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Ciclismo

Giro d’Italia 2022, chi è Jai Hindley: l’australiano che aveva stupito nel 2020 e che ora si è consacrato

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Dopo tanta attesa, la ventesima tappa del Giro d’Italia 2022 ha regalato finalmente spettacolo e distacchi tra gli uomini di classifica. Protagonista assoluto è stato Jai Hindley, scatenato sulla Marmolada dove è riuscito a staccare tutti i suoi rivali, prendendosi di forza la Maglia Rosa.

Il più in difficoltà, forse un po’ a sorpresa, è stato Richard Carapaz. L’ecuadoriano, dopo aver risposto all’attacco della BORA, è andato in crisi, perdendo quasi un minuto e mezzo dal rivale. Hindley arriva quindi all’ultimo giorno del Giro in Maglia Rosa, con un vantaggio sul secondo di 1’25”, da gestire nei 17,4 km a cronometro di domani a Verona.

Un copione in parte già visto, non è infatti la prima volta che l’australiano arriva a giocarsi tutto nell’ultima cronometro con il simbolo del primato addosso. Lo stesso successe infatti nel 2020, quando fu poi battuto da Tao Gheoghegan Hart, che partiva però sostanzialmente a pari tempo con lui, e da cui perse 39″.

Insomma Jai Hindley non è una sorpresa a questi livelli. Forse alla vigilia era difficile pronosticarlo come il più forte in assoluto in salita, ma il suo avvicinamento con un’ottima Tirreno-Adriatico aveva chiaramente mostrato segnali di grande ripresa dopo un 2021 estremamente sottotono.

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“L’australiano d’Abruzzo”, così chiamato perché cresciuto sportivamente e forse un po’ anche umanamente nella regione appenninica, è quindi ad un passo da quello che sarebbe di gran lunga il risultato più importante della sua carriera. Nel suo palmares due tappa nella Corsa Rosa, una quest’anno ed una proprio nel 2020, oltre a tappe e classifica generale in corse di secondo piano come Tour of Fuzhou e Jayco Herald Sun Tour.

Hindley, nonostante la giovane età di 26 anni, non è quindi un predestinato, non un fenomeno precoce come Remco Evenepoel o Tadej Pogacar, bensì un corridore di grande talento ma soprattutto di grande umiltà e grande etica del lavoro. Uno che si è costruito nel tempo, che ha saputo capire il momento giusto per cambiare team, passando dalla DSM alla BORA, e che ora è ad appena 17,4 km da un sogno rosa.

Foto: LaPresse