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Tennis, Roger Federer: “In futuro qualcuno supererà il record di Slam dei Big-3. Ritiro? Quando arriverà il momento lo farò”

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Roger Federer conta i giorni che lo separano dal ritorno in campo. Dopo un 2021 terribile dal punto di vista fisico, tra infortuni e operazioni, il fuoriclasse svizzero si concede per una lunga intervista a GQ, nella quale parla del suo attuale momento, dei suoi obiettivi futuri e dei limiti raggiunti dai Big-3.

Non vediamo in campo il vincitore di 20 titoli dello Slam dall’eliminazione ai quarti di finale di Wimbledon. Una sconfitta bruciante per il nativo di Basilea che, tuttavia, rappresenta anche una soddisfazione personale, sotto un certo punto di vista: “In definitiva sono contento di aver anche solo potuto giocare – le sue parole riportate da Ubitennis.com – l’ultimo anno e mezzo è stato davvero complicato fra la doppia operazione al ginocchio e la riabilitazione che è andata a rilento. Da un certo punto di vista avrei voluto essere più in forma ai Championships, ma ho comunque raggiunto i quarti e ho potuto giocare il torneo! Non è qualcosa che si possa dare per scontato: altri giocatori non hanno mai raggiunto i quarti a Wimbledon, mentre io li ho giocati talmente tante volte da poter mettere le cose in prospettive e da poter concludere che sia stato un torneo molto positivo”.

Dopo il torneo londinese, la scelta di abbandonare il progetto dei Giochi Olimpici nipponici: “La decisione di non andare a Tokyo è dipesa esclusivamente dalle condizioni del ginocchio, avrei fatto di tutto per esserci ma purtroppo non ero al 100%. Forse nella mia espressione delusa e frustrata a Wimbledon c’era anche questa consapevolezza. Ma la necessità di gestire le battute d’arresto è parte della carriera di un atleta: ora devo capire come ripartire”.

Proseguendo nel calendario, Roger Federer è arrivato all’8 agosto, giorno del suo quarantesimo compleanno: “Sono felice di aver compiuto quarant’anni, anche se all’inizio facevo finta che fosse una cosa terribile! Mi ricordo il mio ventesimo compleanno, pensavo di sapere chi fossi ma non ne avevo la minima idea! A trent’anni hai un’idea abbastanza precisa, mentre a quaranta ormai sai chi sei. Le mie bambine hanno già dodici anni, edi bambini sette, abbiamo una vita meravigliosa e non ho davvero niente di cui lamentarmi; per quanto riguarda il circuito, tutto ciò che sto facendo ora è un bonus per me. Adesso non vedo l’ora di affrontare i prossimi quarant’anni e di passare del tempo con i miei amici e con la mia famiglia, cose che nell’ultimo anno mi sono mancate, anche se ci sono tantissime persone per le quali è stato tutto molto più complicato. Mi ritengo fortunato”.

Dal personale, si passa ai Big-3. Un terzetto che, da anni, ha riscritto la storia di questo sport. Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Tre leggende assolute, con storie personali differenti e prospettive tutte da analizzare: “Quando Novak dice che noi tre non smetteremo sta parlando a livello personale, non sa come sto io o come sta Rafael, ma ovviamente quando dice queste cose lo fa a fin di bene. Quando sarà il momento di ritirarmi lo saprò, non sono uno di quelli che continuano solo perché ne hanno voglia. In futuro voglio giocare esibizioni e divertirmi in posti dove non sono mai stato, ma non voglio abusare del mio corpo, voglio poter giocare con i miei bambini e andare a sciare”.

Tre fuoriclasse che hanno raggiunto un numero di tornei Majors che li terrà per sempre nel Gotha: “Francamente è incredibile che siamo arrivati tutti e tre a venti Slam: quando sono diventato un professionista il record era dodici, poi Sampras è riuscito ad eguagliarlo e a spingersi fino a 14. Io l’ho superato nel 2009, un momento importantissimo per me, visto che sono riuscito a raggiungerlo e superarlo nel giro di un mese fra Parigi e Wimbledon. Credo che Nole e Rafa siano in un altro stato mentale rispetto a me in questo momento: ovviamente tutti e tre vorremmo vincere ancora di più, perché questo è l’atteggiamento che devi avere a questi livelli, però il mio percorso è stato un pochino più lungo e complicato, quindi credo di avere una prospettiva leggermente diversa”.

Record scolpiti nella storia del tennis ma che, secondo l’elvetico, non saranno infiniti: “Credo ci sarà un’altra epoca di campioni come questa. Non voglio togliere niente a Rafa, a Novak o a me stesso, ma penso che oggi sia più facile dominare su più superfici. Cinquant’anni fa c’erano tre Slam sull’erba, è vero, ma credo che i margini fossero più risicati, c’erano specialisti del cemento e della terra, e pochi sapevano giocare su ogni superficie. Borg c’è riuscito, ma le cose erano diverse, i giocatori non si focalizzavano sugli Slam allo stesso modo – oggi gli Slam sono il focus della carriera di ciascuno di noi. Perciò sì, credo che qualche nuovo, incredibile campione riuscirà a battere il nostro record prima o poi – certo, ci vorrà un po’!”

Ultima battuta per tornare alla epopea di Roger Federer. Lo svizzero prova a trovare il punto più importante della sua carriera. Una impresa non semplice: “Bella domanda, credo forse il dritto che ho messo a segno su una palla break quando ero sotto di due set contro Tommy Haas al Roland Garros del 2009, ne parliamo ogni volta che ci vediamo – ho poi finito per vincere il torneo eguagliando il record Slam di Sampras. In quel momento ero consapevole che se non avessi preso la riga avrei perso il match, lo so io come lo sa Tommy. Ricordo che la reazione del pubblico fu qualcosa del tipo ‘OK Roger, finalmente un buon dritto!’. L’inerzia del match cambiò completamente, e fu l’inizio di un’estate fantastica”.

Foto: Lapresse

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