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Ciclismo

Giro d’Italia 2022, l’orgoglio e l’onore di avere Vincenzo Nibali. Lo Squalo commuove: 4° posto di lusso all’ultima recita

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Il Giro d’Italia mi ha reso grande“. Una constazione veritiera mista a una dichiarazione d’amore, pronunciata da Vincenzo Nibali al termine della tappa odierna giunta sulla Marmolada: lo Squalo deve tantissimo alla Corsa Rosa, l’ha vinta per due volte (2013, 2016), l’ha sfiorata in un’altra occasione (2019) e ha contributo a renderlo celebre alle nostre latitudini, costruendo il mito del fuoriclasse siciliano che ha tenuto il ciclismo tricolore sulla cresta dell’onda per oltre un decennio nelle grandi corse a tappe.

L’Italia deve sentirsi onorata e orgogliosa per aver potuto gustare le gesta di un talento cristallino che va di diritto annoverato tra i più grandi ciclisti di tutti i tempi, uomo capace di portare a casa la Tripla Corona (oltre a tre Classiche Monumento) e di illuminare la scena con uno stile unico. Cuore, gambe, estro, fantasia, attacchi al cardiopalma, ribaltoni emozionanti, rimonte epiche, invenzioni impensabili: ogni volta che c’era Vincenzo Nibali in gara, l’appassionati sapeva che poteva succedere di tutto in ogni momento.

Pensavamo che l’ultimo Squalo in versione deluxe fosse quello visto al Giro d’Italia 2019, quando perse la sfida contro Richard Carapaz dopo essersi infilato nel confronto con Primoz Roglic. Tre stagioni dopo, con tre anni in più sulla carta d’identità e con in mezzo una pandemia che l’ha fortemente condizionato, con un inizio di stagione tribolato dal punto di vista fisico, Vincenzo Nibali ha saputo regalare ancora grande spettacolo nel corso delle tre settimane e domani festeggerà uno splendido quarto posto in classifica generale al Giro d’Italia.

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Si tratta di una chiusura in bellezza visto che questo è l’ultimo Giro d’Italia, il 37enne ha annunciato che al termine di questa annata agonistica appenderà la bicicletta al chiodo. Vincenzo Nibali ha ottenuto un piazzamento di lusso, insperato alla vigilia: ha attaccato a spron battuto nella tappa di Torino, si è sempre difeso con caparbietà in montagna, ha rimontato dalla 32ma (dopo i due minuti pagati sull’Etna) alla quarta posizione, ha regalato gli ultimi lampi di una carriera memorabile e indimenticabile, faro di un ciclismo italiano che ancora una volta è riuscito a gioire per merito del suo indomabile veterano.

Foto: Lapresse