathlon: “L’Italia ha una squadra di grande prospettiva, Tommaso (Giacomel, ndr) mi ha impressionato e spero che possa chiudere bene l’annata. Per il futuro non ci dobbiamo preoccupare. Ai Mondiali, poi, le ragazze sono state straordinarie nella staffetta: un oro, con una prestazione del genere…Chapeau!“.

A questo proposito ci sono state delle citazioni: “Con Lisa (Vittozzi ,ndr) sono riusciti a risolvere il problema nel tiro, specie la serie a terra, e con l’eccezione della tappa di Pokljuka (Slovenia) ha offerto grandi prestazioni al poligono. Samuela (Comola, ndr) e Hannah (Auchentaller, ndr) sono riuscite a dominare la situazione con grandissima personalità“.

A conclusione, una battuta su chi sta scrivendo la storia della disciplina, il norvegese Johannes Boe: “Nei 13/14 anni in cui ho gareggiato ad alto livello, non ho mai visto un atleta del genere, capace di andare fortissimo sugli sci e di avere una velocità nel rilascio colpi al poligono di questo livello. Siamo testimoni di un qualcosa di unico“.

VIDEO INTERVISTA LUKAS HOFER

Foto: LaPresse