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Short track, Natalia Maliszewska si scaglia contro Valieva: “Più facile vincere da dopate che da positive al Covid”

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La decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), organo che ha concesso alla russa Kamila Valieva di partecipare alla prova individuale femminile di pattinaggio artistico nonostante abbia fallito un test antidoping nel mese di dicembre, ha generato e sta continuando a generare innumerevoli polemiche da più fronti. Soltanto questa mattina infatti è intervenuto il Presidente della WADA Witold Banka che ha espresso tutto il suo disappunto per la sentenza emanata. Ma gli attacchi arrivano anche da personalità provenienti da altri sport, come quella di Natalia Maliszewska, pattinatrice polacca di short track rimasta a lungo in isolamento dopo essere risultata positiva al covid-19.

La nativa di Białystok infatti, intercettata il 16 febbraio in mixed zone dal Capital Indoor Stadium dove ha disputato i quarti di finali dei 1500 metri piazzandosi al quinto posto nella sua batteria, ha lanciato un vero e proprio commento al veleno circa la paradossale situazione creatasi con la russa. Una frase molto forte, dettata anche da un senso di frustrazione significativo: “Gli ultimi giorni mi hanno dimostrato, e mi sembra strano, che è più facile partire per vincere una medaglia con un test antidoping positivo anziché con un test positivo al coronavirus“.

Il motivo di tale astio è dettato dal calvario che ha attraversato l’atleta in questa rassegna a cinque cerchi. Maliszewska è risultata positiva al tampone lo scorso 30 gennaio e, da protocollo, è stata inizialmente esclusa dalla gara dei 500 metri del 5 febbraio, salvo essere rilasciata in maniera inaspettata la sera prima della competizione per poi positivizzarsi nuovamente a poche ore dall’inizio dell’evento. Una situazione oltremodo paradossale che ha gettato nello sconforto più grande la specialista nella distanza più corta, peggiorata poi ancora di più quando le è stato permesso di tornare all’attività proprio all’indomani della “sua” prova. “Non credo più a niente, in nessun test, è un grande scherzo per me“, aveva detto con grande rabbia la polacca sui suoi canali social.

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Ma quella di Maliszewska è solo l’ultima di una lunga serie di riflessioni provenienti da colleghe e colleghi che hanno attraversato dei momenti difficili e similari nella loro carriera. Sempre nella giornata odierna infatti ha tuonato contro il caso Valieva anche Sha’Carri Richardson, velocista statunitense che non ha potuto prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo 2020 dopo essere risultata positiva alla cannabis.

Foto: LaPresse