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Nuoto, Nicolò Martinenghi fa un ulteriore passo avanti nella rincorsa ad Adam Peaty

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Nicolò Martinenghi in un’altra dimensione ci era già entrato da un po’ ma gli mancava una grande vittoria a livello assoluto per completare il suo percorso di crescita. Il bronzo di Tokyo è stato il picco stagionale ma da lì il ranista varesino non si è fermato e l’oro di Kazan è un altro tassello luccicante in una carriera che inizia davvero a porlo fra i grandissimi del nuoto italiano.

Sembrano passati anni luce da quando a Budapest nel 2017 si trovò per due volte nono nelle semifinali, costretto a guardare le due finali iridate che tanto aveva desiderato di disputare, lui che a livello giovanile aveva vinto tutto e si affacciava tra i grandi. Poi i problemi fisici, il ritorno con tante difficoltà, i sorrisi a denti stretti di Gwangju e, finalmente, l’esplosione. Da dicembre 2019, lockdown compreso, non si è più fermato e adesso sembra avere anche quel killer instinct che in tanti, dopo qualche controprestazione preoccupante in finale, pensavano non facesse parte del suo bagaglio caratteriale.

A Tokyo prima e anche oggi, in una finale complicata, densa di campioni, con il primatista mondiale e il campione in carica, che poi è anche l’argento di Tokyo, Martinenghi ha dimostrato di che pasta è fatto. E’ partito forte ed è arrivato più forte: cura dei particolari, ritmo, potenza e anche sagacia tattica: oggi c’era tutto in quei 100 metri che lo hanno consacrato fra i grandi d’Europa che è come dire del mondo, visto che i più forti sono tutti nel Vecchio Continente.

All’appello ne mancava solo uno che, al ritorno scatenato di Martinenghi, ha preferito quello della rumba o del cha cha del Ballando con le stelle britannico, quell’Adam Peaty che non perde mai quando la vasca è di 50 metri e che invece qualcosa lascia per strada nelle gare in vasca corta, a tal punto che spesso, come per Kazan, rinuncia a priori alle manifestazioni in vasca corta. Quanto manca a Martinenghi per andare ad impensierire Peaty? Difficile da dire ma la crescita dell’azzurro è sotto gli occhi di tutti e l’impressione è che prima o poi quantomeno lo possa vedere da vicino il rivale imbattuto e imbattibile.

Una vittoria individuale, dopo quella splendida in staffetta di ieri, era quello che ci voleva per dare consapevolezza e ulteriore fiducia al ranista varesino che non si vuole fermare e che nei prossimi tre anni ha come obiettivo mettere in dubbio il trono del re della rana. Ci sono titoli europei che dicono poco nel panorama mondiale della disciplina, quello conquistato da Martinenghi oggi in Russia dice tantissimo ed è un guanto di sfida nei confronti di chi questa specialità la sta dominando da più di un lustro.

Foto Lapresse