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Combinata nordica, l’Italia femminile mira a confermarsi tra le nazioni di vertice

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L’Italia della combinata nordica femminile si appropinqua alla stagione 2022-23 con l’ambizione di confermarsi tra le nazioni di vertice. La dinamica sarebbe fondamentale per garantire quanta più distribuzione geografica al vertice di una disciplina che ha un disperato bisogno di varietà nei quartieri nobili delle classifiche. Risultati di peso da parte delle azzurre, così come delle avversarie di almeno altri sei/sette Paesi, sarebbero cruciali per perorare la causa di uno sport che sta lottando per sopravvivere. Difatti, la crescita di competitività del settore rosa è una delle due condizioni indispensabili affinché la combinata nordica possa far parte della famiglia olimpica anche nel 2030 (l’altro fattore, ovviamente, è la ripresa del circuito maschile dopo anni di desertificazione).

L’Italia può quindi recitare attivamente la propria parte, soprattutto grazie ad Annika Sieff, reduce da una stagione di buon livello, avendo ottenuto due podi ed essendosi piazzata costantemente nella top-ten. La diciannovenne trentina non teme confronti sul trampolino, tanto da poter lottare persino per vincere i segmenti di salto. Deve però mirare a difendersi sugli sci stretti, ambito in cui paga ancora dazio rispetto a tante rivali. Per la teenager di Varena, la chiave di volta necessaria per proseguire a ottenere risultati di grido sarà quella di mantenere il medesimo livello sul trampolino, crescendo contemporaneamente nel fondo. Fattibile? Certo che sì, l’età è dalla sua. Ai tecnici il compito di accompagnarla nell’evoluzione fisiologica.

C’è poi grande curiosità attorno a Daniela Dejori, le cui caratteristiche sono speculari a quelle della più giovane compagna di squadra. La ventenne gardenese fa leva principalmente sulla velocità sugli sci stretti, badando invece a limitare i danni nel salto. Viene da un inverno complicato, anche a causa di qualche problema fisico di troppo, ma i risultati estivi sono stati incoraggianti. Se il trend positivo dovesse proseguire, la squadra azzurra si ritroverebbe in faretra una freccia in più per centrare piazzamenti di prestigio, magari anche a ridosso del podio se tutto dovesse girare per il verso giusto.

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In terza istanza si potrà indubbiamente contare anche sulla più navigata Veronica Gianmoena, i cui margini di miglioramento sono giocoforza ridotti alla luce dell’età differente. La trentina, ex saltatrice, è infatti una delle atlete più esperte del circuito, avendo già raggiunto i 27 anni. Tuttavia proprio l’esperienza la rende un’atleta di rara consistenza, capace di galleggiare costantemente attorno alla decima posizione, garantendo così un rendimento solido, composto da ingressi nella top-ten a ripetizione.

Il resto del movimento azzurro è ancora in via di sviluppo. Le seconde linee sono capitanate dalla diciassettenne tarvisiana Greta Pinzani e dalla sedicenne trentina Giada Delugan, ma entrambe sono acerbe e devono mirare a farsi le ossa nei circuiti giovanili prima di poter dire la propria in Coppa del Mondo. In futuro ci potrà essere spazio per entrambe, nella speranza che la combinata nordica femminile riesca a maturare adeguatamente a livello tout-court. Questo, però, non dipende solo dall’Italia.

Foto: La Presse