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Biathlon, Lisa Vittozzi passa a Salomon. Il cambio sci per provare a rilanciare una carriera in stagnazione

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Non c’è dubbio che l’ultimo triennio sia stato estremamente deludente per Lisa Vittozzi. Nella primavera del 2019, la veneta di scuola friulana, appariva lanciata verso l’empireo del biathlon, essendo reduce da un inverno in cui aveva conteso la Coppa del Mondo a Dorothea Wierer sino all’atto conclusivo della stagione. La biathleta di Sappada, cinque anni più giovane rispetto all’altoatesina, sembrava destinata a diventare il nuovo punto di riferimento della squadra azzurra, nonché una delle donne da battere in ambito globale. Le cose, invece, sono andate in maniera ben diversa.

La progressiva crisi di rendimento al poligono ha affossato qualsiasi velleità a lungo termine di Vittozzi che, a parte qualche estemporaneo lampo, non è più riuscita a esprimersi sui livelli del 2018-19. Giunta a 27 anni, nonché alla vigilia di un nuovo quadriennio olimpico che culminerà con i Giochi di Milano-Cortina 2026, Lisa sta provando a rilanciarsi. L’obiettivo è quello di dare al periodo 2019-2022 i connotati di un’oscura parentesi all’interno di una luminosa carriera, anziché ricordare il biennio 2017-2019 come un felice inciso incastonato in un’attività agonistica per il resto priva di grandi soddisfazioni.

Proprio nel tentativo di dare un “nuovo inizio” al suo percorso, la sappadina ha preso la decisione di cambiare materiali. Dal prossimo inverno utilizzerà sci Salomon, abbandonando i Rossignol usati dal 2017 in poi. In precedenza, la sua carriera era cominciata con Fischer. Legandosi all’azienda di Annecy, l’azzurra diventerà “compagna di marca” della dominatrice dell’ultima stagione, la norvegese Marte Røiseland-Olsbu, nonché della giovane più promettente in assoluto dell’intero circuito, ovvero la svedese Elvira Öberg.

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Può sicuramente essere un cambiamento positivo. Tra gli addetti ai lavori è risaputo come i Rossignol siano sci estremamente veloci, ma anche particolarmente impegnativi dal punto di vista atletico. Un passaggio a Salomon dovrebbe fornire qualche giovamento, soprattutto per chi ha una sciata come quella dell’azzurra.

Cionondimeno, è evidente come qualsiasi reale ritorno al vertice più concreto di qualche episodica gara sia indissolubilmente legato alla capacità di ritrovare la serenità perduta nel tiro a terra. Passare dall’88% degli esordi al 55% del 2021-’22 va contro ogni logica la cui spiegazione abbia fondamenti tecnici. Basta, probabilmente, far scattare il giusto interruttore per recuperare 30 punti percentuali. Resta da capire dove, nei meandri della mente, si sia cacciata questa benedetta leva. Dopotutto, nel biathlon odierno 27 anni non sono certo troppi per rinascere e provare a salire su quel tetto del mondo già sfiorato nel 2019.

Foto: La Presse