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Sci alpino, Aleksander Aamodt Kilde e Marc Odermatt: i grandi sconfitti delle gare veloci olimpiche. Lo svizzero punta sul gigante

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Dopo le prime due gare dello sci alpino maschile alle Olimpiadi di Pechino 2022 è tempo di fare un bilancio. Il settore velocità è andato in archivio e c’è chi esce sicuramente deluso da questa prima parte di Giochi, nonostante qualcuno di loro abbia comunque messo una medaglia al collo. Si tratta del norvegese Aleksander Aamodt Kilde, presentato come il possibile dominatore di discesa e superG ed invece tornato a casa con il bronzo odierno in supergigante.

Si tratta della prima medaglia della carriera alle Olimpiadi per Kilde, che comunque si consola dopo una due giorni che ipotizzava certamente diversa, soprattutto dopo le prove cronometrate, che lo avevano visto grande protagonista. Il norvegese ha chiuso, invece, solamente al quinto posto la discesa libera ed oggi si è salvato in superG, anche se la vittoria è nuovamente sfumata.

Tra i delusi finora c’è certamente Marco Odermatt. Lo svizzero, leader incontrastato della classifica generale di Coppa del Mondo, si presentava a Pechino dopo le fantastiche prestazioni nelle grandi classiche come Bormio, Wengen e Kitzbuehel, senza dimenticare la vittoria di Beaver Creek. Atteso soprattutto in superG, l’elvetico non ha terminato la sua prova, mentre in discesa ha chiuso al settimo posto. Risultati deludenti, ma Odermatt ha comunque un importantissimo asso nella manica, che è quello del gigante, dove si presenta come l’uomo da battere.

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Anche l’austriaco Vincent Kriechmayr è rimasto a bocca asciutta dopo la clamorosa doppietta dello scorso anno ai Mondiali di Cortina. Niente da fare sia in discesa sia nel suo superG per il nativo di Gramastetten, chiudendo oggi al quinto posto, ma comunque lontano dal podio.

Ovviamente anche in casa Italia ci si lecca le ferite. Dominik Paris ha fallito nuovamente l’appuntamento olimpico con un sesto posto in discesa, ma ancora peggio ha fatto Christof Innerhofer, uscito in entrambe le gare. Il tutto poi condito dal caso Marsaglia-Casse, che sicuramente non aiuta a smorzare le polemiche per un’Olimpiade davvero disastrosa.

Foto: LaPresse