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Boxe, il palmares ed i numeri di Deontay Wilder. Carriera da padrone dell’universo WBC fino a Fury

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Parlare di Deontay Wilder vuol dire attraversare tutta la storia recente della WBC, cioè la sua personale e anche quella condivisa con Tyson Fury. Ma significa anche parlare di un pugile che ha ridato lustro all’ambiente americano, perché prima della sua conquista della cintura iridata era dal 2004 che non c’era alcun uomo a stelle e strisce Campione del Mondo dei pesi massimi.

Nato a Tuscaloosa, nell’Alabama, il 22 ottobre 1985, “The Bronze Bomber” ha assunto questo soprannome a causa di… Clemente Russo. I fatti: alle Olimpiadi di Pechino 2008 “Tatanka” lo sconfisse in semifinale, e per questo Wilder ricevette la medaglia di bronzo, assegnata automaticamente a chi arriva al penultimo atto per poi perderlo. Esisteva già un pugile con un soprannome simile, Joe Louis, che era “The Brown Bomber“. Associazione facile con la medaglia di bronzo.

Campione delle Americhe continentali nel 2012 con due difese di successo nel 2013 e Campione del Mondo dal 2015 con ben dieci combattimenti in cui ha mantenuto il titolo, ha sempre detenuto questi titoli in quota WBC, l’unica organizzazione da lui esplorata fino a questo momento.

L’unico uomo in grado di restare in piedi, da sconfitto, alla fine di un combattimento contro Wilder è stato il canadese Bermane Stiverne, il primo avversario per la cintura iridata dei massimi. Nessun altro è stato in grado di resistergli fino a Fury, che lo ha bloccato sulla parità (contestata) nel 2019 e poi lo ha sconfitto lo scorso anno, il 22 febbraio, per KO alla settima ripresa.

Di tutti i KO rifilati ai suoi avversari, nell’arco del suo cammino da pro con record di 40-1-1, ben 20 sono arrivati nel primo round. Tre volte vincitore del premio Premier Boxing Champions Knockout of the Year, ha conquistato lo stesso riconoscimento per The Ring nel 2019. I suoi cinque anni di regno sono comparabili, come durata in termini di WBC, a quelli di Vitali Klitschko, Larry Holmes e Muhammad Alì, tutti campioni per leggermente più tempo di lui. Proprio con Alì condivide il secondo posto in materia di difese effettuate: 10 è un numero inferiore soltanto a quello di Holmes, che si è tenuto per 16 volte lo scettro.

Di recente Wilder ha iniziato ad avvalersi di un nuovo trainer, Malik Scott, che è stato peraltro suo avversario nel combattimento numero 31 della sua carriera. Il tutto si svolse a Bayamon, e il citato Scott, come tanti altri, non superò la prima ripresa. Alto 201 cm e con un allungo di 211 cm, l’uomo venuto dall’Alabama cerca ora di cambiare ancora la storia dei pesi massimi, come già fatto da Oleksandr Usyk con Anthony Joshua.

Foto: LaPresse