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F1. Ferrari, “passano gli anni e con gli anni stai passando anche tu. Com’eri bella, ora vedo che non lo sei più”

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La Ferrari ha vissuto il Gran Premio degli Stati Uniti secondo un copione ormai consolidato. Benissimo al sabato, ma in affanno alla domenica. Anche senza l’incidente patito da Carlos Sainz, speronato da un fin troppo esuberante George Russell alla prima curva, difficilmente il risultato sarebbe stato migliore. Le Rosse non avevano semplicemente il passo per reggere il confronto con Max Verstappen e, nel caso di specie della corsa texana, anche con Lewis Hamilton. Troppo elevato il degrado degli pneumatici per pensare di vincere.

La Scuderia di Maranello è apparsa letteralmente in disarmo, ormai rassegnata a recitare una parte da comprimaria. L’impressione è che sia venuta meno persino la voglia di provare a ottenere successi parziali. D’altronde l’ultima affermazione del Cavallino Rampante è datata 10 luglio. Da allora sono passati tre mesi e mezzo, durante i quali si sono disputati 8 GP, tutti appannaggio di Red Bull, capace di chiudere con largo anticipo una contesa iridata rimasta a lungo aperta solo sulla carta.

La dinamica peggiore è rappresentata dal progressivo accartocciarsi delle ambizioni ferrariste. Se ragioniamo dal punto di vista delle prospettive, si potrebbe persino sostenere come le Rosse stiano peggio oggi di un anno fa. Nel 2021 si notava una crescita, c’era un progetto, nel grigiore del purgatorio si percepiva la volontà di risollevarsi dopo la discesa agli inferi. L’inizio del 2022 ha visto Ferrari bussare ai “Cancelli del cielo”, ma proprio come per il famigerato film di Michael Cimino, le enormi aspettative sono rimaste terribilmente deluse. Quella pellicola avrebbe dovuto essere un western epico, si rivelò uno dei peggiori flop nella storia del cinema.

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La stagione corrente del Cavallino Rampante non è certo un disastro in termini assoluti, ma di certo può essere definitiva deludente. L’ambizione era quella di vincere il Mondiale, la realtà dei fatti parla di una resa incondizionata già a inizio settembre, giunta dopo una serie di batoste. Tutte diverse nella forma, ma analoghe nella sostanza. La dinamica più preoccupante è rappresentata dal ripetersi di un canovaccio già visto e rivisto. Sembra di rivivere il 2013, il 2017 o il 2018. In peggio, però, perché il processo si reitera in maniera apparentemente immodificabile, con la Scuderia di Maranello a dare l’impressione di essere pervasa dal pessimismo e dalla disillusione.

“Stiamo lavorando in ottica 2023” avevano spiegato i soliti noti nelle ultime settimane, pubblicando una nuova hit dopo il gettonatissimo “Dobbiamo capire perché…” del biennio 2020-2021. Signori, se questo è il lavoro in ottica 2023, allora c’è da avere i brividi. Nell’arco del 2022 la F1-75 ha cambiato completamente il proprio rapporto con gli pneumatici Pirelli. Se a inizio anno era abulica, in quanto faticava a mandarli in temperatura, ora è diventata bulimica, perché se li mangia troppo rapidamente. A inquietare è il fatto che la medesima dinamica è stata già vissuta nel recente passato, seppur da un anno all’altro, fra il 2016 e il 2019. In una stagione la Rossa era troppo aggressiva con le gomme, viceversa in quella successiva risultava esageratamente gentile, senza mai trovare l’equilibrio.

Maranello, prima o poi, riuscirà a fermare l’effetto pendolo, venendo fuori da questa sorta di Groundhog Day? Si interromperà la sequenza di stagioni perdenti che si rigenerano perennemente, proponendosi sempre allo stesso modo? Tempus fugit e ormai si può legittimamente parlare di Secondo Grande Digiuno dopo quello proverbiale del periodo 1979-2000, perché l’ultimo titolo iridato colorato di Rosso è datato 2007 e stiamo per entrare nel 2023. Cara Ferrari, come cantava Franco Califano “passano gli anni e con gli anni stai passando anche tu. Com’eri bella, ora vedo che non lo sei più”.

Foto: La Presse