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Ciclismo, Maurizio Fondriest: “Io ct? Sarei onorato, ma ho solo incontrato Dagnoni. Un Nibali non lo costruisci”

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La sua prima maglia azzurra è stata con la Nazionale stayer (le motorette della pista) guidata dal C.t Nico de Lillo. Era il Giro di Grecia del 1984, Maurizio Fondriest aveva appena 19 anni, prima stagione da dilettante, e divideva la camera con Cordiano Dagnoni che gli tirava anche le volate. La carriera di Fondriest è stata poi in costante crescita: Campione del Mondo a Renaix 1988 a 23 anni, vincitore della Milano-Sanremo 1993 e di due Coppe del Mondo, costruttore poi di biciclette e testimonial di vari brand, un campione simbolo di correttezza. Mai oltre le righe. 

Maurizio sei uno dei maggiori candidati come C.t della Nazionale Italiana. A che punto è la trattativa?

“Non c’è niente di definito, ho solo incontrato il Presidente Dagnoni per parlare così come hanno fatto con altri possibili C.t. Adesso penso che la Federazione dovrà valutare in base ai vari incontri chi scegliere. Io non sono ancora certo di poter essere disponibile, sono anche procuratore e insieme al Alberati abbiamo molti ragazzini che hanno fiducia in quello che facciamo. Al momento ci siamo presi un po’ di tempo per valutare e riflettere. Io ho sempre sostenuto Cordiano perché secondo me è una persona molta valida, oltre ad essere un amico, ma non ho mai chiesto né pensato di fare il commissario tecnico perché c’è sempre stato Cassani che sa fare questo lavoro bene. E’ successo un po’ tutto all’improvviso.” 

Nel caso fossi tu il dopo Cassani, come struttureresti il lavoro?

“Non ci voglio pensare al momento, prenderò la questione in considerazione nel caso in cui tutto dovesse combaciare. Il discorso generale che ho sempre fatto, anche insieme a Saronni, è che dobbiamo riuscire a vedere quelle nazioni che negli anni hanno fatto bene partendo dalla base. Il C.t dei professionisti si ritrova a scegliere tra un parterre di grandi corridori ma questi non nascono dal nulla, fatta eccezione per qualche talento, ma da un lavoro alla base e quindi con i più giovani. Penso che il nuovo organico della Federazione abbia ben chiaro questo concetto. Poi servono più soldi: lo sport in generale è la cosa più bella su cui si possa investire per crescere atleti che poi tra qualche anno possano regalare grandi soddisfazioni. Concludo dicendo che fare il commissario tecnico della Nazionale è qualcosa di davvero prestigioso e nel caso dovessero chiedermelo sarei felicissimo ma devo anche essere responsabile nelle scelte e decisioni.” 

Cosa manca al settore settore giovanile? 

“Le società giovanili hanno bisogno di tre cose: volontari, soldi e meno burocrazia.” 

Va bene le classiche, ma la gente ama i grandi corridori da corse a tappe. E in Italia ad oggi non ce ne sono: quale rimedio proporresti alla Federazione? 

“Un corridore come Nibali non lo costruisci. Ce l’hai e basta. E’ una ruota che gira per tutte le nazioni. In questi anni abbiamo dei cronoman eccezionali: non solo Ganna, ma anche Affini e Milan. Corridori come Bugno, Basso e Nibali sono talenti che sono già nati per le corse a tappe. Quanto dobbiamo tornare indietro per trovare così tanti forti cronoman come in questi anni? Sinceramente io non ho ricordi di parterre così vasti, ripeto è una ruota che gira.” 

Il Presidente Dagnoni ha parlato di un’Academy nazionale del ciclismo che possa crescere e richiamare anche giovani stranieri. Qual è il tuo pensiero a riguardo? 

“Questa è una delle cose di cui abbiamo parlato anche con Saronni. E’ un progetto che abbiamo lanciato con tutti gli ex Campioni del Mondo come Cipollini e Bettini, penso sia una buona idea.” 

Si parla anche di una possibile World Tour Italiana… 

“Ecco un altro problema che abbiamo in Italia è la mancanza di squadre, non solo World Tour ma anche Professional. Se al posto di tre Professional ne avessimo cinque significherebbe avere altri posti per corridori italiani, invece ci sono dei buoni Under23 che faticano a trovare squadra perché i posti nelle formazioni italiane sono pochi. Avremmo bisogno almeno di un’altra squadra come la Eolo-Kometa, l’Androni-Giocattoli o la Bardiani, e una World Tour. Un paio di squadre in più farebbero un gran bene al nostro movimento.” 

Foto: Olycom.com

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