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Wimbledon 2022: Nadal contro Fritz, Kyrgios in vista? Halep-Anisimova big match femminile, Tomljanovic e Rybakina per l’occasione

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Si allineano completamente alle semifinali, oggi, i due tabelloni di singolare a Wimbledon. Situazioni (quasi) completamente diverse per uomini e donne, anche se nella realtà va detto che nessuno dei quattro match è scontato in partenza. In questo mercoledì, a differenza di ieri, si comincia con le donne su Centre Court e Court 1, per poi virare sugli uomini.

E proprio dal femminile, per questa ragione, si parte: sul Centre Court Simona Halep, che qui ha vissuto la più grande gioia della sua vita, sfida l’americana Amanda Anisimova, affrontata per due volte su tre precedenti in tornei dello Slam. Anzi, in uno solo: il Roland Garros, con un successo per parte: 6-2 6-4 Anisimova nei quarti del 2019, 6-0 6-1 Halep nel terzo turno del 2020. Poi le due si sono ritrovate poche settimane fa a Bad Homburg, e su quell’erba ha vinto la rumena per 6-2 6-1. Con l’uscita di scena di Iga Swiatek, è lei, assieme alla tunisina Ons Jabeur, la favorita del torneo.

Occasione della vita tanto per Ajla Tomljanovic quanto per Elena Rybakina. Per le due c’è la possibilità di arrivare là dove non sono mai arrivate in alcuno dei quattro tornei maggiori: l’australiana è giunta fino ai quarti a Wimbledon 2021, la kazaka al Roland Garros di un anno fa. Tra le due solo un precedente, al primo turno di Madrid un anno fa: vittoria di Rybakina per 6-4 6-0. Più complicato il percorso dell’aussie, che ha eliminato due teste di serie e Alizé Cornet (la francese non è mai facile, com’è noto, da affrontare); anche la kazaka, però, si è tolta lo sfizio di battere la canadese Bianca Andreescu.

Wimbledon 2022, sempre più probabile una finale Djokovic-Nadal

Quanto agli uomini, il Centre Court proporrà inevitabilmente lo scontro tra Rafael Nadal e Taylor Fritz. La mente corre alla finale di Indian Wells, in cui tutti e due hanno giocato con vari problemi di infortuni: l’americano, in quel caso, è riuscito a interrompere la striscia vincente che durava da Melbourne del mancino di Manacor. Con l’eliminazione, per varie ragioni, di numerosi contendenti in precedenza, questo è forse l’ostacolo più serio finora sul cammino di Nadal. Fritz, a dirla tutta, sull’erba è stato paradossale a metà, nel senso che ha perso subito a ‘s-Hertogenbosch e al Queen’s, ma in un caso si è concretizzata la favola di Tim van Rijthoven, nell’altra la variabile Jack Draper ha fatto capire che sarà tale ancora per parecchi anni, in attesa di capire se sarà un giocatore vero o un erede di Alexander Popp, il tedesco che compariva solo sull’erba e arrivava fino ai quarti sui sacri prati.

Suona quasi incredibile, visto che sono entrambi da anni sul circuito, ma Cristian Garin e Nick Kyrgios non si sono ancora mai affrontati. Lo fanno attraverso parabole differenti: una sempre più roboante scalata, quella dell’australiano, che tra litigi con Tsitsipas, spalla ballerina con Nakashima e accuse di violenza domestica in patria sta vivendo momenti ben più che ambivalenti. L’altra, quella del cileno, si lega a doppio filo a Matteo Berrettini: quello sarebbe stato il percorso del romano, invece se l’è preso il cileno a piene mani, con la collaborazione di un Alex de Minaur incapace di chiudere da due set avanti negli ottavi. Il fatto più inatteso è che Garin, che non è proprio un erbivoro, giunge ai quarti come a un cileno non accadeva da 17 anni (Fernando “Mano de Piedra” Gonzalez); è il terzo del suo Paese a farcela a Wimbledon. Il primo fu Ricardo Acuña nel 1985 (un altro di quegli anni, diciamo così, dall’alto tasso di particolarità).

Foto: LaPresse