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ATP Finals 2022: Sinner e Berrettini a caccia del pass, ma ci sono tanti avversari con cui lottare

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Alle spalle gli US Open 2022, con l’incoronazione di Carlos Alcaraz come nuovo numero 1 al mondo, l’obiettivo dei più grandi giocatori al mondo si sposta verso l’ultimo appuntamento di rilievo della stagione, le ATP Finals che saranno di scena a Torino. Al momento però il cemento piemontese rischia di non poter tifare nemmeno per un italiano, con Jannik Sinner e Matteo Berrettini ancora a caccia del pass.

Ad oggi, 14 settembre (quindi a due mesi dalla manifestazione), le premesse non sono delle più rosee per i due, al tredicesimo e al quattordicesimo posto della Race verso Torino: il romano ha collezionato fino ad ora 2225 punti, cinque in più rispetto all’altoatesino che lo segue in classifica, non lontanissimi dal settimo posto di Felix Auger-Aiassime che al momento ha 2860 punti in saccoccia.

Ma per quale motivo si sta guardando il settimo posto? Per la posizione di Novak Djokovic. Il serbo si è difatti garantito la partecipazione al torneo di fine anno grazie al successo a Wimbledon, a patto che rimanga almeno nei primi 20 di questa speciale classifica. Con un po’ di accortezza, il vincitore di 21 Slam potrà essere tranquillamente a Torino, tagliando dunque fuori un posto a disposizione per gli altri.

Tennis, Jannik Sinner e Matteo Berrettini iscritti all’ATP 250 di Firenze. L’entry list ufficiale del torneo toscano

Ci sono 3000 punti a disposizione per i vari giocatori in queste settimane, tenendo conto del calendario, con il Masters1000 di Parigi-Bercy che potrà essere il giudice supremo di questa lotta all’ultimo sangue. Sia Matteo che Jannik stanno preparando l’assalto alle Finals (ed entrambi parteciperanno all’ATP 250 di Firenze), ma non sarà per niente semplice, anche perché sono in tanti a giocarsela: in nemmeno 600 punti ci sono appunto Auger-Aliassime (2860), Alexander Zverev (2700), Hubert Hurkacz (2545), Taylor Fritz (2385), Cameron Norrie (2320), Pablo Carreno Busta (2270) ed i nostri due alfieri. Che partono dietro, ma con tutta l’intenzione di scalare le gerarchie.

Foto: LaPresse