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Sci alpino, Ninna Quario: “Sofia Goggia egocentrica, vergognoso farla passare per eroina”

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Per la seconda volta nella mia lunga carriera da giornalista dello sci ho insinuato che un infortunio di Sofia Goggia non fosse proprio così grave, se dopo 40 giorni (lo scorso anno) e 23 stavolta, lei fosse pronta ad affrontare una gara di discesa libera (dopo tre giorni di prove, va da sé) con salti e curve a 130 all’ora“. Con queste parole Maria Rosa “Ninna” Quario ha iniziato il suo scritto personale sulle colonne de Il Giornale. La mamma di Federica Brignone, apprezzata giornalista da quasi quattro decenni, nonché grande campionessa del passato, aveva sostenuto in un’intervista a Radio Capital che l’infortunio di Sofia Goggia non fosse così serio come era invece stato dipinto e che non era possibile che la bergamasca potesse tornare a essere così competitiva, vincendo la medaglia d’argento in discesa libera alle Olimpiadi, dopo soltanto tre settimane dall’incidente di Cortina d’Ampezzo.

La 60enne, in carriera capace di vincere quattro gare in Coppa del Mondo (tre nel 1983), ha puntualizzato: “Mi cospargo il capo di cenere. Chiedo umilmente scusa. Il problema è che fino a ieri l’avevo sempre considerata una sciatrice come le altre, con doti uniche e rare, certo, ma tutto sommato umana. Mi sbagliavo. Forse però è il senso della parola grave che mi è sfuggito e a questo punto dovremo trovare un nuovo aggettivo per definire gli infortuni di atlete e atleti, che in seguito a una brutta caduta tornano dopo sei mesi se va bene, più spesso dopo un anno, e quando tornano fanno una fatica d’inferno non dico a vincere le gare o le medaglie, ma più semplicemente a sciare come prima fidandosi al 100%“.

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Il clima in seno alla Nazionale femminile di sci alpino si scalda, Ninna Quario non si nasconde dietro a un dito e si sofferma su una meticolosa analisi: “Ribadisco le mie scuse e penso che il vero miracolo Sofia lo abbia fatto riuscendo a rialzarsi subito dopo la terrificante caduta di Cortina, con la diagnosi che tutti ormai conosciamo. Dove sta il problema allora? Sta nel fatto che le mie terribili colpe, la mia diffidenza venga presentata come l’esternazione o peggio lo sfogo della “mamma della Brignone”. Questo no, non lo accetto e mi girano anche un po’ le scatole“. La giornalista tiene a sottolineare la propria autorevolezza: “Faccio questo mestiere e mi sono iper specializzata sullo sci alpino e gli sport invernali dal 1986, anno in cui mi sono ritirata dall’agonismo dopo 12 stagioni in Nazionale. 1974-2020: vivo di sci e mastico sci da 48 anni, dunque volete concedermi un po’ di competenza ed esperienza nel settore? Io me lo concedo e vi dico anche nel 1986 quando iniziai a scrivere, Federica non solo non era ancora nata, ma non era nemmeno nei miei pensieri“.

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Nella discesa libera Goggia ha conquistato l’argento, ma va ricordato che Nadia Delago si è messa al collo un bellissimo bronzo. Un fatto su cui Ninna Quario si è voluta soffermare: “Si è esagerato prima, durante e soprattutto dopo nel far passare Sofia Goggia come l’eroina dei due mondi (siamo in Cina, no?), offuscando in modo vergognoso e ingiusto non solo l’impresa della sua compagna di podio Nadia, ma anche di tutti gli altri atleti che avevano gareggiato a Pechino e magari vinto medaglie“. A seguire un altro passaggio interessante: “Ho anche osato dire che Goggia è egocentrica. Sì, lo ribadisco e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario, pronta a fornire diversi esempi per avvalorare la mia tesi. Vi do solo l’ultimo in ordine temporale: non vi sembra egocentrica una persona che molte ore dopo la gara telefona a casa non per condividere la sua gioia e il suo orgoglio ma per sapere quali sono state in Italia le reazioni alla sua medaglia? Ribadisco le mie scuse se ho offeso qualcuno, ma confermo tutto quello che ho detto a Radio Capital“.

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La conclusione farà sicuramente discutere: “Sono pronta ad affrontare le gravi (queste sì, lo saranno) conseguenze di non essermi mai prostrata ai piedi di Sofia Goggia. Spero solo che a pagarne le conseguenze non sia anche mia figlia: sarebbe davvero ingiusto“. Ricordiamo che Federica Brignone ha vinto la Coppa del Mondo generale nel 2020 (impresa mai riuscita in passato a una sciatrice italiana), che è l’azzurra più vincente di tutti i tempi nel massimo circuito internazionale (19 affermazioni, tre nella stagione in corso) e che a Pechino 2022 ha conquistato la medaglia d’argento in gigante (dopo il bronzo di quattro anni fa a PyeongChang) e il bronzo in combinata (questa mattina, quando la lettera di Ninna Quario era già stata pubblicata).

Foto: Lapresse