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Atletica, Samuele Ceccarelli: “Jacobs mi ha detto che ho corso forte. Punto a migliorare il mio personale all’aperto”

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Jacobs Ceccarelli

Avvio di 2023 da sogno per Samuele Ceccarelli, che nel giro di un mese e mezzo è salito agli onori della cronaca battendo due volte il campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs e conquistando soprattutto il titolo italiano ed europeo indoor nei 60 metri piani. Il tempo di 6″47 stabilito nella semifinale degli Europei di Istanbul vale la seconda miglior prestazione azzurra di sempre sulla distanza.

Ogni gara è un po’ a sé, quando si gareggia ognuno pensa a fare il meglio possibile e cercare di vincere sempre. Poi ci sono tanti fattori che influenzano la prestazione: potrei essermi fatto trovare più preparato possibile, ho sfruttato il momento buono che stavo vivendo, cercando di gestirlo al meglio, soprattutto a livello mentale, per poter fare esperienza e dire la mia. Ho ricevuto i complimenti da Jacobs, mi ha detto che ho corso forte“, racconta il 23enne toscano due giorni dopo la vittoria nella rassegna continentale al coperto.

Ceccarelli, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, ha poi parlato dell’imminente preparazione in vista della stagione outdoor:In realtà non cambierà nulla per quanto riguarda gli allenamenti. Continueremo a fare come abbiamo sempre fatto, con programmi e strutture che hanno reso bene finora. Proseguiamo così, con la testa sgombra e i piedi per terra, ponendoci obiettivi ma sempre molto graduali“.

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Sui prossimi obiettivi da raggiungere:L’obiettivo principale, oltre a continuare a lavorare bene in allenamento, è quello di migliorare il 10″45 all’aperto. I risultati sui 60 di questa stagione sono una base di lavoro da cui partire, danno una bella dose di fiducia. Ma per non fare il passo più lungo della gamba, intanto penso a migliorare il tempo attuale, poi al resto ci si penserà un pezzo per volta“.

Sulle differenze tra i 60 ed i 100:Sono quei 40 metri di differenza che comportano alle spalle tutto un altro tipo di lavoro. Bisogna allungare un po’ le distanze, svolgere un altro tipo di lavoro di resistenza alla velocità. Sui 60 metri è una sorta di accelerazione continua, con una fase lanciata quasi nulla, se non appena accennata. Sui 100 all’aperto, invece, la differenza la fa la capacità di mantenere l’accelerazione presa fino al traguardo. Dipenderà dalla qualità del lavoro che si riuscirà a fare, ma siamo fiduciosi“.

Un commento infine sul rapporto con Jacobs:Quando si è a ridosso della gara, in realtà non c’è molto modo di parlarsi. I consigli sono stati più fatti che parole e anche dei piccoli gesti possono fare la differenza: nonostante fossimo avversari, si è avvicinato e mi ha dato un paio di pacche sulla schiena come a dire vai tranquillo, non ti preoccupare“.

Foto: FIDAL/Colombo