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Coppa Davis, Italia con due top10. Ma contro Russia e Serbia il rischio concreto è di partire da 0-1

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L’Italia si presenterà al via delle Finals dell’attuale format di Coppa Davis con Matteo Berrettini e Jannik Sinner ai vertici del ranking ATP. E se l’uno è certo di chiudere per il terzo anno consecutivo tra i primi dieci, per l’altro si tratta di cercare i punti che gli consentano la difesa di questo status guadagnato con fatica, e che avrebbe senz’altro raggiunto molto prima di Vienna se non fosse intervenuto il blocco del ranking.

Questo può certamente essere un segnale importante per il momento in cui si comincerà la competizione: garantisce uno status di favore del pronostico contro quasi tutte le formazioni attualmente in gara, anche se non sempre così scontato in virtù dei vari periodi di forma. Basti pensare, solo nel girone italiane, al momento dell’americano Taylor Fritz e all’attenzione da dover fare ai due singolaristi colombiani: un passo falso contro uno di essi costringerebbe a giocare contro i titolati doppisti Juan Sebastial Cabal e Robert Farah, e allora le cose si farebbero ben più che complicate.

Ci sono però, nel prosieguo del torneo, due aperti spauracchi: quelli della Federazione tennistica russa (girone A, Madrid) e, per certa misura, della Serbia (girone F, Innsbruck). Il contingente russo è l’unico a poter rivaleggiare, per potenza complessiva, con l’Italia, avendo Daniil Medvedev e Andrey Rublev come numero 2 e 5 della graduatoria mondiale. In particolare, Medvedev sta vivendo il più brillante momento della sua carriera, è costante ad altissimi livelli e ha dimostrato a più riprese di poter reggere qualsiasi situazione ambientale. Ad oggi è complesso da battere per chiunque. Per Rublev il discorso è un po’ diverso, dato che è andato in calando nel finale di 2021, in particolare dopo la finale a Cincinnati. Ma i pericoli posti da Aslan Karatsev (se tornasse in versione inizio anno) e Karen Khachanov non sono certo da sottovalutare.

L’eventualità di un confronto in chiave russa, ad ogni modo, si può verificare in tre modi: in finale, oppure in semifinale se l’Italia chiudesse prima e la RTF fosse una delle due migliori seconde e poi battesse la prima del girone B, oppure ancora nei quarti di finale ove la RTF si qualificasse prima nel girone A e l’Italia “subisse” questo accoppiamento terminando come una delle due migliori seconde

Per quel che concerne invece la Serbia, non serve neppure ricordare il nome e il cognome dell’uomo che, in teoria, un punto diretto lo porta contro chiunque. Novak Djokovic ha confermato di stare benissimo, soprattutto dopo Parigi-Bercy, e punta all’accoppiata Finals-Davis in maniera nemmeno troppo nascosta. A differenza della Russia, però, i serbi non hanno un secondo uomo della stessa forza: Dusan Lajovic, Filip Krajinovic, Laslo Djere e Miomir Kecmanovic sono tutti buonissimi giocatori, ma non certo dei rivali insormontabili, sia per quanto visto in stagione che in assoluto basandosi sulle loro carriere.

In questo caso sono ancora tre le possibilità di una sfida diretta: finale se l’Italia chiudesse tra le migliori seconde e finisse dall’altra parte del tabellone con la Serbia vincitrice del suo, semifinale se entrambe vincessero il proprio raggruppamento o quarti di finale se il citato accoppiamento italiano portasse direttamente al confronto con i serbi.

Foto: LaPresse